Complimenti torrenziali sui social forum sono arrivati a Steph Curry per l’incredibile gara di Oklahoma City, 46 punti, 12 triple compresa quella finale due passi oltre la linea di metà campo a 0,6 secondi con i Warriors sotto di 2 nell’overtime.
“@stephen Curry30 need to stop man!”, così attacca il suo twitter LeBron intimando al collega che gli sta strappando la scena di fermarsi. Segnare 198 punti in una settimana giocando 5 gare fuori casa è un record da Guinness che fa scalpore. Il risultato di sabato vale già la qualificazione certa per i playoff quando mancano 24 partite alla fine (che sono giusto il quarto finale), ma per il campione che la scorsa settimana ha trovato persino il tempo di giocare sui green dell’Augusta National, il teatro del celebre Masters, essendo anche un eccellente golfista (2 di handicap) è stato consacrato da colleghi famosi. Si sono complimentati con lui Wade, Nowitzki, Porzingis, DeRozan, Lillard e Magic Johnson l’unico esponente della vecchia guardia dissenziente che continua a ripetere che ai tempi loro, con un gioco più fisico, non avrebbe avuto scampo e non sarebbe mai arrivato all’All Star Game.
A costoro ha risposto Steve Kerr, ai suoi tempi un campione della vecchia guardia: se hanno dei dubbi, si guardino bene la gara di Oklahoma. In verità fuori dal coro anche Kobe Bryant che una decina di giorni fa aveva battezzato come n.1. L’extraterrestre che intanto ha allungato la serie delle triple consecutive, ben 288, con una media di 3 a gara. Anche questo primato senza precedenti.
Per il mercato, dopo Lee e Joe Johnson, Andre Miller, giocatore capace di magie nei finali di gara e dal quale ha imparato Gallinari a Denver, si muove da Minnesota a San Antonio. Per fargli posto ha tagliato Ray McCallum. Col mago Andre, la squadra 5 volte campione venta ben due 39enni, anche se Duncan ha 19 stagioni alle spalle, 2 in più del nuovo compagno, puntello ottimale nel caso di bisogno Paker e Danny Green che questa stagione non sono stati il massimo.
A proposito di mercato, si sente parlare la prossima stagione di Durant ai Warriors, ipotesi che ha subito provocato una serie di suppliche al commisioner della NBA affinché metta il suo veto. Spike Lee e Dustin Hoffman hanno preferito bere l’amaro calice domenicale dei Knicks alla cerimonia degli Oscar. Con 26 punti di Wayne Wade e 12 di Joe Johnson, fino a una settimana fa newyorkese dei Nets, preso dagli Heat essendo Chris Bosh fermato dai medici per un nuovo pericolo di un embolo polmonare, gli Heat hanno vinto per la quinta volta consecutiva al Madison. Nei Knicks mancava Aaron Affalo, i 25 punti di Melo Anthony e la doppia-doppia del centro Robin Lopez non sono stati sufficienti per evitare una sconfitta brutta (18 punti) e imbarazzante, la 14esima nelle ultime 17 e con uno stento di 81 punti per il poco “contributo” di Porzingis (9 punti) e Calderon (7 punti).
Eppure l’unico che ancora crede nella possibilità dei playoff con sole 21 partite mancanti è il coach di rimpiazzo che il presidente Phil Jackson ha messo al posto di un ex amico, Derek Fisher. Dice Kurt Rambis: “La strada è lunga, non ho le allucinazioni… Ma per me questo risultato dipende della mentalità, una cultura che bisogna avere e che si raggiunge mettendo le aspettative su se stessi. Uno sforzo mentale non utile solamente per i giocatori quest’anno, ma l’an
Se Sparta piange, Atene non ride. I Cavs quest’anno saranno i primi all’Est per forza d’inerzia più che per gioco o rendimento non mostrano miglioramenti nel cambio di allenatore, e dopo essere stati sotto di 30 punti a Washington e incassato la sconfitta n.17, più di quelle dei Warriors (5) e degli Spurs (9) all’ultimo giro di boa, LeBron James se n’è andato senza parlare coi giornalisti, probabilmente irritato del turno di riposo che gli ha dato il suo allenatore, un clone di Doc Rivers senza averne l’esperienza e i titoli. E pensare che LeBron pochi giorni fa andava affermando “Mi sento meglio di 10 anni fa”, aveva bisogno di riposo. Comunque la squadra ormai superato il salary cap ha firmato un contratto per 10 giorni con Jordan McRae arrivato dai Suns: 8 punti e 7 minuti, unico con segno più nel plus/minus per questa small guard di 2,03 scelto da San Antonio nel 2014.
Chi non si è trattenuto è stato JR Smith. “Se continuiamo a giocare senza energia come abbiamo fatto oggi non meritiamo di indossare questa maglia”. E ancora: “Non possiamo trascinarci giocando così in questo finale di stagione, si parla di noi come di possibili contendenti per il titolo di possibili vincitori e poi facciamo schifo. Non possiamo pensare che poi tutto cambi d’un tratto. Se siamo seri, come suppongo, non possiamo andare avanti così”.
L’unico successo esterno fra le 7 gare è stato di Portland che infilando una serie di 14 vittorie in 17 gare, esattamente il contrario della traiettoria dei Knicks che erano arrivati per 2 volte in area playoff all’inizio di stagione, condivide il 6° posto (32/8) coi Mavericks che hanno vinto in casa di 27 con Minnesota per battuti ai rimbalzi. Hanno fatto ancora comodo i canestri e i rimbalzi di David Lee (13 +9) , i 26 liberi su 37 e il periodo di forma di Chandler Parson in ombra all’inizio di stagione per un infortunio.
Anche Demien Lillard uscito alla grande da un infortunio costatogli l’All Star Game, in questo momento il piccolo play-bomber è fra i primi 5 giocatori della Lega ed è stato il miglior scorer della giornata (33 punti con 5 triple su 8). La vittoria di Indiana stata frutto del 50% nel tiro e dal 58% da 3 (14/24) e hanno pesato anche le 4 triple su 5 di Myers Leonard il 23enne e atipico centro bianco di 2,14 che preferisce tirare dall’arco. Solo il 21,3% per Indiana che fatica a tenersi a galla quando Paul George non è in serata, come domenica (4/15 e 4 bombe annacquate).
La giornata di fine inverno ha toccato il fondo ad Atlanta col punteggio più basso e i 76 punti di Charlotte col 21,4 da 3 (7/32) , squadra di zona playoff, che non ha avuto l’abituale contributo di Nicolas Batum, uno dei migliori europei, come dimostrano i 2 punti (1/6 e 0/4 nelle triple). Il punteggio più alto della giornata sono stati i 130 punti di Orlando, con 28 di Nikola Vucevic, lo svizzero montenegrino o viceversa e il positivo esordio in quintetto, quasi un regalo per il suo 21esimo compleanno, di Mario Hezonja. “Supermario”, n.5 del draft, un 2,5 he gioca guardia e in quattro ruoli, non ha fatto rimpiangere l’assenza del francese Fournier con 13 punti 5/9, 2/3 da lunga distanza 3 rimbalzi e 2 assist nella sua prima partita vera (27 minuti). Per lui 5,2 punti, 1,1 assist e 1,9 rimbalzi che significa saper tenere il campo, anche se i rookies europei della stagione ad aver fatto già il salto di qualità sono il lèttone Porzingis e il serbo Jokic.
SKY SPORT TV – Differita di Atlanta-Charlotte oggi ore 14 e 23.15 su SS 2 HD. L’agenda settimanale prosegue alla 1.30 fra martedì e mercoledì 1-2 marzo con Heat-Bulls (differita mercoledì ore 14 2HD e 18 e 22.30 3 HD), Clippers-Thunder alle 4.30 di mattina fra mercoledì 2 e giovedì 3 marzo (differita giovedì ore 14 2HD e ore 18 e 22.30n su SS 3 HD) e si conclude con Cavaliers-Wizard alle 2 di mattina fa venerdì 4 e sabato 5 marzo (differita domenica ore 16 su SS 2 HD)
RISULTATI domenica 28 febbraio: WASHINGTON-Cleveland 113-99 (21 J.Wall 13a 7a, 21 O.Porter 4/6 da3, 17 B.Beal; 28 K.Irving 4/8 da3, 10 T.Mozgov 10r); ATLANTA-Charlotte 87-76 (13 A.Horford 6/17 16r, 14 K.Bazemore; 16 Marv.Williams 4/9 da3 9r,2 N.Batum 1/6 0/4 da3); DETROIT-Toronto 114-101 (19 R.Jackson 8a, 15 A.Drummond 18r tl3/8; 27 T.Ross, 20 D.DeRozan, 11 J.Valanciunas 5r); Indiana-PORTLAND 102-111 (18 M.Ellis 6/17 5r 5a, 11 P.George 4/15 0/4 da3; 33 D.Lillard 5/8 da3 11/23 tl6/6 5r 2a, 19 CJ McCllum 7/20, 19 G.Hendersn, 17 M.Leonard 4/5 da3); ORLANDO-Filadelfia 130-116 (28 V.Oladipo, 28 N.Vucevic 6r, 13 M.Hezonja, 11 E.Payton 10a; 26 J.Okfor, 17 I.Smith 5r 7a); DALLAS-Minnesota 128-101 (29 C.Parsons 10/15 4/7 da3 6r, 13 D.Lee 9r; 24 S.Muhammad tl8/10, 12 KA Towns 11r, 14 R.Rubio 5a); New York-MIAMI 81-98 (25 C.Anthony 9/24 tl6/7 7r, 14 R.Lopez 14r 6/9, 7 Calderon 3/13 1/3 da3, K.Porzingis 4/13 1/3 da3 8r; 26 D.Wade, 16 H.Whieside, 12 J.Johnson, 0 J.Winslow +13r 0/4)
A cura di ENRICO CAMPANA