La guerra delle coppe europee richiama pagine di storia, fra “Parigi val bene una messa” quando l’ugonotto Enrico IV per cingere la corona reale francese accettò di diventare il sovrano dei cattolici e una visita a Canossa, borgo del reggiano dove l’Enrico imperatore tedesco chiese perdono al papa per risolvere la sfida delle investiture.
Per le partecipanti 100.000 euro come premio di “produzione”, la vincente incasserà 420.000 euro e l’investimento iniziale sarà di 4,2 milioni di euro per fare della Champions League Fiba il primo trofeo continentale e soppiantare l’Euroleague con le sue 11 licenze (fra cui l’Armani Milano) e 16 squadre in totale (le altre 5 sono le vincitrici della Lega Baltica, Adriatica, ACB spagnola Bundesliga tedesca e la vincente dell’Eurocup) e la collegata Eurocup a 24 squadre fra cui hanno firmato un contratto d’ingresso Dinamo Sassari, Reggio Emilia e Dolomiti Trento.
La presentazione della nuova competizione made in FIBA, decisa a riprendersi le coppe europee passate al consorzio delle leghe europee nel 2000 con deleghe quadriennali fino alla revoca brusca dei mesi scorsi è avvenuta a Parigi, probabilmente la sede della prima finale dal 28 al 30 aprile 2017. Per l’Italia c’era Gianni Petrucci, il presidente di Legabasket coi rappresentanti delle squadre italiane interessate.
Le partecipanti saranno 56 per 30 nazioni, contro le 40 dei concorrenti, in pratica l’elite. Nella Champions l’Italia avrebbe due posti e un terzo per il Qualifying Round dal 27 settembre con 32 squadre: 2 turni a eliminazione diretta, le 8 vincitrici parteciperanno alla regular season – ottobre-febbraio – con le altre 24 squadre ammesse in base ai risultati del campionato nazionale (diritto sportivo). Si proseguirà con 4 gironi da 8 (doppio confronto, le prime quattro giocheranno i playoff e poi Final Four. Si giocherà il mercoledì e il giovedì (Euroleague e Eurocup dal martedì al venerdì), pausa natalizia di due settimane.
La FIBA non procederà motu proprio alle scomuniche, ma chiesto alle sue federazioni punizioni esemplari per le società ribelli, con l’eccezione dell’Armani per quanto riguarda l’Italia, eccezione che non ha una spiegazione logica nel diritto in quanto quest’anno ad esempio non era la squadra campione ma tant’è in Italia come diceva Tommaso Campanella per gli amici si interpreta e per gli altri si applica.
Alla vigilia della presentazione di Parigi, tanto per rovinare la festa l’Euroleague ha diramato un comunicato che è stato come una tanica di benzina sul fuoco.
“Euroleage considera totalmente inaccettabile ogni pressione o minaccia contro la collettività del basket, club, giocatori e arbitri e in merito ribadisce il suo supporto ai club garantendo loro la libera scelta nella partecipazione sulla base di ciò che è meglio per i propri tifosi, per poter decidere il proprio futuro sia a livello nazionale che internazionale”.
” Nel caso che pressioni e minacce vengano poste in atto limitando la libertà dei club, Euroleague farà i dovuti passi legali per assicurare la loro facoltà di autodeterminazione. E rimane a disposizione di tutti i club italiani e quelli di ogni altro paese interessati a un’immediata azione legale. A proposito ribadisce di avere presentato una denuncia alla Comunità Europea in seguito alle ripetute pressioni che i club europei stanno subendo da parte della Federazione internazionale e delle affiliate nazionali tentando di forzare la loro rinuncia alle competizioni europee fin dal 2000 organizzate da Euroleague Basketball”.
Ultimo atto domani, martedì, si terrà alle 15.00, presso la sede federale di via Vitorchiano 113 a Roma, il Consiglio federale della FIP presieduto dal dott. Giovanni Petrucci.
Questo l’ordine del giorno: 1. Comunicazioni del Presidente; 2. Rapporti FIBA-Eurolega. Relazione inerente l’incontro svoltosi fra Presidente del CONI, Presidente della FIP e Assemblea Legabasket.; 3. Preparazione Olimpica; 4. Settori, Comitati e Commissioni; 5 Pratiche legali; 6. Delibere amministrative; 7. Varie ed eventuali.
L’ultima parola è della FIP, l’irritazione nei confronti dei 3 cub he hanno passato il Rubicone grazie a una gestione di Lega infelice, ritardataria rispetto a una posizione chiara di altre leghe, è massima anche da parte del CONI. Falchi e falchetti soffiano sul fuoco, la FIP potrebbe anche ritirare le deleghe e gestire lei il campionato e decidere l’espulsione delle 3 società o una penalizzazioni in punti di classifica, ma bisogna cercare di non passare dalla ragione a quella del torto. Un consiglio direttivo non è un tribunale.
A cura di Enrico Campana