Curry come Messi, Beli ex impreciso

“Mi sono attrezzato come Messi, vedremo come andrà a finire”, ha raccontato Stephen Curry  a bassa voce  ai giornalisti incuriositi dal suo parastinchi in plastica prima dell’ultima gara della serie con i Kings.  Proprio nella terza gara coi cugini aveva subito il 28 dicembre un colpo duro allo stinco. Si è rifiutato di riposare come volevano i medici e giocato le ultime quattro gare e sfidando il dolore grazie anche all’accessorio calcistico ha allungato la serie stagionale di vittorie dei Warriors (35-2) segnando 38 punti con la bellezza di 8 triple su 14, 11 assist e 6 rimbalzi  a Sacramento. L’utima delle tre positive trasferte. Nonostante la sua zoppicante Folgore, i Warriors  sono in serie positiva da 6 giornate, giusto alla metà dell’ultimo record possibile di questa stagione: le 72 vittorie dei Bulls di Jordan ’95-96.  E la strada è ancora lunga.
 
Pur non avendo mai giocato a calcio, l’MVP in carica ha preso come esempio il 4 volte vincitore del Pallone d’Oro per spiegare il suo gioco. “Abbiamo entrambi uno stile creativo sia in campo che fuori, sono un suo tifoso e amo guardarlo giocare perchè è sempre imprevedibile “, ha spiegato regalando la sua maglia numero 30 autografata al campione argentino che ha ricambiato posando col dono su Instagram il 3 dicembre.
 
Dopo aver lasciato la scena a Klay Thompson e Draymond Green nelle ultime gare ha archiviato splendidamente gara4 con i Kings nella quale si è trovato di fronte il fratello Seth, niente più di una comparsa (0 punti in 8 minuti). Il martello Klay Thompson  non ha piccchiato duro come nelle precedenti gare (1/7 da 3  e 7/17) ma 25 punti e 9 rimbalzi del ciclone Draymond Green (25 punti e 9 rimbalzi). E anche fallo tecnico n.9 dopo una mazzolata pesante. Il contropiede di George Karl sulle palle perse dei Warriors è stato efficace (27 contro 18 e 50 punti a 48 in area), ma è mancata la precisione degli ospiti al tiro: 56% in titale e 51% da 3  contro il 46,7%   e il 34%  per l’assenza di Omar Casspi e la mano incerta delle guardie Rondo e Belinelli e la scarsa incisività di McLemore, mentre se l’è cavata Quincy Acy come starter.Altra voce decisiva i 22 liberi su 29, qui il doppio dei Kings (11/15) per il minor tasso di pericolosità individuale e il maggior movimento senza palla e reatività dei Warriors.
 
Nella serie Belinelli ha contraddetto la regola aurea (ma non scritta) dello sport che provochebbe il trasfert positivo dell’ex : 0-4 stagionale contro i club che lo scelse nel draft 2007 (n.18). Aveva cominciato alla grande il 7 novembre con 22 punti in casa (5/11 3/6 da 3), poi le due peggiori gare alla Sleep Train di Oakland dove nella seconda stagione entrò ben 23 volte (su 42) in quintetto aprendosi la strada per una bella carriera: 5 punti (2/10 e 0/7, 101-120) il 28 novembre e 3 punti (1/4 0/2, 103-22) il 28 dicembre, quindi con 0/9 da 3. E ha finito con 13 punti in casa con un modesto 5/14 (meglio da 3 con 3/7 contro  2/7 dal campo), totale 40 punti (10 di media) nella sua prima stagione coi Kings dove sta segnando 11,6 punti di media. Questo significa 2 punti più  in carriera  anche  se è sotto al suo standard come precisione, lo scopo per cui ha spuntato il contratto dela sua vita, 19 milioni per 3 stagioni. Con i 30 anni ormai vista, in calendario a fine marzo, la sua stagione potrebbe essere a una svolta. Prossima gara lunedì con New Orleans che forse dovrà fare a meno di Anthony Davis ammaccatisimo per un volo sul pubblico per recuperare una palla.
 
In questo momento la miglior striscia è di tre squadre dell’Ovest, 8 vittorie per i Clippers pur con  Superman-Griffin in infermeria, San Antonio 7 e poi i campioni in carica con 6. Imprendibile Golden State (35/2 94,9%), unica squadra sopra il 90%, al secondo posto pur avendo rischiato nell’ultima gara coi Knicks,  gli Spurs (unica squadra sopra l’80%, 32/6, 84,2, record casalingo d’inizio stagione con 22 vittorie e assoluto eguagliato 32/6), al terzo posto , uniche sopra il 70%, i Cavaliers (25/9 735%) e  i Thundercity (26/11, 70,5%).  I Clippers sono all’8° posto per il brutto inizio con 24/13.
 
La situazione dei Nets (penultimi all’Est e al 28° posto davanti a Lakers  8/30 e Filadelfia 4/35) è molto compromessa dopo le utime sconfitte: 10/27, i 27% per cento e la possibilità del taglio entro la chiusura del mercato invernale (18 febbraio) di Joe Johnson  il secondo giocatore più pagato della NBA con 24,9 milioni) che potrebbe finire la stagione al minimo salariale  in un club  di vertice (Spurs, Cavaliers Oklahoma). L’operazione di partire subito con la ricostruzione della squadra potrebbe aprire a Bargnani un ultimo ipotetico spiraglio  per riguardagnare fiducia e stima, anche se è finito nel dimenticatoio (6 minuti e un canestro nella sconfitta n.27 a Detroit). L’alternativa – e forse ci sta pensando – è quella di esplorare il mercato europeo o  bussare all’Armani, unica in grado di cometere con i grandi club stranieri,  per entrare nelle rotazioni dei lunghi. E quindi evitare due mesi vuoti e arrivare in forma al pre-olimpico.  Certamente  il Mago è migliore come peso specifico di Robbie  Hummel e più produttivo di Barac, sebbene si tenga lontano dalle aree affollate. Naturalmente decisiva la parola di Repesa  che non manca di flessibilità  nell’accettare le  scelte dei vertici societari.
 
All’Ovest hanno invece  possibilità di recupero quasi ormai al giro di boa delle 41 partite  i Kings di Belinelli  (9° posto, 15/22, 40,5%) che  sono in un buon periodo e hanno già archiviato lo 0/4 coi Warriors e  i Nuggets  di Gallinari (13/24, 35,1%) se  verrà risparmiata dagli infortuni e il Gallo cotinuerà sullo standard alto di questa stagione (18 punti di media, miglior europeo).
 
All’Ovest hanno invece  possibilità di recupero quasi ormai al giro di boa delle 41 partite  i Kings di Belinelli  (9° posto, 15/22, 40,5%) che  sono in un buon periodo e hanno già archiviato lo 0/4 coi Warriors e  i Nuggets  di Gallinari (13/24, 35,1%) se  verrà risparmiata dagli infortuni e il Gallo cotinuerà sullo standard alto di questa stagione (18 punti di media, miglior europeo).
 
RISULTATI 9 genn – LA CLIPPERS-Charlotte 97-83 (25 C.Paul 5pe, 19 J.Crawfod  1/7 da 3, 11 D.Joran + 19r 4/10 tiro, assente B.Griffin 26 J.Lin, 6 C.Zeller +13r, assente N.Batum); ATLANTA-Chicago  120-105 (33 A.Horford + 10r 6a, 18 P.Millsap, 13 D.Schreder 8a; 27 J.Buter 10/12 tl, 24 N.Mirotic 10r 5/9 da 3, 10 P.Gas 7r 5a); Orando-WASHINGTON 105-99 (23 N.Vucevic 9r, 17 V.Oladip 5pe; 24 J.Wall + 10a, 12 M.Gortat +10r, assente B.Beal); DETROITBrooklyn 103-89 (23 A.Drummond  11r, 23 R.Jackson, 19 E.Ilyasova +13r, asente Marc.Morris;  19 B.Lopez 8/11, 14 J.Johnson, 2 A.Bargnani 1/4 6′ , 0 Boj.Bogdanovic 0/5 25′); Filadelfia-TORONTO 95-108 (28 I.Smith, 19 J.Okafor; 25 K.Lowry, 19 D.DeRozan 17 J.Valanciunas 9r, assente D.Carroll); UTAH-Miami 98-83 (34 G.Hayward, 3 T.Lyles +10 r, ng D.Favors, R.Hood; 24 C.Bos, 16 G.Dragic 4pe 0a, 10 H.Whiteside +11r tl 2/6); Sacramento-GOLDEN STATE 116-128 (33 D.Counsins 12/27 + 10r, 23 R.Gay 9r, 13 M.Belinelli 5/14 3/7 da 3 2/7 3r 1a 32′, 4 R.Rondo +12a; 38 St.Curry  +11 a 6r tiro 12/21 8/14 da 3,  25 Dra.Green 9r 4a, 15 K.Thompson 7/17 1/7 da 3, 2 A.Bogut +11r).
 
A cura di ENRICO CAMPANA

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