L’ennesimo show-record di Stephen Curry, 51 punti a Orlando, fa passare in secondo piano la notizia di mercato – e di costume – del giorno: i Nets hanno chiuso con Joe Johnson una buona uscita di 3 milioni, ultimo atto di un quadriennale da 24,9 milioni per stagione, per permettergli di giocare i playoff con una delle sei squadre che hanno manifestato interesse per la 34enne guardia che ha costruito la sua fama per essere il giocatore che decide le partite sulla sirena. Sono state 7 in un decennio, mica 20-20 o i 50 come i punti che Curry ha superato già 3 volte in questa stagione. In ogni caso Johnson deve ringraziare Prokhorov , l’imprenditore russo impegnato in politica al quale evidentemente i soldi ballano nelle tasche.
Il nuovo corso che per ora vede il nuovo gm Sean Marks dare il meglio come tagliatore di teste, la prima è stata quella di Bargnani la settimana scorsa, è seguita quella di “JJ” che dovrebbe scegliere – con un contratto a gettone (come per David Lee a Dallas) – fra i Cavs e gli Hawks (sì, proprio la squadra che l’ha scaricato 4 anni fa passando il “pacco” ai Nets). Un pensierino lo fanno comunque anche Toronto, Houston, Miami e Oklahoma, inoltre un giornalista ha addirittura chiesto a Marks se pensano magari di riprenderselo essendo un pallino del suo presidente. E qui il gigantesco gm neozelandese ha risposto diplomaticamente: “E’ duro lasciarlo andar via, sicuramente avrà l’opportunità di altre occasioni ma in questo momento noi abbiamo diverse cose all’orizzonte”.
E’ chiaro che la priorità è quella dell’allenatore col quale concordare il roster e valutare il mercato e il draft, ma mancando poco più di una ventina di partite conviene aspettare. E sarà Messina, dato come favorito avendo lavorato con Marks agli Spurs e con Prokhorov quand’era azionista del Cska?. O Thibodeau, ex Bulls e vice di Krzyszewski nel Dream Team, o David Blatt (defenestrato dai Cavs) che a sua volta ha conosciuto Prokhorov ai tempi in cui allenava a Mosca e per il prestigio acquisto avendo portato la Russia al titolo europeo. Ultima grande pagina prima della caduta a picco dell’ex impero. L’impressione è che l’allenatore ci sia già ma voglia (o debba) rimanere coperto…
Capitolo Curry. Spettacolo nello spettacolo, oltre aver giustificato al suo passaggio l’ennesimo “esaurito” (19.189 spettatori) anche a Orlando, Curry segnando almeno un canestro da 3 in 128 partite ha superato il record di Kyle Korver e adesso deve sfidare solo se stesso. E nell’ultima settimana, sempre in trasferta, che finirà sabato 27 a Okhahoma City segna un incredibile “crescendo Rossiniano” per il Messi dei canestri: ha iniziato sabato con 23 punti a Los Angeles/Clippers, martedì con 36 ad Atlanta, giovedì con 42 a Miami, 51 giovedì notte a Orlando. Vale a dire che i 6 giorni e migliaia di miglia ha giocato 4 gare con un bottino di 152 punti (media 38, quasi 10 di più del punteggio come top scorer della lega). Per i Warriors vittoria n.52 con 5 sconfitte, nessuno nella NBA aveva tenuto questo passo, trema il record di 72/10 dei Bulls di Jordan ’95-96.
Lo show ha raggiunto lo zenith col canestro di tabella da metà campo alla fine del terzo tempo nel quale ha segnato 24 punti, uno di più di quelli dei Magic nel quarto finale e 2 di meno dei Magic in quel terzo tempo da cineteca. Nel quarto è entrato solo per il gran finale, onorato con la tripla n.10 (su 15) in 34 minuti. Per cui non c’è stato bisogno stavolta di Klay Thompson (9 punti, 4/10, 1/5 da 3) e Anderson Varejao, arrivato dai Cavs, è riuscito a mettere piede in campo e segnare 5 punti, più di quelli di quando giocava con LeBron.
Nei social forum c’è chi calcola se giocasse i minuti di Jordan nei Bulls, la sua media sarebbe di 38 punti. Sul record e il canestro da metà campo, vicino al tavolo degli ufficiali, Kerr si è stupito che tutii si stupiscano: “Per lui è una cosa normale giocare così.. Sa sempre quello che fare. E in fondo quel canestro è sempre n canestro da 3 e basta.. “. Ben detto: se osservate il riscaldamento di Steph, una parte è dedicato al ball handling con due palloni, e poi al tiro da metà campo che prova e riprova in tutti gli allenamenti”.
Per gli avversari, ammirazione e rassegnazione: “Bisognerà aspettare a lungo perchè si chiuda la striscia dei suoi canestri da 3 punti…Qualsiasi cosa che abbiamo tentato per fermaro è risultata inutile, ha detto coach Skiles. Per Fournier invece “non è stata una sorpresa, li è sempre così”. Sulla stessa linea Victor Oladipo: “Non ci sono segreti, lui gioca così in maniera speciale con tutti”.
Gli Spurs sono a una vittoria dalle 50 (49/9), a Salt Lake City hanno sterilizzato l’attacco di Utah (78 punti) recuperando al meglio Kawhi Leonard (29 punti) e con una doppia-doppia del 39enne totem Tim Duncan e vinto di 18. Come scarto fra canestri fatti e subiti si permettono di aver sottratto l’unico primato mancante ai rivali con i quai dovranno giocare ancora 3 volte tutte nel finale della regular season. San Antonio ha giocato dal 5 febbraio 8 volte in trasferta e concluderà il tour sabato 27 a Houston. Il bilancio è di 9/1, come quello dei Warriors, con 10 gare in 22 giorni, una ogni 2,2 giorni compresi i viaggi. Un tour de force senza precedenti ma splendido considerando la squadra anzianotta nella quale sta rifiorendo Parker nonostante da 10 anni giochi ininterrottamente d’estate, e con grande impegno, con la nazionale francese.
La rimonta del giorno (e forse della stagione) è stata dei Rockets, indietro di 21 hanno vinto di 14 con un Harden grandioso (46 punti) tenuto in campo da JB Bickerstaff in tutta la ripresa. I Blazers che venivano da 6 vittorie sono passati dai 68 dei due piccoletti terribili Lillard-McCollum a 43, oltre a percentuali di tiro inferiore l’altra ragione è la differenza ai rimbalzi, Dwight Howard ha fatto quanto i suoi tre centri. Una vittoria che per Houston vale molto, fa classifica e morale e pareggia il conto della serie (2/2) nel caso di arrivo a pari punti.
Con i risultati di Salt Lake City e Portland, adesso la griglia dal 6° all’8° posto vede nell”ordine con 30/28 Mavericks e Blazers, Portland con 29/29 Houston e Utah con 28/28, un elastico ristrettissimo concentrato in 2 vittorie e 1 sconfitta. Pur prestigiosa serve a poco la vittoria casalinga dei Pelicans con Oklahoma con i suoi statuari “bronzi” (44 Westbrook, 32 Durant) ma con un innesto non facile di Randy Foye (arrivato da Denver), se non altro che Davis è il giocatore sul quale puntare per arrivare al titolo nei prossimi 3-4 anni.
SKY TV – Dopo Chicago-Washington ultimo appuntamento settimanale e del mese domenica 28 febbraio con la diretta alle ore 2 di Oklahoma-Golden State (differita 10.30 e 17).
RISULTATI 25 febbraio- Phoenix-BROOKLYN 106-116 (30 M.Teletovic +11 r 12/23 5/13, 12 T.Chandler +11r, 0 K.Humpries +10r, 0 A.Goodwin 0/3 da3 0/2tl; 24 Boj.Bogdanovic 8/16 3/9 da3); Orlando-GOLDEN STATE 114-130 (20 E.Fournier 3/5 da3, 17 N.Vucevic 9r, 14 V.Oladipo 5/16 6r; 51 S.Cury 20/27 10/15 da3 tl1/1 7r 8a 5pe 34′, 14 M.Speights, 12 Dra.Green 8r, 5 A.Varejao); NEW ORLEANS-Oklahoma 123-119 (30 A.Davis 11/26 6r, 26 R.Anderson 2/6 da3, 22 J.Holiday 9a; 44 Westbrook 15/25 3/5 da3 tl11/14 4r 9a, 32 K.Durant +14r 13/23 3/7 da3 7a 4pe, 8 E.Kater 4/7 1r 1st 18′); BOSTON-Milwaukee 112-107 (27 I.Thomas 2/10 da3 7r 20 J.Crowder, 14 J.Sullinger +10r ; 22 J.Parker , 21 K.Middleton 5r 6a, 20 G.Monroe 9/13 8r); Utah-SAN ANTONIO 78-96 (25 D.Favors 6r, 12 R.Hood, 11 G.Hayward 4/13 3/17 0/3 da3; 29 K.Leonard 10/15 3/5 a3 tl6/6,16 T.Parker 5/12 2/2 da3 tl4/4, 14 T.Duncan +11r); Portland-HOUSTON 105-119 (23 D.Lillar 6/20 3/10 da3 tl8/8 6r 7a, 20 CJ McCollum 9/19 2/7 da3 5r 4a, 6 E.Davis +12r; 46 J.Harden 16/26 4/9 da3 tl10/13 5r 8a 5pe ’46, 19 D.Hpward +13r tl3/12, 6 T.riza 1/10 1/8 da3 8r 7a 5re).
A cura di Enrico Campana