Mentre da Monaco trapelava la notizia che era in dirittura di arrivo la trattativa con Aaron Craft, il genio della regia e delle palle rubate artefice della splendida stagione di Trento, a Chalon-sur-Saone si giocava gara5 per il titolo del ProA, come si chiama il campionato francese fra i padroni di casa dell’Elan e lo Strasbourg, rispettivamente seconda (27/7) e quarta classificata della regular season che ha visto primeggiare i club del Principato, vincitore del 3° posto nella Champions League battendo la Reyer Venezia anche se poi è stato subito eliminato nei playoff dell’Avel Villeurbanne. Arrivate alla finale Chalon e Strasburgo, venerdì notte l’ultimo titolo dei campionati europei è stato assegnato alla squadra della Borgogna-Francia, una cittadina di soli 47 mila abitati con un fiume importante (la Saona) che ha dato i natali a Pietro Abelardo assurta nel basket a notorietà nel 2012 quando vinse il primo il primo titolo debuttando con onore in Euroliga (16esimi). La serie finale è stata rocambolesca, Chalon ha vinto gara1 di 14 punti (89-75) e perso gara2 in casa di 2 (72-74) ma si è rifatta restituendo il colpo nella prima sul campo della squadra del CT francese Vincent Collet battuta di un punto (70-71) in rimonta. Si è andati a gara5 dopo il pareggio (2-2) della squadra del nordovest (84-78) Chalon a distanza di 5 anni ha vinto il suo secondo scudetto nonostante la presenza nella squadra avversaria di un certo Frank Ntilikina al centro dell’interesse per essere stato scelto poche ore prima nel draft della NBA da New York col n.8 , un credito che gli deriva dal talento e dal titolo di MPV del’europeo U18 di questo inverno in Turchia in cui ha dominato la scena portando la Francia al titolo. Ntilikina ha segnato 9 punti in 24 minuti con 4/4 e 0/2 da 3, l’Elan di Jean-Denys Choulet, coach grande e grosso poco conosciuto, ha afferrato l’occasione el favore del campo e con un strappo nel finale ha vinto (punteggio 74-65) grazie al camerunese naturalizzato Jeremy Nzeulie (14 punti) e all’americano Clark (14 punti) I migliori della squadra di Collet che fra pochi giorni cambierà casacca iniziando a lavorare con la nazionale francese su un gruppo di 35 nomi che comprende anche M’Baye il cecchino di Brindisi e i suoi Lacombe (15 punti) e Leloup (12 punti) distintasi in gara5.
A inizio di stagione Chalon non era molto considerata anche se nella primavera scorsa aveva perso da Varese 82-91 nella semifinale di Europe Cup FIBA. Ma con una serie di brillanti operazioni di mercato questa squadra afro-francese (Nzeulie e Pitard sono camerunesi naturalizzati, Moustapha Fall è nato in Francia come Axel Boueille), afro-svizzera (l’elvetico Olaniyi), afro-americana (il nigeriano naturalizzato Usa, Ikebakwe) è diventata un mosaico vincente e caratteristico con ben 9 giocatori di colore. Attorno al play americano John Roberson (1,80, 28 anni) ha messo altri due Usa, l’ala piccola Lance Harris (Pau Orthez) l’ala forte Cameron Cark (2,01 25 anni, Ironi Naharia) e la guardia tiratrice Nzeulie (1,88, 26 anni arrivato in cambio di Mathias Lessort il francese n.50 del draft scelto dai 76ers) il gigantesco centro Mustapha Fall (2,18, 25 anni, Antibes) i cui numeri sono interessanti, 11,5 punti, 8,3 rimbalzi,2,4 assist) e Alex Buoteille ( da Limoges). La prima apparizione europea risale al 2001 (finalista Coppa Saporta), nel 2012 è finalista di Eurochallenge, mentre nell’Europe Cup 2016 è stata messa fuori da Varese in semifinale e quest’anno ha perso nella finale il derby con Nanterre pareggiando in casa (58-589 e perdendo gara2 di 3 punti (79-82) in trasferta, un’esperienza che ha portato fiducia. E come la Reyer pur avendo un titolo di una delle prime 5-6 leghe europee non avrà un posto in Eurolega ma sarà una delle favorite per la Championship con grande felicità della FIBA che può contare su due squadre di prima fascia cresciute nell’ultima stagione.
Tornando a Craft, se la notizia del trasferimento di “Wizard of steal” (il mago dlla stoppata), miglior difensore dell’anno n D-League l’ultima stagione, nel Principato fosse confermata sarebbe una gran perdita per la Lega italiana e la crescita di Trento nei prossimi anni. Ripensando a una gara6 al di sotto del suo standard, che oltre alla brillante marcatura di Stone, verrebbe il sospetto che la trattativa con i monegaschi , avvenuta probabilmente alla vigilia di gara6, possa avergli tolto qualcosa della concentrazione e il graffio alla base degli exput di Trento. Cosa dicono al proposito gli ottimi dirigenti trentini?