Fred VanVleet è stato grande protagonista in Toronto-Orlando.
E’ una classica storia americana, quella di Fred VanVleet. Fino a qualche anno fa nessuno conosceva il ragazzo nato a Rockford nel 1994. Questa città, a nord di Chicago è famosa per l’elevato tasso di criminalità.
A soli 5 anni perde il padre, ucciso a colpi d’arma da fuoco: cerca così una valvola di sfogo e la trova nel basket, iniziando ad allenarsi duramente e mettendosi in mostra nella piccola Auburn High School, venendo anche eletto tra i 12 migliori giovani dello stato, quando è un po’ più grandicello.
Durante gli anni collegiali presso l’università di Wichita State entra in quintetto, riuscendo a raggiungere nel 2013 le Final Four di NCAA. Al draft del 2016 due franchigie NBA gli offrono un contratto, con l’intento però di farlo giocare nella Developement League, una lega minore formata dai Farm team delle squadre principali.
La point-guard rifiuta diventando così un ’undrafted’: riesce però a guadagnarsi una chance da parte dei Toronto Raptors strappando un contratto di 2 anni. L’anno da matricola nel più importante campionato cestistico al mondo è molto complicato e il ragazzo chiude la stagione con un minutaggio irrisorio, così come la media punti.
L’anno successivo le statistiche migliorano e Fred riesce a trovare con maggior continuità il parquet. Al suo terzo anno NBA, nella stagione 2018-2019, vince il titolo con la canotta di chi è stato l’unico a dargli una possibilità all’interno della Lega.
Nell’estate 2020, dopo l’eliminazione al secondo turno di playoff di Toronto, riceve numerosissime offerte ma decide di prolungare il contratto con i Raptors per altre quattro stagioni. La scorsa notte Fred VanVleet è entrato nella storia riuscendo a realizzare 54 punti, record assoluto per un giocatore non scelto al draft NBA, migliorando il precedente primato appartenente a Duncan Robinson che si era fermato a 34. La sua è stata anche la migliore prestazione individuale nella storia della franchigia canadese.
Attraverso lo spirito di sacrificio e il duro lavoro è possibile uscire dalle situazioni più disperate, la storia di Fred lo dimostra.