Jack Devecchi svela un retroscena sul suo arrivo alla Dinamo

Dinamo Sassari, Jack Devecchi svela un retroscena

La bandiera della Dinamo Sassari Jack Devecchi ha parlato a ‘La Nuova Sardegna’ qualche giorno dopo la sua ultima partita con il club sardo. “Io ultima bandiera del basket italiano? A furia di sentirmelo dire quasi ci credo… Diciamo di sì – ha esordito -. Sono cresciuto ammirando le bandiere, i giocatori che oltre ciò che hanno dato sul campo hanno anche potuto dare qualcosa anche fuori. Ho avuto la fortuna di farne parte anche io e sicuramente ne vado fiero”.

Quindi ha svelato un retroscena sul suo arrivo alla Dinamo: “Il mio pensiero era fare un anno e andare via. Ero in prestito dal Montegranaro per due anni, volevo dimostrare di essere anche io all’altezza, volevo crescere in A2 e tornare per giocarci in A, poi invece ho cambiato idea, ho sposato sempre più il progetto della Dinamo e in A ci sono arrivato con la maglia di Sassari, il resto è quello che sappiamo. Cosa mi ha fatto innamorare? Il legame che si è creato, i rapporti più intensi e veri sono qui. Quando arrivai eravamo in Legadue e quindi si era visti solo come dei ragazzi che giocavano a basket, non idoli. Così, vinta qualche diffidenza iniziale, c’è stato il tempo di far maturare rapporti importanti e… caldi, figuriamoci per me che arrivavo da Milano dove le relazioni sono un po’ più fredde. Questo mi ha fatto decidere di restare qui a vita, perché qui c’è la mia vita”.

“Il ricordo più vivo è sicuramente la vittoria di quello scudetto, qualcosa di indescrivibile, ciò che hai sempre sognato da ragazzino si era avverato. E poi, non per importanza, l’applauso che mi è stato tributato da tutto il palazzetto dopo gara3 con Milano giovedì. Cose che restano in profondità” ha chiosato Devecchi.

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