Quando il Gallo è in buona salute se la gioca con tutti. Il contratto-record da 14 milioni lui lo sta onorando al meglio e con i 27 punti (e una serie di oltre 20 punti in 8 gare su 9 dall’inizio dell’anno) ha toccato la punta di 19 di media (e sale al 27° posto, primo degli europei degno di giocare l’All Star Game). E’ il top delle sue 8 stagioni di carriera. Peccato che non sia bastato per strappare un successo utile per rientrare fra le prime 8, la stagione scorre e alla prima del giro di boa è sfumata la speranza di battere una delle pretendenti (minori?) al titolo che sono 3-0 nella serie anche se tutte combattute. A proposito di contratti, in controtendenza con i risultati e le operazioni di mercato non proprio brillanti anche se la sfortuna è stata tanta, sono stati premiati nelle ultime ore Tim Connelly, il general manager, e il baltico Arturas Karnisovas suo aggiunto. Peccato che il pubblico sia calato, i 12 mila spettatori non sono solo il frutto della cattiva stagione.
Peccato che Danilo sia in pratica l’unica punta dei Nuggets, salvo quando Will Barton è di luna crescente (e ieri notte non lo era…). Oklahoma ha vinto di forza ma non dominato (Denver ha aperto le danze e avuto 12 punti di vantaggio durante la gara e a 3 era lì a giocarsela): oltre ai 57 punti della premiata ditta KD&RW (30 e 13 Kevin Durant e 27 e 12 assist Russell Westbrook) ha messo sul piatto della bilancia la terza punta di questa stagione, il 23enne Enes Kanter (25 e 8 rimbalzi) che ha fatto male da sotto anche al rimbalzo d’attacco (4). E che la sorte non metta la Turchia nel preolimpico di Torino con questo centro solido come testa e fisico se il paese della Mezzaluna verrà inserito al sorteggio del 26 gennaio fra le 3 wild card finale avendo chiesto l’organizzazione.
Denver è calata quando Gallinari (20 punti all’intervallo e 7 dopo) non ha potuto tenere l’intensità del primo tempo e sono cresciuti invece Durant e Westbrook autori delle giocate decisive nel momento in cui la partita era in bilico, e su quello strappo (95-104 a 3’57”) gli ospiti hanno congelato il risultato col 6/9 finale.
Il risultato valeva anche per il ranking e dopo un inizio non facile col ritorno in campo di Durant per l’operazione al piede e la stagione persa il signore in frack sta tornando ai suoi livelli e se LeBron non andrà a Rio, Kevin sarà la punta e il suo capitano dei Dreamers. Con 31/12 e il 5 successo consecutivo la Folgore della NBA passa dunque davanti a Cleveland (28/11) – dopo la scoppola interna coi Warriors dei favoriti per i bookmakers – al 3° posto assoluto con 72,2% contro il 71,8.
Risultato che suggerisce un’altra riflessione: all’Ovest il peso specifico è maggiore se ben 3 formazioni rischiano di giocarsi il titolo in casa, anche se i playoff sono un’altra cosa e ad aprile le cose potrebbero migliorare, ma solo per Cleveland. Nessun’altra all’Est può minimamente interferire, come dimostra anche la flessione di Miami he copriva dei due registi sloveni (Goran Dragic e Beno Udrih da qualche turno sono in infermeria) ha segnato solo 79 punti (un solo canestro di un Dwyane Wade in pausa riposo e rassegnato) e perso in casa a Milwaukee. Si tratta della squadra che sta crescendo (attenzione a Giannis Antetoukounmpo e al play Kris Middleton), a nostro modesto parere la più futuribile della NBA. E non a torto è stata una delle sole quattro ad aver dato la paga ai Warriors.
Indiana con una squadra non eccezionale e la sua star Paul George meno scintillante della prima parte della stagione ha vinto a Phoenix e tiene il passo da playoff. Fra due squadre di bassa classifica, con 13 vittorie, New Orleans ha vinto di 15 con Minnesota riscoprendo Jrue Holiday, ex play di Filadelfia, uno dei tanti errori di mercato dei 76ers. Anthoy Davis impressionante nella sua regolarità tornerà nel Dream Team.
Non si parla più di Nemanja Bjelica, il MVP dell’ultima Euroleague. A 26 anni il serbo capace di giocare in 5 ruoli ha deciso di mettersi alla prova nella NBA, ma questa non è la squadra giusta per uno della sua classe e della sua personalità. Ha bisogn di giocare, altrimenti si spegne. Per far diventare Karl Anthony, i n.1 del draft una stella, i Lupi fanno giocare Kevin Garnett come tutor in quintetto e questo pesa nell’economia. La squadra giusta era certamente Washington che lo chiamò al draft 2010 (n.35, 2° giro) e non è un caso che abbia giocato a novembre la miglior gara proprio contro i Wizard (17 punti e 11 rimbalzi). Quasi una di quelle partite da ex…Da allora solo una volta “Nema” è andato poi in doppia cifra. Ma questa è regola della NBA , per gli europei il successo arriva a fatica.
RISULTATI 19 gennaio: Miami-MILWAUKEE 91-79 (23 C.Bosh 7/15 2/2 da3 tl 7/7, 23 H.Whiteside +18r 2st, 2 D.Wade 1/6 0/1; 22 K.Middleton 7r 7a, 15 G.Monroe +10r, 14 Antetokounmpo 6r 4a); NEW ORLEANS-Minnesota 114-99 (35 A.Davis 13/22 tl8/107r 2st, 19 J.Holiday 9a 7/14, 13 T.Evans, 2 O.Asik 8r; 21 A.Wiggins 0/4 da3, 20 KA Town +13r, 15 R.Rubio 5/5 tl4/4 4a); Denver-OKLAHOMA 104-110 (27 D.Gallinari 10/21 4/9 da3 tl3/5 3r 1a 2rec 2pe 3f 39′, 17 K.Faried +15r, 13 E.Mudiay 9a; 30 K.Durant +12r 10/23 3/9 da3 tl7/8 4a, 27 R.Westbrook +12a 10/22 1/6 da3 tl 6/9 3re, 25 E.Kanter 10/14 8r); Phoenix-INDIANA 94-97 (32 T.Booker 6/11 da3 tl 8/8, 21 B.Knight 8/22 8r, 12 PJ Tucker +10r, 3 T.Chandler +14r,; 20 M.Ellis, 19 P.George 1/5 da3 8/9tl 8r.
A cura di ENRICO CAMPANA