
Vittorie in trasferta per Denver e Charlotte, sesta tripla-doppia di Westbrook, vittoria numero 12 on the road degli Spurs.
Ogni volta che i Cavs sono davanti a una svolta, LeBron James vede e provvede. E cancella le tre sconfitte consecutive andando a vincere a Toronto nella gara del possibile aggancio da parte dei Raptors, anche questa stagione la sfidante ufficiale all’Est complice il calo di Atlanta, col primato stagionale del suo demiurgo (34 punti, 8 rimbalzi, 7 assist) con gli altri due moschettieri a dargli man forte (29 Love e 14 rimbalzi, 24 e 7 assist di Irving). Il solco fra le due squadre è più ristretto (112-116) probabilmente più psicologico che tecnico perchè DeRozan (31 puti, 4 rimbalzi, 5 assist) il cannoniere che non utilizza il tiro da 3 punti non il senso di sfida luciferino che ha animato la carriera del suo modello Kobe Bryant, è uno splendido “passista” lo stesso discorso vale per Kyle Lowry bocciato dai Rockets e arrivato per vie traverse alla ribalta e secondo i rumors di mercato il futuro play degli Spurs per il prossimo addio di Tony Parker.
Le squadre dell’Ovest hanno fatto shopping all’Est. Nella sfida per eguagliare le 8 triple–doppie consecutive Michael Jordan, Westbrook è arrivato a quota 6 (intanto sono già 11 questa stagione!) ad Atlanta segnando 32 punti, 13 rimbalzi, 12 assist nell’incrocio fra la squadra con la miglior striscia vincente (6) e la peggiore nelle ultime 10 gare (1/9) che sconta il peso dell’ingombrante Howard che prosegue nella sua eclissi. Le triple-doppie valgono sempre il successo dei Thunder, era così anche ai tempi di Durant quando Russell era considerato Robin e Kevin Batman, adesso Batman si è incarnato in questo giocatore che esprime un volume di gioco senza precedenti e sviluppa l’impeto di un fiume in piena portando la sua squadra al 5° posto (14/7).
Risale anche Portland (110-112 a Chicago) che ha frenato l’euforia dei Bulls determinata dal ritorno di Wade nella sua città e che ieri notte con 34 punti ha tagliato il traguardo dei 20 mila punti e 5 mila assist come 14° giocatore nella storia della NBA. Significa essere nel Pantheon della Lega, anche se per la Hall of Fame dovrà aspettare il giorno del ritiro. Gli Spurs hanno vinto di strettissima misura (96-97) a Milwaukee che nonostante il fenomeno greco Antetokoumpo (22 punti, 11 rimbalzi, 2 assist) e la striscia-record di vittorie in trasferte sale a 12 e la squadra di Popovich con 17/4 è seconda nel power ranking con una diabolica capacità di fare risultato con regolarità dietro i Warriors (18/3, 9/2 in casa, 9/1 fuori) coi quali ha vinto in trasferta. Ma nella maratona del turno di lunedì notte, i Warriors hanno fatto notizia per i 142 punti contro Indiana, il +36 (142/106) e soprattutto per i 60 punti di Klay Thompson salito ad altezze impensabili, anche se le attenzioni sono sempre per Curry e Durant.
Anche Denver, reduce da 3 sconfitte, ha fatto shopping sulla costa occidentale vincendo 96-106 a Filadelfia dove Gallinari ha ritrovato la miglior condizione dopo il guaio alla coscia ed è stato fra i 7 giocatori europei in campo il più incisivo ottenendo il suo primato stagionale con 24 punti (5/12, 3/7 da 3 11/12 dalla lunetta 4a 2 recuperi) e coadiuvato da Will Barton (22 punti) e da una partita super del suo rookie di lusso il canadesino Jamal Murray che ha segnato un punto al minuto (22 punti, 8/12 3/7 da 3, 3 rimbalzi, 2 assist). I Nuggets (7/14) come Pelicans e Kings trovano uno spiraglio per risalire, vincere a Filadelfia era d’obbligo vista l’ennesima stagione storta dei 76ers, per credere ancora nei playoff. Filadelfia comunque questa stagione si fa apprezzare, sostenuta dal pubblico anche nelle avversità, con i giocatori europei che rispondono: 17 punti per il croato Dario Saric, l’ex play del Real Madrid Sergio Rodriguez e il turco Ilyasova.
A proposito degli europei il Re del Monday Night è stato Marc Gasol, in questo momento n.1 fra i giocatori del Vecchio continente. Col grave infortunio di Mike Conley, la star dai 174 milioni di contratto, si è messo i Grizzlies sulle spalle e ha messo il sigillo alla vittoria a New Orleans (108-110) con una gigantesca tripla-doppia che non vale meno di quella di Westbrook per gli 11 assist, oltre ai 28 punti e 11 rimbalzi.
Modesto lo shopping delle squadre dell’Est in un turno sconfortante, Boston ha sbagliato con Horford il tiro della vittoria a Houston (107-106 con 37 di Harden 8 r, 8a) che ridimensiona le sue ambizioni mentre alle sue spalla arriva New York l’unica vittoria all’Ovest è di Charlotte a Dallas (101-109) dove ci si è messo di mezzo Mark Cuban protestando con un arbitro per i3 liberi dati a Belinelli. Fra i 6 giocatori degli Hornets in doppia cifra, Marco ha giocato una partita super, 16 punti per 30 minuti 5/9 2/4 da 3, tl4/5, 6 rimbalzi che sono il suo record e marcano un’evoluzione tecnica. Nel secondo tempo, quando la sua squadra ha perso fiducia nel tiro sbagliando per 14 volte ha segnato 2 triple e ben 12 punti dei 16 ed è stata la svolta che mantiene Charlotte al 4° posto assieme a Boston con 12/9.
All’Ovest con Igor Kokoskov, lo slavo che allena la Slovenia dopo aver portato la Georgia a buoni livelli, al posto dell’influenzato Quin Snyder ha vinto a Los Angeles 108/107, e ai Lakers non sono bastati i 38 punti di Lou Williams per tornare a vincere e stazionano al 9° posto. Utah prosegue la sua brillante stagione, il punto di forza è il 22enne centro francese Rudy Gobert con 17 rimbalzi e 14 punti. Sono andato a vedere i mie appunti degli europei giovanili di qualche anno fa, giocatore tecnicamente perfetto, con i suoi 209 cm e la coordinazione farà strada nella NBA. Difatti..
A cura di ENRICO CAMPANA