Enrico Campana, ex prima firma della Gazzetta dello Sport ed ex direttore di Superbasket, ha commentato quello che è successo finora agli Europei a Lille dando anche un suo pronostico per la finale di domenica.
Ti aspettavi la Lituania vincente contro la Serbia ed in finale a questo Europeo?
No di certo, anche se è una squadra che rispecchia questo concetto: la pallacanestro è come una grande quercia che ha radici profonde e la Lituania fino a qualche anno fa era il serbatoio dell’URSS, prima di diventare una potenza quando è stata proclamata la sua Repubblica. Per spiegare la sua forza basta un nome solo: Sabonis. La Lituania è la culla del basket anche perché ha alimentato i successi sovietici e adesso come singola nazione si esprime magnificamente e ha vinto 3 medaglie nelle ultime 6 edizioni. La quarta sarà questa, che come minimo sarà d’argento. In merito alla delusione della Serbia, nonostante tutto, non romperò la mia amicizia con Djordevic perché sono convinto che non ripeterà più gli errori della semifinale e magari deciderà di rischiare di fare a meno di Teodosic, un magnifico solista, ma non un leader nelle partite che contano.
Chi vincerà questa finale secondo Enrico Campana?
Non per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, a costo di essere tacciato di ignoranza cestistica dico Lituania al 51% perché la Lituania sa come poche altre squadre cavare il sangue dalle rape quando conta. Molti suoi giocatori non hanno pedigree internazionale eppure sono capaci di decidere partite decisive come è successo in semifinale con i canestri decisivi di Seibutis, che io ho soprannominato Seibrutis, perché sembra appena uscito dalla catena di montaggio con un’aria dimessa, ma coi serbi ha segnato 2 canestri importanti appena entrato e 9 punti nella ripresa, miglior marcatore del secondo tempo, nonostante le molte stelle in campo. Inoltre vedo troppa euforia, ascoltando anche le telecronache sui canali spagnoli, e credo che possa essere pericolosa. Voglio ricordare a questo proposito onde non ritenere scontato un terzo titolo della Spagna che, pur grandissimo Pau Gasol al punto di far diventare un ottimo allenatore anche chi a Milano ha fatto una pessima figura, che il centro spagnolo segnò ben 36 punti con 12 rimbalzi, 10/18 ai liberi 10/12 dal campo, facendo insomma una prestazione simile a quella con la Francia, già 12 anni fa, ma che la sua squadra perse 84-93 con la Lituania, che nessuno dava per favorita e da li partì la storia di questa squadra senza pedrigree. Eravamo a Stoccolma, davanti a 13.000 spettatori e la Lituania vinse i primi 3 quarti giocando alla pari nell’ultimo con una scatenata Spagna con un punteggio di 30 a 33. In quella serata le due star lituane che si chiamavano Siskauskas e Jasikevicius non combinarono granché e il miglior giocatore fu tale Macijauskas segnando 21 punti, una guardia di 23 anni coetanea di Gasol che non mi sembra sia entrato Hall of Fame e la sua partita è stata uguale a quella di Seibrutis contro la Serbia.
Il tuo quintetto ideale ed il tuo MVP del torneo?
L’MVP senza discussione è Gasol, poiché giocare a 35 anni bene come a 23 è qualcosa di speciale. Lui è antico come ossa ma moderno come giocatore e come stile.
Con beneficio di inventario.
Playmaker: Schroeder
Guardie: Gallinari Maciulis
Ala grande: Jan Vesely
Centro: Gasol