
Sconfitte le squadre dei due italiani martedì notte contro avversari inferiori nel ranking: con 17 punti di Gallinari (5/12, 0/3 da3 tl7/7 2r 3a, 36′) Denver rallenta e senza Nikola Jokic, il suo pilastro, ha perso a Los Angeles che veniva da 6 sconfitte, mentre con 6 punti di Belinelli Charlotte ha collezionato a Portland la quinta sconfita in 10 giorni e comincia a vacillare il suo 8° posto all’Est.
I Lakers che non vincevano in casa da 3 turni hanno capitalizzato la vena degli esterni (23 Nick Young, 22 e 10 assist, record in carriera, di D’Angelo Russell e 21 di Lou Williams) e l’esplosione della matricola serba Ivica Zubic (17 punti, record in carriera) pur soffrendo moltissimo nell’ultimo quarto. In cui Denver ha dato il meglio di sè (40-39) con 26 punti e 9 rimbalzi di Wiston Chandler, una gara concreta di Harris e la doppia-doppia di Kenneth Faried (14 punti, 17 rimbalzi). Il bosniaco Nurkic, scontento per le scelte del suo allenatore, è stato una palla al piede con 1 punto, sette tiri sbagliati giocando 12 minuti in tutto. Netta invece la sconfitta di Charlotte a Portland per i problemi ai rimbalzi (42-51) e le percussioni di Lillard (27 punti). I Trail Blazers incamerano una vittoria importante, sono al 9° posto ma si incollano,con una vittoria in più (22/28), a Denver (21-26, 7-3 nelle ultime 10 gare) che mercoledì sera torna in campo contro Memphis al Pepsi Center.
I Pelicans hanno perso nell’overtime a Toronto (108-106) per un canestro in step-back di Lowry (33 punti e 10 assist) che mantiene il terzo posto all’Est, superata da Boston cresciuta moltissimo grazie ai finali di gara strepitosi di Isaiah Thomas ribattezzato il “signore del 4° tempo”. Crescita esponenziale anche dei Wizard che erano partiti male e si assestano al 5° posto – con 5 vittorie consecutive – battendo 117-101 i Knicks senza l’influenzato Porzingis e fra i quali il giovane centro spagnolo si candida all’All Star delle matricole con 15 punti e 14 rimbazi e nella NBA gioca più che nel Real Madrid. Washington è 3-0 nella serie con New York e fa leva quattro giocatori in grandeforma, Bradley Beal (28 punti), John Wall (15 punti, 13 assist), Morris (26 e 10 rimbalzi) e il “santo sgobbone”, il centro polacco Marcin Gortat (15 punti, 1 rimbalzi). Inoltre il ceko Satoransky comicia a entrare nelle rotazioni.
Torniamo al Gallo. Nelle 43 partite della sua ottava stagione viaggia a 17,3 punti, 5 rimbalzi e 2,2 assist, 39,2 da 3 punti, un’iradiddio nei liberi, quasi il 20%. E’ il linea con le sue potenzialità, senza escludere che possa ancora a crescere perchè la maturità si raggiunge verso i 30 anni e lui ne ha 28. A “Radio Altitude” di Denver il general manager Tim Connelly ha finalmente affrontato l’argomento spinoso facendo il punto del futuro del rapporto. E confermando quello che scriviamo da mesi: e cioè che a un anno dalla scadenza del triennale del contratto firmato il 2 agosto 2015 e che prevede un salario di 16,1 milioni per il 2017-18 , a fine stagione (o anche prima, dipende anche dall’andamento e dal risultato finale e se poi i Nuggets raggiungono o meno i playoff) si dichiarerà free-agent e dal 1° di luglio si guarderà attorno.
Connelly è pronto a fargli un’offerta per un rinnovo (dai 3 ai 5 anni?), ma è realista. “E’ vero, sarei felice se Gallo restasse con noi, capisco che contrattualmente voglia sfruttare al massimo questa occasione, lui è probabilmente un scommessa sicura”. E mette le mani avanti: ” In questo momento non c’è niente che possiamo fare per tenerlo qui a lungo. E’ un ragazzo che apprezziamo, un ragazzo che conosco bene, che gode davvero il piacere di stare con noi e sta giocando un grande basket.”
Il Gallo è un punto fermo per molte squadre NBA, se ne contano ben 7 pronte all’asta: Boston, Brooklyn, Milwaukee, Minnesota, New Orleans, Orlando e Phoenix.. Pardon..sono 8 con i Nuggets, ma Danilo deve prima decidere se vuole fare una carriera nel limbo della NBA pensando al conto in banca, oppure pensare a una big , e Boston forse sarebbe la squadra giusta per novi stimoli. Posso essere maligno? L’uscita di Tim Connelly potrebbe essere strategica, e non escludere un trade a febbraio con Boston che saliva al secondo all’Est col vantaggio del campo potrebbe giocarsi le sue carte nei playoff, a cominciare da una possibile finale dall’Est coi Cavs dove si nota un’eccesiva concentrazione di LeBron per gli attacchi, le provocazioni, i commenti di Charle Barkley.
A cura di ENRICO CAMPANA