Le parole di Gabriele Procida
Intervistato da Fabrizio Fabbri sul “Corriere dello Sport”, Gabriele Procida ha sottolineato cosa significa per lui essere tra i 12 che giocheranno con la Nazionale italiana il Mondiale nelle Filippine: “Anche se sto per mettere piede sulle scalette dell’aereo ancora non ho realizzato bene. Ma ci sono e mi sento onorato. È sempre stato un sogno nel cassetto che ora si avvera”.
Procida in questa Nazionale ha un forte impatto in uscita dalla panchina: “Il coach chiede a me e tutti gli altri di essere sempre noi stessi e di non rinunciare mai ad un tiro. Ogni volta che entro cerco di mettere tantissima aggressività. L’obiettivo è fare ciò che serve alla squadra in quel momento: catturare un rimbalzo, subire uno sfondamento, prendere un tiro da tre. Mettendo sempre il gruppo davanti a tutto”.
Gabriele ritroverà il grande amico Matteo Spagnolo anche all’ALBA Berlino: “Gli ho parlato della città, delle abitudini di squadra e dell’ambiente. Non avrà alcun problema ad adattarsi subito alla nuova realtà. Non è difficile trovarsi a proprio agio in una contesto aperto e multiculturale come Berlino. Hai tutto a portata di mano. È una città piena di giovani, di cose da fare ce ne sono molte. L’unica grande differenza è nel clima: tanto cielo grigio e pioggia. Ma ci si abitua anche a questo”.
Infine, com’è nata la passione per il basket di Procida? “Ho iniziato con la pallacanestro per divertimento. Mi piaceva da ragazzino fare sport e i miei genitori, vedendomi più alto dei coetanei, mi hanno fatto provare portandomi in palestra. Non pensavo di diventare un professionista. Non c’è mai stato un momento in cui ho detto “ora sono un giocatore e questo sarà il mio lavoro”. È stata una crescita costante. Cerco di dare il massimo in ogni occasione per arrivare il più in alto possibile”.