Giando Ongaro si è spento all’età di 81 anni
Il mondo del basket e in particolare l’Olimpia Milano piangono la scomparsa di Giando Ongaro, una delle bandiere delle Scarpette rosse, vincitore di otto scudetti e una Coppa dei Campioni tra gli anni ’50 e ’60. A darne notizia è stato proprio il club meneghino, nella serata di sabato.
Giandomenico Ongaro, detto Giando, “era una delle colonne portanti della squadra – spiega l’Olimpia nel ricordo affidato ai propri canali ufficiali -, sostegno indispensabile del talento di Pieri, Riminucci, Vianello, Vittori prima che andasse via, fino ad arrivare ai giovani della generazione successiva, Masini e Iellini. Il suo primo campionato in Serie A risale al 1957, l’ultimo al 1968”.
“La sua storia di atleta è bella anche perché Ongaro è stato un autentico prodotto delle giovanili dell’Olimpia – prosegue la nota della società – e ha fatto tutta la trafila fino a spendere praticamente l’intera carriera in biancorosso. Non è mai stato del tutto un professionista: lo è stato come impegno, ma poi studiava, si è laureato in ingegneria, e dopo ha cominciato a lavorare. A fine carriera, si è trasferito per lavoro negli Stati Uniti e vi è rimasto per oltre vent’anni”.
“Il suo legame con l’Olimpia non è mai venuto meno. Quando venne ritirata la maglia numero 18 di Arthur Kenney, lui volle esserci. Quando il club celebrò i suoi 80 anni di storia, lui c’era e ritirò la maglia personalizzata con il numero 80. Quando c’erano le partite importanti, da non perdere, lui c’era. Quando è stato ritirato il numero di Sandro Gamba, lui c’era, ‘per Sandro ci sarò sempre’, aggiunse. Quando il parquet di gioco è stato intitolato a Cesare Rubini, Giando Ongaro era lì, a celebrare l’unico allenatore che abbia avuto durante la sua parentesi all’Olimpia. Giando Ongaro è nato uomo Olimpia e lo è rimasto tutta la vita, fino alla notte del 5 novembre 2022 in cui ci ha lasciato” conclude l’Olimpia nel ricordo di Ongaro.