Ci sono vittorie che non danno entusiasmo, che lasciano ferite profonde negli animi e danno rabbia, come racconta Draymond Green dopo per aver visto Curry, raggomitolato sul campo come un fagotto tenendosi il ginocchio per il dolore e singhiozzare sommessamente. Rientrava dopo 2 gare mancate per una storta alla caviglia. E’ piovuto sul bagnato, non metaforicamente. Non si è trattato di un contatto, di una botta, sul 56/56 pari all’intervallo mentre tornava in difesa è lui e Motjeunas sono scivolati davanti all’area per delle gocce di sudore, il lituano è caduto di schiena, il compasso delle gambe del MVP della NBA si è invece aperto bruscamente. Appoggiandosi sulle mani ha raccolto le gambe e zoppicando è andato a farsi trattare negli spogliatoi.
Il colmo per una squadra che non vuole mai perdere è… perdere in prossimità dell’apotesi il giocatore più importante dell’ingranaggio perfetto per un qualcosa che appare come una macchinazione degli dei e l’infortunio di Stephen Curry nella serata di Houston fa passare in second’ordine la vittoria del 3/1 e getta all’improvviso un’ombra raggelante sulla possibilità dei Warriors di mettere il sigillo al secondo titolo, dopo la trionfale regular season costellata da una serie di record storici, a cominciare dalle 73 vittorie che hanno spruzzato un lieve strato di polvere sugli immortali Bulls di Jordan.
Mentre Cleveland e Spurs contro Detroit e Memphis, ottava e settima squadra dell’Est e dell’Ovest staccando per primi, con 4/0 di ordinaria amministrazione che non fa minimamente presa sulla gente come livello di gioco, con un +27 la qualificazione dei Warriors per le semifinali contro la vincente di Clippers-Portand che sono 2/1 è già in cassaforte ma la distorsione al ginocchio è una spada di Damocle legata al risultato della risonanza magnetica prevista per la giornata di oggi, lunedì, al rientro a casa dei Warriors.
Dal cedimento del ginocchio il problema non appare a pima vista risolvibile in pochi giorni di riposo quando la frenesia gladiatoria del playoff non concede pause. La fragilità fisica di Curry col uo corpo da ragazzino sembra concorrere al peggio e manca nel suo ruolo – ma Iguodala, la cui importanza si è capita una volta di più domenica, potrebbe essere l’eroe omerico della situazione – una soluzione di ripiego di un vero play, nella malaugurata ipotesi che la sua stagione sia finita nella maledettissima notte texana. Una sosta per gara4 che nel calendario non era prevista, colpa di quel dannato errore arbitrale sulla tripla da 3 di Harden a 2″ dal finale convalidata dagli arbitri che doveva essere annullata – come ha ammesso la NBA – per aver spostato il “barba” il difensore (Iguodala) per procurarsi il tiro. Era destino…
Magra consolazione, i Warriors continuano a essere l’unica squadra ad aver mai perso due volte con lo stesso avversario e per due gare di seguito (back to back) e travolto nel terzo quarto (41-20) i texani: chi c’era ha raccontato di uno spettacolo degno di essere ricordato. E con l’unica tripla su 7 tentativi l’extreterrestre ferito è riuscito almeno a proseguire nel suo record di almeno un canestro da 3 per sera arrivato a 42 gare consecutive.
Multato di 5.000 ero per la teatrale simulazione di un lieve contatto con l’avversario (Korver) per la cattura di un rimbalzo, partendo dalla panchina Marcus Smart è stato il jolly joker (20 punti, 8 rimbalzi, 5 assist) di Boston che per i 45 punti (più rimbalzi e tante altre cose) di Paul Millsap, il suo intrepido all star, pur tremando è riuscito ad andare sul 2 pari e la storia sarà ancora lunga, specie con Thomas in forma smagliante che con 70 punti in due gare, un’impresa, per un gigante fra i nani, tanto che si parlava di lui per la parte che fu di Tyron Bogues nel Sequel di Jam Space il cui produttore è LeBron James che reciterà la parte di Micheal Jordan. Intanto LeBron confermando i problemi sul tiro da 3 che si porta dietro dall’inizio di stagione, lui che è un maniaco delle cifre e l’anno scorso voleva raggiungere uno standard del 60 per cento nel tiro totale, ha passato il 1 turno dei playff per la 17esima volta, fatto che lo pone fra i grandi come continuità. Vincere a Detroit non è stato facile.Pur on 4 sconfitte i Pistons hanno onorato la serie coi vincitori del’Est che aspettano l’esito di Atlanta-Boston. Nell’ultima gara la formazione di Van Gundy ha vinto due parziali, nel primo e il quarto, e fra le due squadre non ‘è mai stata una differenza superiore 4 punti alla fine di ciascuno dei quattro atti.
Col ritiro di Kobe Bryant, improvvisivament sparito dalle cronache dopo la notte mitogica di 61 punti per l’addio al basket, s’è indebolita di colpo la posizione di Scott Byron la cui figura è stata più di vassallo che di coach di Black Mamba. Espn oltre alle cifre impietose delle due peggiori stagioni nella storia dei Lakers (21/61 l’anno passato, 17/65 questa stagione) che fanno rivoltare nella tomba l’inventore della leggenda della squadra dello show time, pubblica anche il nome del nuovo coach che sarà Luke Walton, il braccio destro di Kerr e artefice del 24/0 trionfale dei Warriors che non ha precedenti nella storia delle leghe professionistiche. E’ per questo che il bel Luke, ex Lakers, si è tirto fuori dalla trattativa con New York. Fino a quando Superbone Anthony continuerà la sua collezione di scalpi di allenatori, chi può si terrà alla larga. Non è il caso di David Blatt e Jeff Van Gundy che adesso sono i nomi più papabili, anche se forse Phil Jackson terrà Rambis per marcare stresso Anthony e non dargli altri alibi per i suoi deludenti risultati da quando arrivò da Denver facndo sloggiare Gallinari che forse potrebbe tornare all’Est e vestire la maglia dei Celtics, come piacerebbe a Danny Ainge.
La falange degli Spurs ha posto fine al calvario degli ultimi due mesi i sconfitte dei Grizzlies che dai 28 giocatori contrattualizati sono arrivati in 10 al playoff, mentre la panchina dei texani di San Antonio ha fatto sentire la sua importanza: a Memphis hanno segnato tutti tranne uno. E desso si affilano i coltelli per la semifinale con Oklhoma che deve formalizzare la pratica del 4/1 in casa coi Mavericks.
RISULTATI PLAYOFF 24 aprile – Quarti, gara4. Ovest: Memphis-Spurs 95-116 (0/4; 26 L.Stephenson 11/19 tl4/5, 15 Z.Randolph 7r, 4 C.Andersen 1/5 13 r; 21 K.Leonard 6/10 2/3 da3 tl7/7 7r, 15 L.Aldridge 10r); BOSTON-Atlanta 104-95 (2/2; 28 I.Thomas 11/23 2/7 da3 tl4/5 4r 6a, 20 M.Smarts 3/( da3 8r 5a, 16 J.Jerebko, 12 J.Crowder 4/11 2/9 da3; 45 P.Millsap 19/3 3/6 da3 tl4/6 13r 3a 2s 2re, 13 J.Teague 4/18 3/10 da3); Detroit-CLEVELAND 98-100 (0/4; 28-25 24-28; 26-28, 20-19; N.Moris 9/12 3/4 da3, 23 T.Harris 13r, 17 A.Drummond 5/10tl 11r; 31 K.Irving 12/25 4/11 da3 5a, 22 L.Jmes 9/19 1/6 da3 tl3/3 11r 6a 2re, 11 K.Love 3/15 1/5 da3, 15 JR Smith); Houston-GOLDEN STATE 94-121 (1/3; 18 J.Harden 4/13 2/8 da3 tl8/10 7r 10a, 19 D.Howard 15r tl5/13, 13 M.Beasley; 23 K.Thompson 7/11 da3 5a, 22 A.Iguodala 9/11 3/4 da3 tl1/4 5r 4a, 18 Dr.Green 7/12 4/6 da3 8r 6a, 6 S.Curry 2/9 1/7 da3 5a 5pe 19′)
STANOTTE – Ovest, Gara5: Oklahoma-Dallas (3/1); Gara4: Portand-LA Clippers (1/2) Est: Gara4 Charlotte-Miami (1/2).
SKY TV – Differita di Rockets-Warriors (1/2) Gara4 oggi lunedì 25 aprile ore 14 e 20.45 2HD e 17.15 3HD. Diretta Gara 5 di Thunder-Mavericks (2/1) ore 2 di mattina martedì 26 aprile su SS 2HD (differita lo stesso giorno ore 14 e 21.30 2HD e 17.45 3HD)
A cura di ENRICO CAMPANA