Ogni cosa al proprio tempo, ma ci sono decisioni che non possono essere spostate troppo in là. Se la firma di Fininvest all’esclusiva con la cordata cinese ha rinviato di almeno un mese la definizione dei futuri scenari societari del Milan, facendo due conti è facile capire che, closing o non closing, la trattativa vera e propria richiederà tempi lunghi.
Ci sono quindi buone possibilità, se non quasi la certezza, che anche il prossimo mercato estivo, o almeno la sua prima parte, non potrà contare sull’eventuale iniezione di denaro in arrivo dall’Oriente. Eppure qualche linea guida potrebbe arrivare comunque, proprio perché, a differenza di Mr. Bee, i “nuovi cinesi” acquisterebbero la maggioranza del club, e quindi vorrebbero “contare”. Il primo nodo da sciogliere riguarda il nome dell’allenatore, e questa volta non si potrà sbagliare.
La conferma di Brocchi, nonostante il gradimento di Berlusconi, non è certa, e non dipenderà solo dall’esito della finale di Coppa Italia. Oltre a Manuel Pellegrini e soprattutto Vincenzo Montella ecco allora rispuntare il vecchio nome di Unay Emery, già molto vicino alla panchina rossonera un anno fa.
Sarebbe proprio il tecnico basco del Siviglia il più gradito alla cordata cinese. Dopo il raggiungimento della terza finale consecutiva di Europa League l’addio al club spagnolo sembra probabile e allora potrebbero tornare d’attualità i vecchi discorsi. E chissà che questo non possa bastare per far rientrare i mal di pancia di Carlos Bacca, che proprio con Emery è diventato grande in Andalusia.