Tornato in campo a 3’54” del primo quarto in un ambiente surriscaldato, contro i castigamatti della stagione, gli unici ad aver battuto due volte i suoi Warriors, con un’apprensione per la condizione del ginocchio che si tagliava col coltello nello spogliatoio dei campioni, un nervosismo a fior di pelle , cagionato da Shaun Livingston che poi verrà espulso per un duplice tecnico per proteste, Stephen Curry ha attraversato l’anticamera degli inferi cominciando con un air-ball e poi 9 triple sbagliate riuscendo a rialzarsi con quella sua testa sempre positiva, tenere unito il gruppo assieme a Draymond Green per finire come Lazzaro. La sua resurrezione nei 5 minuti dell’overtime ha voluto dire 17 punti, 40 finali, la stessa sicurezza prima del doppio infortunio nelle ultime tre settimane, quello alla caviglia e quello al ginocchio con Houston che poteva essere un segnale mandato dagli astri. Ma l’extraterrestre ha regalato al basket un’altra notte spettacolare e nei prossimi giorni l’incoronazione per il secondo anno consecutivo di MVP della stagione che ESPN ha anticipato rispetto alla NBA, incoronazione il cui unico dubbio riguarda il possibile plebiscito dei 130 giurati che diventerebbe un’apoteosi perché nessuno ad oggi è arrivato a tanto.
Quest’anno ha vinto la classifica dei marcatori e delle palle rubate, ha allungato la striscia di almeno 1 tripla per gara iniziata l’11 novembre 2014 e arrivata a 176 gare, ha demolito il record dei canestri segnati in una stagione passata dal 267 di Dennis Scott del ’95-96 al 269 di Ray Allen 10 anni dopo e il suo 286 dell’anno passato arrivando a 407 con le 5 triple di Portland. Sarà, a soli 28 anni, la terza guardia a vincere due volte consecutivamente questo trofeo, come Magic Johnson al ’90 e Steve Nash nel 2005 e 2006. E per la prima volta la corona non calerà sul capo sul giocatore più pagato, perché con i suoi 9 milioni per stagione l’extraterrestre è il 65° nella classifica dei guadagni e il 5° della sua squadra e Gallinari gli è largamente davanti con i 14 milioni che saranno 15,1 la prossima stagione.
Dopo due tempi in cui il vero Curry è stato Damian Lillard, ben spalleggiato da CJ McCollum, superato il nervosismo, c’è stato un terzo quarto rabbioso dei Warriors che ha riaperto la gara, un quarto equilibrato con Curry e Lillard a sbagliare il tiro della vittoria e poi lo straordinario overtime di Curry con un gran finale da antologia, e per fortuna la presenza dell’extraterrestre era ancora in forte discussione…
In una gara con ben 201 tiri, 106 per i Blazers e 95 per i Warriors, dei campioni la miglior percentuale (44/95, 46,3 contro 43/106 40,6 e anche da 3, 17/40 e 42,5 e 15/39 e 38,5 e nei tiri liberi, 27/33 e 24/33). Ai rimbalzi ben 52 palloni grazie a 15 di Mason Plumlee e 13 di Aminou e alla difesa aggressiva, contro 49 dei Warriors con Curry, Bogut e Green a 9 rimbalzi. Parità negli assist e 4 perse in meno dei Warriors che hanno vinto la guerra dei nervi e finito con un’intensità da squadra che non vuole perdere il titolo. Curry 40 punti in 37 minuti, per “Dame” Lillard l’elfo scatenato di Portland 36 punti in 47 minuti.
Col tifo in tribuna della scatenatissima mamma e il suo specialissimo feeling con i playoff, Dwyane Wade con tutti gli occhi addosso per aver snobbato l’inno canadese preferendo al protocollo un tiro di riscaldamento, è stato il protagonista assoluto della sofferta vittoria con i Raptors finita col terzo overtime in 4 gare. Mancavano i due importanti centri titolari Hassan Whiteside (risentimento al tendine patellare del ginocchio sinistro operato ai tempi i cui giocava coi Kings) e il lituano Jonas Valanciunas (caviglia storta).
Fra le grandi guardie della NBA dell’ultimo decennio, vincitore di 3 titoli, punto di forza del tridente degli Heat con LeBron e Bosh, più tecnico che fisicamente esplosivo, poco incline al tiro da 3 punti, maestro negli slalom e nelle penetrazioni e nella partenza in palleggio, l’ineffabile “Wademecum “ha utilizzato tutto il suo ben noto bagaglio per ricucire uno scarto di 9 punti nel quarto tempo (68/77) segnando il canestro del pareggio a 12” dal termine. La sua finta ed entrata in palleggio da sinistra a destra ha lasciato sulle gambe DeMarre Carroll, un duro in difesa. Poi Cory Joseph, ex Spurs e play del Canada, ha sprecato l’occasione per portare i Raptors sul 3/1. Nel terzo overtime della serie Wade ha continuato il suo show nel quale anche una magia unica: la palla dopo un sottomano rimbalza sul ferro e si ferma sul sostegno fra tabellone e canestro. Finisce con 30 punti senza canestri da 3, anche se il “goal” della sicurezza è arrivato dallo sloveno Goran Dragic con l’unica tripla della serata degli Heat .
In un playoff, specie in questi playoff dove il tiro da 3 la fa da padrone, vedi le grandinate di Cleveland, sarebbe impossibile vincere con 1/15 , il 6,7 per cento, ma alla fine l’arte di Wade e la pazienza di questo gattone del parquet, per niente un fulmine di guerra ma capace di trovare la combinazione per aprire difese blindate hanno avuto ragione dei Raptors che hanno gettato alle ortiche un’occasione favorevolissima. Incredibile la giornataccia dei suoi due All Star, Kyle Lowry e DeMar DeRozan che in questo playoff sembrano due equilibristi sempre sul punto della caduta. Su questo duo capace di 40-50 punti sicuri più che mai ruota il destino di questa semifinale che decide l’avversario dei Cavs: 6 canestri su 28, 0/7 da 3 con 0/6 di un Lowry molto nervoso uscito anche per falli. Con il sopravvissuto ex Knicks Amare Stoudemire e non Udonis nel quintetto per Whiteside, altro fattore importante, gli Heath sono riusciti a tenere ai rimbalzi (39/39) il cui dominatore è stato il congolese Biyombo, una scoperta del basket spagnolo, sesto miglior uomo della stagione nel ruolo di centro, dotato atleticamente, con una forza tribale, capace tuttavia di accarezzare la palla nei liberi. Il problema per coach Casey è stato la continuità e brillantezza di gioco, dalla panchina sono arrivati 28 punti da Ross e Joseph, ma i 12 assist di cui ben 9 di Lowry richiamano a problemi di continuità nell’azione.
Alla fine, pensando a gara5 e messo alle strette dalla NBA Wade ha chiesto scusa al Canada manifestando la stima per la sua gente e i Raptors, intanto prosegue la sua scalata significativa fra i marcatori all-time dei playoff : ha superato questa stagione Magic Johnson, Wilt Chamberlain, Elgin Baylor, Scottie Pippen e Dirk Nowitzki, con 3.723 punti attacca adesso il 12° posto di Hakeem Olajuwon (3.755). Nella regular season è invece passato questa stagione dal 54° posto a 39°.
Dopo aver scrutinato 10 candidati – questa la cifra ufficiale anche se i nomi fossero ben di più, senza trovare quello di Ettore Messina, Warren LeGarie l’agente di Scariolo e D’Antoni riuscito a piazzare Dave Joerger ai Kings e a raddoppiare lo stipendio rispetto ai tre anni a Memphis, da 2 a 4 milioni e per 4 stagioni. Come George Karl di sangue tedesco, da novembre era bollato dal club per essersi lamentato di una squadra un po’ vecchia. David Blatt e Frank Vogel sono pronti a rientrare e si giocano la panchina dei Knicks, anche se il presidente Dolan ha già speso 80 milioni fra Phil Jackson e Derek Fisher e opterebbe per la conferma di Kurt Rambis che non subisce la personalità di Melo Anthony e l’ingaggio di Jeff Teague il regista degli Hawks. Che, a loro volta, lancerebbero definitivamente Dennis Schroder. I Nets guardano invece a Sergio Rodriguez, il play del Real che tornerebbe nella NBA, stimatissimo da Kenny Aktinson, il nuovo allenatore anglo-spagnolo.
Il Curry dei dirigenti è R.C.Buford degli Spurs che ha vinto per la seconda volta in tre stagioni il premio di Executive of The Year. Alle sue spalle Neil Olshey di Portland e poi Bob Myers di Golden State. Si tratta del capo di Ettore Messina, “un organizzatore formidabile e sagace capace di pianificare come nessun altro” lo descrive Gregg Popovich col quale forma la copia perfetta. “Ha ridato identità alla franchigia di San Antonio”, questa la motivazione. Il colpo di Aldridge è stato alla base delle 67 vittorie, la miglior stagione di sempre, e del record assoluto di vittorie casalinghe. In realtà non è oro tutto quel che luccica, vogliamo parlare di Tim Duncan che per la prima volta nei playoff non ha ancora segnato e commesso 4 falli prima dell’intervallo?
PLAYOFF Semifinali G4. Est: MIAMI-Toronto 94-87 OT (25-21, 19-14; 16-27, 23-21; 11-4; 30 D.Wade 13/24 0/2 da3 tl4/5 4r 2a, 15 G.Dragic 5/16 1/2 da3 tl4/4 6r 4a, 15 J.Johnson 5/13 0/3 da3, 9 L.Deng 0/3 a3 9r; 14 T.Ross 4/10 3/4 da3 tl3/3, 14 C.Joseph 7/17 0/1 da3, 13 B.Biyombo 4/6 tl5/5 13r, 10 K.Lowry 2/11 0/6 da3 tl6/7 7r 9a 4re 4pe 6f, 9 D.DeRozan 4/17 0/1 da3 tl1/4. Ovest:Portland-GOLDEN STATE 125-132 OT (1/3; 26-18, 41-39; 18-29, 26-25; 14-21; 36 D.Lillard 9/30 5/18 da3 tl13716 6r 10a, 24 CJ McCollum 9/23 4/9 da3 tl2/2 3re 5pe, 18 A.Aminou 6/14 3/6 da3 tl3/6 13r, 13 A.Crabbe 5/9, 12 Mas.Plumlee 15r; 40 S.Curry 16/32 5/16 da3 tl3/3 9r 8a 4pe, 23 K.Thompson 7/18 5/10 da3 tl4/4 4t, 21 Dra.Green 5/9 2/3 da3 tl9/109r 5a 7st, 3 A.Bogut 9r 6f).
SKY TV – Oggi martedì differita di G4 Trail Blazers-Warriors ore 16.45 SS Plush HD e ore 23 3HD; mercoledì 11 maggio ore 2 su SS 2HD diretta G5 Spurs-Thunder, differita alle 23 su SS 3HD; venerdì 13 maggio ore 2.30 SS 2 HD diretta G6 Thunder-Spurs, differita ore 14 3HD.
STANOTTE – Est: sfG5, Spurs-Thunder (2/2)
LA SITUAZIONE – Est: CAVALIERS-Hawks 4/0 (104-93, 123-98, 121-108, 100-99), RAPTORS-Heat 2/2 (96-102 OT; 96-92 OT; 95-91; 94-87 OT) . Ovest: WARRIORS-Portland 3/1 (118-106; 110-99; 108-120; 132-125 OT); SPURS-Thunder 2/2 (124-92, 97-98; 100-96, 91-111).
A cura di ENRICO CAMPANA