Gianmarco Pozzecco si sbilancia su Olimpia e Virtus

Le parole di Pozzecco

Gianmarco Pozzecco si è sbilanciato su Olimpia Milano e Virtus Bologna: “Sono due squadre estremamente competitive, hanno entrambe due buoni roster, i tifosi possono sognare. Io poi sono un ottimista di natura, quindi penso possano tranquillamente ambire ai playoff di Eurolega“.

“La Virtus vive di basket e il palazzo caldo la aiuterà. Ha perso due partite, questo è vero, ma più per episodi che per demeriti propri. La squadra c’è e sono convinto che già stavolta riuscirà a togliersi le soddisfazioni che merita, non me ne voglia Trinchieri… I giocatori su cui puntare? Innanzitutto Marco Belinelli, che conosco da una vita e che stimo molto. Poi Pajola e Polonara, due giocatori che in questi anni ho allenato insieme a Diouf e per i quali nutro un affetto spasmodico. Un altro che mi fa impazzire è Shengelia, che considero in assoluto uno dei più forti giocatori d’Europa. Ma permettetemi di andare un filo oltre e citare tra gli uomini chiave per il successo Matteo Panichi, ex cestista (all’attivo dodici stagioni in A1; ndr) oggi preparatore atletico, il più bravo che io abbia mai visto. E in un basket come questo, con tante partite da giocare, poter contare su una professionalità come la sua può fare la differenza”, ha aggiunto alla Gazzetta dello Sport.

Capitolo Milano, attesa dall’Olympiacos: “Sono d’accordo con Ettore, sulla carta sono proprio loro i favoriti. Ma è anche vero che in Eurolega puoi vincere ovunque, non esistono assolutamente partite e risultati scontati e sono sicuro che Milano andrà al Pireo a giocare la sua gara. Non tutte le squadre possono vantare talenti come Shavon Shields e Nikola Mirotic, soprattutto sul fronte offensivo: quei due hanno la capacità di fare canestro in molti modi, sono i punti di riferimento della squadra di Ettore. E in Eurolega, più che in campionato, hai la necessità di schierare singoli che sono in grado di fare la giocata decisiva nei minuti finali”.

Chiosa sul suo futuro: “Dal punto di vista personale, mi sono reso conto che allenare la Nazionale è la cosa più gratificante che esista. Adesso è un po’ come se fossi il coach di tutte le squadre in cui giocano i “miei ragazzi”. Ed è sempre emozionantissimo”.

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