Le parole di Alessandro Gentile
Alessandro Gentile è tornato a parlare in una lunga intervista sul Corriere della Sera della sua battaglia contro la depressione: “L’argomento è delicato, ma è importante. La salute mentale è fondamentale, ma penso anche che sia sottovalutata, soprattutto di questi tempi. La gente si sente isolata e sola, ma forse si vergogna a dirlo. Dato che vivo situazioni simili, volevo dare un aiuto a chi soffre di certi disturbi ed è in difficoltà a raccontarlo”.
E lo ha fatto iniziando a confessarsi su Instagram con un post: “L’ho scritto perché quando capitano certe cose è come se sentissi che stai impazzendo. Ti senti fuori luogo, fuori dal mondo: sono sensazioni brutte e difficili da spiegare. Un altro aspetto complicato è appunto il fatto che è difficile parlarne, magari con persone che non hanno la minima idea di che cosa significhi vivere un’esperienza così. Per questo motivo è giusto chiedere aiuto a chi è competente. Non bisogna vergognarsi di farlo, ecco il mio messaggio”.
“Ho questo disagio da tempo, ma l’ho tenuto nascosto. È diventato sempre più difficile da controllare, finché sono arrivato a un punto in cui non ce la facevo più a gestirlo. È successo l’anno scorso dopo il Covid: la paura e l’isolamento hanno creato brutti scenari. Come fare? Innanzitutto la regola è che… non ci sono regole. All’inizio mi hanno aiutato i genitori e mio fratello Stefano, poi mi sono rivolto a uno psichiatra, successivamente a una psicologa. Con lei continuo a lavorare, condividendo paure e sofferenze: ho capito che noi esseri umani non siamo delle macchine”.
Il basket passa in secondo piano: “La mia vita è molto più grande della pallacanestro ed è giusto dare il peso corretto alle cose. L’esistenza non si riduce a quello che succede in campo, nonostante il basket sia la mia passione e il mio lavoro e influenzi gli stati d’animo. A che punto sono? Non entro nei dettagli. Ma sottolineo che non è una battaglia che si vince o si perde: si impara al massimo a gestirla, convivendo con queste sensazioni per accettarle e superarle”.