Le parole di Dino Meneghin
In occasione del centenario della Federbasket, il Corriere della Sera ha intervistato l’uomo simbolo del secolo di pallacanestro italiana, ovvero Dino Meneghin.
L’ex centro ha aperto il libro dei ricordi, partendo da una partita passata alla storia. “Quella in cui la mia Olimpia Milano, sconfitta di 31 a Salonicco dall’Aris, vinse il ritorno di 34 ed evitò l’eliminazione in una Coppa dei Campioni che avrebbe poi conquistato. Quell’impresa è stata il paradigma di una squadra: forza fisica, tecnica e mentale, la prova, come direbbe Bebe Vio, che l’impossibile non esiste”.
Prima di vincere tutto all’ombra della Madonnina, Meneghin fece lo stesso con Varese: “Nell’anno del primo scudetto, eravamo giudicati da retrocessione, come straniero c’era un messicano (Manuel Raga, ndr) e non un americano. Stravolgemmo tutto, tu l’abbrivio della Grande Ignis”.
Il basket italiano, tornato protagonista alle Olimpiadi di Tokyo 2020, ha iniziato quella che potrebbe essere una nuova era: “Ci sono già i protagonisti che segneranno il futuro. II volto nuovo è quello di Danilo Gallinari: i ragazzini si ispirino a lui”.