Strano destino trovarsi subito la Turchia nel debutto agli Europei, il paese di una avventura breve e tormentata per il CT Pianigiani e finita invece col sucesso del Fenerbahce nelle coppa nazionale dal suo fidato assistente Luca Dalmonte mentre il capo era in ospedale.
Può essere uno spunto buono per la vigilia di un Europeo di svolta per riqualificare il basket italiano e tornare alle Olimpiadi dopo due appuntamenti mancati, e parlare anche di un sodalizio di ferro, con oltre 100 partite all’attivo, nato ai tempi di Siena quando i ruoli dei due erano all’opposto di ora, anche se poi l’allievo ha superato il maestro. E’ il anche il sodalizio che ha rappresentato quattro anni fa un cambio generazionale sulla panchina italiana. E dal quale si attendonono i frutti, perchè non si può legare il destino di una nazionale solo alla somma dei giocatori NBA, specie quando da anni non spunta un centro di livello internazionale e il ruolo del play è in part-time.
Messi assieme Pianigiani & Dalmonte sembrano però uno di quei doppi fortunati del tennis nati da un fenomeno di compenetrazione totale: spirito, corpo, mente, dedizione. Luca Dalmonte ha due “figlie” adorate, Convinzione e Coerenza, e un “mood” a romagnolo antico nel suo lavoro: “Le scelte di convenienza non fanno parte della mia persona, perché la qualità della persona vince sempre al di là al di sopra che una palla entri od esca”.
– Dalmonte, nella storia dei successi azzurri nel basket l’assistent coach ha avuto un ruolo fondamentale, come Tracuzzi con Jim McGregor,Primo con Paratore, Guerrieri e Gamba con Primo, Zorzi o Sales con Sandro Gamba, Blasone con Gamba e Bianchini, negli ultimi quattro anni Dalmonte-Pianigiani: come e quando questo sodalizio è nato?
“Corso Allenatore Nazionale estate ’96: Dalmonte istruttore, Pianigiani corsista, insieme con Andrea Capobianco, Luca Bechi….il primo contatto con Simone e visti i partecipanti credo, come istruttore, di non aver fatto danni. Stagione ’98-’99: Dalmonte Capo Allenatore Siena, Pianigiani Assistente. I due momenti che hanno dato vita a questo sodalizio”
– Avete un’affinità di carattere, o principalmente dipende da vedute e scelte di gioco simili?
“Punti di vista comuni, sia nell’interpretare la vita di tutti i giorni sia l’interpretazione della pallacanestro ci accomunano e rendono più solido il nostro rapporto”.
– Lei ha lavorato con allenatori da bosco e da riviera, comunque personaggi unici, Pasini, Lombardi, Scariolo, Bianchini, Skansi: più ha dato o più ha avuto?
“Ho avuto la fortuna di “assistere” persone ancor prima che allenatori definiti unici. Ho sicuramente preso, appreso tanto da tutti, cercando di non clonare nessuno, ma di crearmi, grazie a tutti loro, un abito che potesse essere il migliore possibile per la mia persona. Spero di avere anche dato, ma la risposta più certa dovrebbe essere la loro”.
– Ci faccia tre nomi, se ci sono, fra quelli che hanno dato lustro a questa figura e avere grandi maestri aiuta?
“I successi Europei di Scariolo, Bianchini e Skansi hanno consentito loro di avere una dimensione europea, ma tengo stretti il rapporto e l’esperienza avuti con il Paso e con il Dado. Aver assistito ognuno di loro, sia per qualità umana sia per dimensioni professionali, mi fa sentire ancora oggi un uomo ed un allenatore fortunato”.
– Se c’è un modello all’italiana per la figura di assistente questo è proprio lei…
“Non ho questa presunzione, cerco di ricoprire il ruolo di assistente nel modo migliore che io, da capo allenatore nei club, mi aspetto dal mio vice allenatore”.
– La differenza fra allenare una squadra di club e la nazionale?
“Il tempo ti permette di allenare e la figura di allenatore è tutto tondo; in una nazionale il tempo ristretto porta ad un compromesso tra selezionare, gestire, allenare”.
– L’amicizia è un collante, o diventa ad un certo punto pericolosa?
“L’amicizia quella vera, e sottolineo quella vera, non può essere un pericolo”.
– Un episodio divertente e inedito del vostro sodalizio?
“Essendo io uno dei due protagonisti, è arduo pensare ad un episodio divertente! Inedito? Sono orgoglioso di aver trascorso la notte precedente alla Semifinale di Coppa di Turchia insieme e al fianco di Simone ricoverato”.
– Con Pianigiani in ospedale lei ha vinto la Coppa di Turchia e fatto sempre un’ottima figura anche nelle coppe, sono molti i coach italiani di statura internazionale?
“Non ho una risposta intelligente a questa domanda, se non il piacere della domanda stessa”.
– Siete superstiziosi o cartesiani?
“Non abbiamo superstizioni. Tra l’altro un argomento mai affrontato”.
– Avete un livello alto o basso di passionalità e di emotività?
“Un senese toscano come Simone ed un romagnolo come me non possono altro che esprimere passionalità ed emotività che contraddistinguono le terre di origine”.
– Alcuni allenatori prendono beta-bloccanti per controllare i nervi, voi ne avete bisogno o no?
“A necessità, penso e spero di essere utile a Simone anche in questa direzione. Senza aggiunte chimiche; il mio beta bloccante è il sorriso di mia moglie”.
– Quante partite avete diretto assieme,compresa l’esperienza al Fenerbahce?
“Di certo, ad oggi,100 insieme con la Nazionale, aggiungo qualche decina insieme al Fenerbahce e a ruoli invertiti una ventina a Siena”.
– Come vi dividete i ruoli, spesso il CT lascia a lei la presentazione degli avversari.
“Il mio ruolo, richiesto da Simone, è avere idee chiare sulla tipologia dell’avversario per costruire regole offensive e difensive da applicare in partita e soprattutto il senso che dobbiamo dare nell’interpretare la partita stessa. In questo c’è importante supporto da parte di Mario (Fioretti)”.
– Che contributo le chiede nello specifico in questa spedizione, e lei cosa cerca di offrirgli?
“Il contributo richiesto, o ancora meglio che mi sento di poter dare, è di supporto a tutto tondo per qualsiasi dettaglio di gestione e di aspetti tecnico-tattici. Questo non significa assecondare sempre e comunque, ma proporre idee, contrapporre opinioni in modo costruttivo”.
– Il bilancio della fase di preparazione per Eurobasket 2015 in due parole: vi aspettavate di più?
“Ci aspettavamo di avere un lavoro più omogeneo per tempi e presenza, ma ad oggi quel che conta è guardare avanti e visualizzare la prima palla a due dell’Europeo”.
– Quanto contano i risultati di amichevoli e tornei di questa spedizione?
“Amichevoli e tornei in fase di preparazione vanno contestualizzati. Può essere più utile una partita “vera” giocata e persa, piuttosto che una vinta con poca pallacanestro. Quindi nessun feedback utile per la costruzione ed il miglioramento di squadra”.
– Quale è la forza di Pianigiani come coach?
“Il metodo, la chiarezza, la scelra dei giocatori, la tattica”.
– Avete messo qualcosa di nuovo nel bagaglio per Berlino?
“Assolutamente sì per mostrare, al debutto contro la Turchia e alle successive avversarie, uno scenario in qualche aspetto differente, rispetto a quello mostrato fino ad oggi”.
– Che rapporto avete coi giocatori?
“Il mio personale obiettivo quotidiano è di avere un rapporto diretto, onesto e trasparente”.
– Cos’è in due parole questa “motion offense” che LeBron ha stoppato quando David Blatt è arrivato a Cleveland?
“Motion Offense significa “attacco in movimento”: tutti i giocatori coinvolti, più o meno in egual misura…forse LeBron voleva qualche gioco a termine per sé?”.
– Quest’anno sono i suoi 30 anni di carriera fra gavetta e incarichi da primo allenatore: contento delle sue scelte, e di cosa in particolare?
“Niente da recriminare, non è mia abitudine guardarmi dietro. Ho fatto scelte, ho scelto miei personali comportamenti, consapevole di pagarne le conseguenze. Sono 30 anni che vivo nel mondo della mia passione sportiva…mi sento un uomo fortunato”.
– Nonostante le ultime due stagioni di Roma, si trova a piedi, roba da non crederci, è vero che Toti l’aveva chiamata proponendole una cifra inaccettabile, quando tutti sanno che per lei questo non è un argomento primario.
“Partirò di rincorsa per la prossima stagione, non so darle una spiegazione certa. Sicurò è che il nostro è un mestiere di opportunità. E poi, senza polemica, siamo in un paese in cui regna la meritocrazia? Mi vanto tutt’ora di avere un ottimo rapporto con l’Ingegner Toti, mai mi ha proposto una cifra inaccettabile. Vero è comunque, che prima dell’Euro, per me valori, idee e progetti sono più importanti”.
– Vero che lei avrebbe dato comunque la sua disponibilità per un progetto, tanto più quello che il presidente della Virtus Roma ha poi dato alla stampa, forse per motivare l’autoretrocessione?
“Vero è che avevo dato una disponibilità per un progetto di un nuovo corso della Pallacanestro a Roma. Ne sarei stato orgoglioso e motivato. Purtroppo il progetto è abortito prima che prendesse forma”.
– Se c’è un coach che piace a tutti e lascia sempre un buon ricordo e migliora i giocatori è propri lei, come vanno le cose oggi nei club di A?
“E’ motivo di profonda riflessione che vede coinvolte tutte le parti sociali della pallacanestro. Facendo parte della categoria allenatori, dico che allenatori compresi devono mettere se stessi in discussione. Potrebbe essere il momento giusto per distruggere e ricostruire. Serve un atto forte condiviso, per non trascinarsi in un declino pericoloso lo sport più bello che esista”.
– Lei ha un agente o non ne ha bisogno?
“Ho un agente…difficile farne a meno. Una persona che stimo e che sento vicino nell’interpretazione di tutto ciò che ci circonda”.
– Il mercato del basket è ormai bloccato dagli agenti, i quali trattano direttamente coi presidenti che non sempre chiedono il parere ai loro allenatori: è così?
“Posso rispondere per me e per le mie esperienze: ho sempre cercato di condividere scelte insieme con presidenti e manager. Ritengo che le scelte condivise rendano più forti le scelte stesse”.
– E’ vero che il suo contratto e di Pianigiani scade dopo gli europei?
“Non conosco i termini del contratto con Simone, ma conosco i termini del mio contratto: scadenza settembre 2016”.
– Lasciando stare i pronostici che lasciano il tempo he trovano, chi potrebbe essere la sorpresa?
“Mi auguro nessuna delle squadre del nostro girone”.
– L’Italia di solito esplode quando viene criticata o viene trascurata dal pronostico ma stavolta non è così…
“Fa parte del nostro DNA di popolo dare il meglio di sé di fronte alle critiche. Sembra quasi che troviamo energia positiva dall’essere maltrattati ed infatti questi pronostici a nostro favore mi preoccupano molto”.
A cura di ENRICO CAMPANA