Nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, Massimiliano Allegri ha parlato con “The Players’ Tribune’, piattaforma digitale che dà spazio a interventi diretti dei protagonisti del calcio.
L’allenatore della Juventus è tornato sulla finale di Champions persa col Real Madrid: “Sono rientrato in Italia da Cardiff con la squadra. La sera successiva mi sono fatto delle domande difficili: ero arrivato alla fine del percorso? E’ il massimo che posso ottenere da questa squadra? Mi sono chiesto se era arrivato il capitolo finale della mia storia con la Juventus. Una parte di me pensava di andare al lavoro il lunedì e dare le dimissioni. Quando ho visto il calcio di Mario Mandzukic volare sulla testa del portiere del Real Madrid ho pensato ‘Wow…Forse forse’. Poi, ha colpito la rete e ho pensato: Ok, forse abbiamo qualche possibilità. E’ stata una magnifica azione tecnica della squadra e un bellissimo gesto tecnico di Mandzukic. Per me un gol irripetibile, a dimostrazione di quello che ci vuole per andare in finale alla Champions League. Non basta essere grandi, si deve essere speciali. E noi abbiamo giocatori speciali. Sfortunatamente il Real Madrid ne ha molti di giocatori speciali. Nel secondo tempo ci sono mancati gli strumenti e i giocatori necessari. Avevamo due giocatori che a malapena riuscivano a stare in piedi e il Real Madrid ha giocato una partita intelligente. Erano rilassati e a loro agio. Per arrivare alla finale, devi avere talento e fortuna. Per vincerla devi essere la squadra migliore. Potrà sembrare strano ma alla fine della partita quella sera ero molto sereno, perché sapevo che noi non eravamo la squadra migliore. E’ semplicemente questo”.
“Quando ho pensato a questa Juventus, la mia decisione di restare è stata personale. Io ho ancora molto da dimostrare. E so di aver ancora tanto da insegnare. Così quella sera prima di andare a dormire ho deciso che se la società era d’accordo con la mia strategia, sarei rimasto. Il giorno dopo – ha aggiunto l’allenatore livornese – avevo la mente lucida. Sono andato in ufficio alle sette e ho preso un espresso. Cominciava una nuova stagione con nuove opportunità. Si è detto tanto nei media su questa squadra e sui giocatori. Cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare. Io guardo Paulo Dybala e Gigi Buffon che sono il simbolo di questa squadra. Vedo Dybala come un ragazzino che inizia le scuole superiori. Buffon come uno che sta per prendere la laurea. Il primo con una carriera davanti, il secondo verso la fine. Uno che vuole mostrare di essere fra i grandi in Europa, l’altro che è già un grande ma vuole chiudere al top. So che possiamo toglierci le scorie di Cardiff. So che possiamo fare un grande campionato. So che possiamo tornare alla finale di Champions League. Cercheremo di essere ancora una volta alla prima a La Scala. La cosa buona dell’opera è che ogni anno c’è un nuovo spettacolo”.