Oggi al Sinan Erden Dome di Istanbul si assegna l’ultimo trofeo della stagione, il più prestigioso e visto, con 231 televisioni in campo. Una volta era la Coppa dei Campioni, oggi si chiama Euroleague Turkish Airlines. Finale inedita e contro pronostico (solo il turco Ataman, ex coach Siena, ci aveva azzeccato): l’Olympiacos, tre volte vincitore del trofeo, dopo aver battuto il Cska in semifinale, affronta Fenerbahce, invece alla sua terza finale four consecutiva. I turchi, sconfitti l’anno passato in finale dai russi, hanno battuto venerdì il Real Madrid, prima classificata della regular season e favorita anche per il prestigio derivanti dai 9 titoli.
Pur essendo arrivato ai playoff come testa di serie n.5, il Fenerbahce è dato per favorito. Superato un periodo difficile, dovuto a una serie di infortuni, ingaggiato il moro canadese Anthony Bennett, ex prima scelta del draft 2013 NBA che non ha risposto ancora alle attese, nell’ultimo mese il Fener ha cambiato passo, eliminando nei playoff di vittoria in vittoria il Panathinaikos per 3/0 (vincendo le prime due in trasferta, cosa mai successa nella storia della competizione) e dominando il Real Madrid nella semifinale. Il solido “magic moment ” porta a pensare che stanotte (ore 20 locali) la Turchia leverà al cielo la sua prima coppa dei Campioni.
Il campo amico, l’atmosfera particolare che suscita questo appuntamento, il fatto che la compagnia di bandiera da sette anni sia lo sponsor della competizione, porta a credere che il destino di questa finale inattesa sia già scritto negli astri. Perché in cima ai tanti fattori che fanno pendere la bilancia c’è poi quello concernente la guida tecnica suprema della squadra giallo-nera dove figurano anche due italiani, Gigi Datome, il capitano azzurro, e il general manager Maurizio Gherardini che ha azzeccato l’uomo più importante del mercato riuscendo a portare a Istanbul Epke Udoh, quotato ex giocatore della NBA. Nella semifinale l’afroamericano ha giocato, proprio nel suo giorno del suo trentesimo compleanno, un match indimenticabile migliorando ben tre record personali.
La guida tecnica richiama al mago del basket europeo moderno, detentore del record assoluto di titoli. Zeljko Obradovic con questo successo arriverebbe al record di titoli (9 come quelli di tutto il Real in più di mezzo secolo, ma in un arco più limitato) senza che nessuno si possa permettere di dargli la patente del vecchio allenatore, anzi giovanilissimo con i suoi invidiabili 57 anni. Inoltre, il genio serbo che guarda caso non ha vinto il titolo europeo solo a Treviso (la forza della Spaghetti League che trasforma l’oro in patacche, questo vale anche per gli anni d Kukoc..) batterebbe, con questa impresa, un suo proprio record già …imbattibile saecola saeculorom, che potrebbe durare per i prossimi 100-200 anni. Quello dell’aver portato al successo il Partizan Belgrado (e proprio all’inizio del suo viaggio, nel ’92 a Istanbul), la Juventud Badalona, il Real Madrid e il Panathinaikos per 5 volte. Con questo trofeo sarebbero 9 trofei , però con 5 squadre diverse: c’è o c’è stato o ci sarà mai un allenatore di sport “Re Mida” capace di tanto?
Sono di fronte due squadre il cui credo è la difesa. L’Olympiacos nelle sue precedenti 6 finali europee non è mai partita come favorita e, nonostante abbia eliminato i campioni uscenti recuperando 13 punti di svantaggio e sia testa di serie n.3, col Fenerbahce, deve anche stavolta affrontare una sfida biblica e chiedere aiuto agli dei della propria mitologia per riuscire in questa impresa, col suo Giasone (Vassilli Spanoulis) a guidare gli Argonauti – quasi tutti ellenici – alla riconquista del Vello d’Oro. Stavolta favorito dal sostegno e la simpatia generale contro il pericolo dell’inizio di un’era turca nel basket.
Il giorno d’intervallo è stato dedicato, come tradizione, al gala per la consegna degli Oscar della Stagione 2016-17 fra i quali c’è anche il nome dell’italiano Niccolò Melli nel Secondo Quintetto, 2° rimbalzista assoluto dietro Udoh, anch’esso al soldo di una bandiera straniera, alla faccia dello slogan promozionale che pretende di dimostrare la grandezza della Lega Italiana . L’Oscar individuale della stagione, meritatissimo, designato da una giuria e dal voto popolare, ha premiato il Centauro spagnolo Sergio Llull. Il minorchino, da 10 anni al Real Madrid, è il simbolo della rinascita de los blancos nell’ultimo lustro. “Tutti i giocatori che sono qui stasera meritavano di vincere questo premio, voglio ringraziare loro, i miei compagni e gli allenatori, perché senza di loro tutto questo sarebbe stato impossibile”, ha detto il Nadal del basket.
E’ il terzo riconoscimento, dal 2005, per un giocatore spagnolo, dopo Jan Carlos Navarro (2009) e Sergio Rodriguez (2014). A livello di club l’intrepido ha vinto col Real 4 titoli nazionali, 5 Coppe del Re, la Coppa Intercontinentale (2015) e l’Eurolega, valso il record del Real di 9 titoli.
L’All-EuroLeague First Time della stagione 2016-7 comprende, oltre a Llull, Bogdan Bogdanovic (Serbia) e Epke Udoh (Stati Uniti) del Fenerbahce, Giorgios Printezis (Grecia, Olympiacos) e Nando De Colo (Francia, Cska). La selezione del Secondo Quintetto comprende invece Brad Wanamaker (Usa, Drarussfaka), Milos Teodosic (Serbia, Cska), Niccolò Melli (Italia, Brose Bamberg), Gustavo Ayon (Messico, Real Madrid), Bryant Dunston (Usa, Efes). Il Trofeo “Alphonso Ford” per il Miglior Marcatore è stato vinto da Keith Langford (Unics Kazan), ex Armani come Melli. Rising Star Luca Doncic (Slovenia, Real Madrid), Miglior difensore Adam Hanga (Ungheria, Baskonia).
Rimangono da assegnare i MVP delle Final Four (Udoh se vince il Fene, Spanoulis se vince l’Olympiacos) e The Coach of The Year (candidati Obradovic, Sfairopolos, Radonjic) che saranno annunciati al termine delle finali di stasera. Si comincia alle 17 (prepartite e dirette di Fox Sports) con la finale per il 3° posto Cska-Real Madrid e alle 20 la finalissima Olympacos-Fenerbahce, che non sarà diretta da Lamonica. Impeccabile nella gara-clou, la semifinale Fene-Real, il principe del fischietto non arbitrerà nemmeno la finale per il 3°, un contentino inutile e ipocrita. L’età ha determinato questa scelta, è stato preferito lo spagnolo Hierrezuelo che aveva già diretto nelle semi i greci: completano la terna il debuttante serbo Jovic e il lettone Latisev . Lamonica è stato compensato però con un incarico: sarà l’unico arbitro nel ristretto gruppo di lavoro per migliorare il gioco, in attesa di diventare il capo degli arbitri, o passare alla FIB con questo ruolo.
A cura di ENRICO CAMPANA