Era naturale, anzi quasi scontato, che la lunga rincorsa al primo titolo di Regina del Continente Nero da quando 50 anni fa entrò nella FIBA che dopo tante occasioni mancate e troppe delusioni questa sarebbe stata la volta buona per la Nigeria che da vari anni ha avviato un reclutamento a tappeto dei giocatori americani collocati nei colleges o figli o nipoti di emigranti , come è il caso di Ike Diogu, un tipo da NBA, idem Al Farouq Aminu dei Pelikans e dal fratello maggiore Alade Aminu, tanto da presentarsi a Londra con ben 9 “Us born” nell’ultima Olimpiade battendo nel torneo di qualificazione olimpica di Caracas Grecia e Lituania nella prima fase e poi, dopo la sconfitta di stretta misura con la Russia di David Blatt, togliere l’Olimpiade nella finale per il 3° posto alla Repubblica Dominicana .
La Nigeria ha brillanti mercenari della palla a spicchi in tutto il mondo, anche una parte delle fortune senesi sono state dovute dalla possibilità di tesserare Benjamin Eze facendolo diventare italiano e pur non potendo utilizzare Diogu per uno stiramento dalla partita iniziale restava la favorita. E l’ha ha dimostrato con un netto dominio ai rimbalzi, col primo quintetto demolitore e le rotazioni.
Conquistato il primo titolo con vittorie nette, anche in finale ha messo in cassaforte 19 punti di vantaggio preferendo non maramaldeggiare e va di filato ai Giochi di Rio mentre Angola, Tunisia e Senegal come 2.a, 3.a e 4.a classificate sono ammesse ai tornei di Qualificazione Olimpica con gli ultimi 3 posti finali dal 5 al 10 luglio 2016. Successo annunciato, soprattutto quando la formula – come dire? – prismatica e bugiarda di Afrobasket 2015, ha fatto capire che l’unico ostacolo serio poteva essere il fattore campo a favore della Tunisia vincitrice per 70-59 nel girone di classificazione con le “D Tigers” del Niger.
Un ultimo possibile paletto quasi inconsistente per frantumare gerarchie da anni cristallizzate è stato divelto con forza nella semifinale quando si è visto chiaramente che la Tunisia non aveva più birra “con un’Angola certamente lontana dai giorni migliori e con il problema fisico Salah Mejri per mille piccoli guai dovuti a mancanza di allenamento” di questo gigante macchinoso ,come ha sottolineato , forse per mettere le mani avanti sul proprio operato, il coach Adel Tlatli il quale per rendere più verace la sua tesi non ha mandato in campo nella finale per il 3° posto il neo-acquisto di Dallas. Inoltre la Tunisia non sembrava da titolo, tanto da aver sfruttato un regalo grosso come una casa da parte del Marocco nell’eliminatoria diretta. Non c’era bisogno da parte dell’allenatore tunisino di evidenziare con poco fair play i problemi dell’Angola di questa edizione che a sua volta deve segnarsi con la sinistra avendo sfiorato la clamorosa eliminazione col Centrafrica senza Romain Sato negli ottavi. L’ex Regina d’Africa ha presentato una squadra meno spigolosa e tecnica di quello che si riprese il titolo due anni a ad Abjdian conquistando l’11° trofeo.
La Nigeria doveva solo aspettare dunque il momento più favorevole, momento arrivato ancor più favorevolmente col problema e il “caso strisciante” di Salah Mejri, la torre tunisina. E nella finale con una vittoria netta, dopo un vantaggio di 19 punti scemato ai 9 finali, ha
zittito un’Angola senza l’abituale spirito e intensità , meno scorbutica, pasticciona sepolta ai rimbalzi che sono stati la forza determinante per i neo-titolati con Lawal a reggere l’impalcatura assieme al maggiore dei fratelli Aminu. L’impresa storica l’ha “firmata” un coach americano, Bryant Voigt, l’unico bianco col suo assistente John Kirk Bryant che ha preso il consegna questa estate il gruppo e l’ha portato alla meta senza mai correre pericoli, nonostante l’indisponibilità di Ike Diogu, giocatore entrato da protagonista nella NBA come rookie e poi accasatosi in altri 5 club , fra i quali alcuni di spicco, tenendo una media impossibile per le concorrenti, di 82,6 punti e 48,4 rimbalzi che non ha ammesso discussioni sul parquet.
La Nigeria vanta una serie di primati, è il paese più popoloso dell’Africa, quello col maggior numero di tribù (circa 250), di miniere e di petrolio del suo continente, del maggior potenziale di sviluppo e fra i tanti vanta pure quello di nazione col maggior numero di cestisti, che significa produzione continua di bravi giocatori per l’Europa (vedi la crescita di Lawal, il centro che serviva al Barcellona per rilanciare la sfida al Real, per la Cina e per la NBA. Non per caso l’ultimo grande centro della NBA è stato Akeem “The Dream” Olajuwon dei
Rockets. Anche lui con la O iniziale, molto frequente in quella popolazione, perchè si farebbe risalire un marchio d’identità di una regione monosillaba, di sole tre lettere, che raccoglieva gli schiavi per mandarli sui vascelli nelle piantagioni americane.
Metà della squadra che ha vinto domenica notte a Rades il primo titolo di africano ha curiosamente il nome o cognome che comincia per 0, come Olaseni (Lawal) il MPV della finale scudetto di Sassari e migliore della spedizione di Rades (Tunisi) col 1° posto in ben 3 specialità come rendimento (valutazione 19,6), rimbalzi (9), assist (3), anche se per la giuria di Afrobasket 2015 il MVP Chamberlain Oguchi, MVP del torneo, un recupero voluto voluto dai “fratelli” , come ha voluto sottolineare nel momento di alzare il trofeo individuale. Era stato messo all’indice dopo aver segnato 35 punti alla Francia di Londra non irresistibile, sembrava potesse entrare nella NBA, invece accettava a malincuore l’Europa finendo per essere sospeso in Spagna per un farmaco proibito assunto ai tempi del suo approdo a Gran Canaria. Il primo acuto di Big O” era stata la partitona con l’Uganda (30 punti, 8 bombe su 14, massimo punteggio individuale in una gara), poi ha giocato buone partite, ha lasciato il palcoscenico alla giovane star del torneo, Gorgui Dieng, il centro senegalese di Minneapolis, che non aveva attorno una squadra di pari livello. E ha chiuso , Chamberlain, con una finale di grande impegno, con i suoi occhi spiritati, che sembrano riflettere il vulcano che si porta nella testa al suo ritorno in campo dopo quasi due anni e che per ora gli consentirà solo di rientrare nel giro europeo con l’Anwil nel modesto campionati polacco.
Per quanti riguarda gli specialisti: Horgui Dieng straordinario attaccante (23,9 di media) ma in calo nelle ultime due gare perse dalla sua squadra, al secondo post Xavier (19,6) di Capo Verde e terzo con 19,2 di Augusto Mats, il tirre dei due gemelli monzabichesi. Deng di
gran lunga anche il primo rimbalzista (14,9), secondo con 10 Mascarenhas della Costa d’Avorio, terzo con 9 Olaseni Lawal che il suo allenatore non ha voluto spremere perchè quest’anno ha girato come una trottola andando a giocare anche nella Sumer League.
Comunque una grande perdita per la Spaghetti League, con quella di Anosike, altro rimbalzista alato. I progressi anche tecnici di Lawal si vedono anche nella valutazione con 19,6 è il primo della Nigeria e il 3°, al primo Dieng (30,3) con doppie-doppie da giocatore pronto a diventare una star, soprattutto col nuovo arrivo di un centro, Karl Anthony Town, dhe gli permetterà di giocare ala. Al secondo posto l’ivoriano Diabae (20,4) uno dei tanti buoni giocatori africani. Tanto di cappello al mitico Almeida, il play bassotto del Senegal che ha chiuso con 14 assist, ed è stato il migliore (7,6) davanti a Khalfi (6, Marocco) e Diabate (5,8). Dunque, Australia e Nigeria sono le prime 2 qualificate continentali per il torneo di Rio dove son già ammesse Stati Uniti e Brasile.
Stanotte si alza il sipario sul FIBA 2015 Americas Championship di Città del Messico, nella grande arena olimpica, con 10 squadre in due gironi e altre due qualificazioni dirette, vedremo se la vecchia Argentina ha fatto un nuovo patto col diavolo per tenere le posizioni, c’è il Brasile e vedremo se è così competitivo da meritare la wild card come paese organizzatore. Mine vaganti Portorico e Venezuela, il Canada aspira ad andare subito ai Giochi per allettare alcuni dei suoi giocatori della NBA per il prossimo anno, come Wiggins (Wolves) o Tristan Thompson (Cavs).
AFROBASKET 2015 – Rades (Tunisi), 19-30 agosto (16 squadre, 1.a classificata a Rio, 2°-3°4° OQT).
Girone A – 1.a g: NIG-Caf 88-63; TUN-Uga 77-55. 2.a g: NIG-Uga 98-59; TUN-Caf 68-52 3.a g: TUN-Nig 70-59; CAF-Uga 60-56. Classifica finale: 1. TUN 3/0; 2. Nig 2/1; 3. Caf 1/2, 4. Uga 0/3.
Girone B – 1.a g: ANG-Mzb 84-72; SEN-Mar77-71. 2.a g: Ang-Mar 68-67; Sen -Moz 86-76. 3.a g: Moz-Mar 85-82 (23 P.Matos; 21 Korodou + 7r 3st); Sen-Ang 74-73 (24 G.Dien + 9 r; 19 C.Morais + 7 5a 3st) Classifica finale: 1. SEN 3/0, 2. Ang 2/1, 3. Mzb 1/2, 4. Mar 0/3.
Girone C – 1.a g: EGY-Gab 96-49; CMR-Mal 70-56.2.a g.: MAL-Gab 78-54; EGY-Cmr83-77. 3.a g: CMR-Gab 93-67; EGY-Mal 55-49. Classifica finale: 1. EGY 3/0, 2. Cmr 2/1, 3. Mal 1/2, 4. Gabon 0/3.
Girone D – 1.a g: CPV-Civ 76-56; ALG-Zim 87-67. 2.ag: Civ-Zmb 64-52; CpV-Alg 78-69.3.a g: CvP-Zim 76-65 (18 Correia, J.Xavier; 11 Chikoko + 11r), Civ-Alg 81-74 (26 Diabate + 6a; 27 M.Harat + 14 2a 2st. Classifica finale: 1. CPV 3/0, 2. Civ 2/1, 3 Alg 1/2, 4. Zimbabwe 0/3.
PROGRAMMA – Ottavi: EGY-Zim 102-62 (18 E.Amin; V.Chikoko + 10r 6st); ANG-Caf 62-61 (16 Y.Moreira + 7r; 23 M.Kouguere + 7r); MAL-Civ 76-57 (18 B.Sibide; 8 S.Diabate); TUN-Mar d.t.s 69-68 (22 M.Ben Rodhmane + 10r; 19 S.Korodou) ; SEN-Uga 79-48 (23 G.Dieng + 17r ; 16 S.Ocitti); GAB-CpV (17 G.T. Maymba; 23 M.Correia + 7r); NIG-Moz 83-47 (14 Ala.Aminu, 10 Lawal + 12r; 14 A.Matos);ALG- Cmr (23 M.Harat; 22 F.Tchoubaye).
Quarti: NIG-Gab 88-64 (17 Alf.Aminu, 10 Al.Aminu 10r; ANG-Egy 83-63 (19 C.Morais; 18 E.Amin); SEN-Alg 75-68 (20 G.Dieng + 17r; 12 M.Harat, M.Benzegala); TUN-Mal 67-60 (16 M.El Mabrouck; 14 S.Cissè). Semifinali: ANG-Tun 58-51 (14 E.Mingas; 12 M.Ben Rodhmane); NIG-Sen 88-79 d.t.s. (22 C.Oguchi, 17 Lawal +11r; 20 G.Dieng + 16r, 14 X.Dlmeida + 11a). Finale: NIG-Ang 74-65 (19 C.Oguchi, 12 Lawal +8r, 21 val, 4 Ala.Aminu + 12r; 15 C.Morais, 13 Y.Moreira, 12 B.Morais +17 val).
LE FINALI: 1°-2° NIG-Ang 74-65; 2°-3° TUN-Sen 82-73; 5°-6° EGY-Alg 69-63; 7°-8° MAL-Gab 94-82; °10° CMR-CpV 88-66; 11°12° MOZ-Civ 70-63; 13°14°MAR-Caf 86-74.
CLASSIFICA FINALE – 1. NIG 6/1, 2. ANG 5/2, 3.TUN 6/1; 4. Sen 5/2; 5. Egy 6/1; 6.Alg 3/4; 7. Mal 3/4, 8.Gab 1/6, 9.Cmr 3/2; 10. CpV 3/2; 11. Moz 2/3; 12.Civ 2/3; 14. Mar 1/4; 15. Uga 1/4; 16.Zim 0/5.
QUINTETTO IDEALE: MVP Chamberlain OGUCHI (Nig), Georgui DIENG (Sen), Makram BEN RODHMANE (Tun), Carlos MORAIS (Ang), El-Farouq AMINU (Nig).
OSCAR di Sportal.It – MPV: G.Dieng (Sen). Quintetto All-Stars: G.Dieng (Sen), C.Morais (Ang), C.Oguchi (Nig), O.Lawal (Nig). M.Ben Rodhmane
(Tun). 2° Quintetto: X.Dalmeida (Sen), M.B.Roll (Tun, Usa), G.T.Maymba (Gab), Al. Aminu (Nig), V.Chikoko (Zim). 3° Quintetto: W.Coulibaly (Mal, Chaminade Usa), M.Kouguere (Caf), Au.Matos (Moz), A.Mendy (Sen, Orleans), A.Zouita (Alg). ROOKIE All Stars: Gyll Terence MAYMBA (Gab, 20 anni, 1,99 sf, George Mason Un/Usa), Larry Rostand ESSONO MVE'(Gab, 23, 1,99 pf), Mohamed ARAT (Alg, 25. 1,98 sf), Jeremy NZEULIE (Cmr, 24, 1,88, g, Nanterre), Assem MAREI (Egy, 23, 2,05, c.).
A cura di ENRICO CAMPANA