Il primato personale di 18 rimbalzi di Gallinari finisce nei titoli di coda, lo show è a Oakland. Strabattuti davanti a 19.596 paganti della Oracle Arena i Lakers ormai allo sbando, con un Kobe Bryant senza misura nel suo declino (1/14 e 1/7 dall’arco, 4 punti) da top-price della NBA (25 milioni di stipendio) una pioggia di coriandoli, che gli americani chiamano con l’italianissimo vocabolo “confetti”, in uno scenario tipico delle gloriose parate americane, ha salutato il record storico delle 16 vittorie dei Warriors. Era datato (con 15) dall’anno domini 1949 (Washington Capitols), nel 1993 i Rockets di Olajuwon l’avevano aggiornato, i campioni alati della Baia californiana l’hanno superato in una gara per nulla eccezionale cominciata con alcuni errori di tiro e senza un Curry al suo standard (4/12 al tiro, 24 punti) e adesso dalla prossima gara di venerdì a Phoenix si apre un nuovo scenario per alimentare la fresca leggenda.
Vinto il primo titolo senza avere i favori del pronostico, della tradizione e della critica per la costruzione del gioco perimetrale e un coach (Steve Kerr) che fino all’anno precedente aveva lavorato come analista televisivo i Warriors hanno dunque mandato un segnale forte all’inizio di una stagione con i bookmakers propensi a considerare più i Cavaliers di LeBron che hanno però già patito 3 sconfitte in attesa del rientro di Kirye Irving.
Il record (che in realtà sarebbe di 20 considerando le ultime 4 vittorie coi Cavaliers nella finalissima di giugno, ce ne sono altri e alcuni anche in gestazione) è storico. Ad esempio i Warriors hanno ottenuto un scarto di 15 punti di media oscurando il 9,3 dei Rockets e il 7,3 dei Capitols, le vittorie casalinghe sopra i 100 punti sono salite a 43 e le 27 vittorie casalinghe che sono un primato della franchigia californiana sono però ancora lontane dalla striscia di 47 dei Nuggets fra il 1° febbraio 1990 e i 23 dell’anno successivo.
Una storia incredibile questa esplosione dei giallo-blu, i colori della mitica Ignis Varese, considerando una preseason non eccezionale con l’operazione alla schiena mal riuscita di Steve Kerr che ha seguito la partita del record a bordo campo, anche se il suo assistente, l’unico che in questo momento possa parlare di sfortuna per il furto dell’auto, afferma che tutto merito del flusso magnetico del capo.
C’è però anche una NBA che non sa vincere, ad esempio i gloriosi 76 di Doctor J, Barkley e più tardi di Iverson i cui nipotini hanno perso 15 partite su 15 e i Lakers con 2 vittorie sole e 12 sconfitte penultimo nel ranking al punto più basso della sua storia, 77 punti finali, 34 di passivo, senza vedere mai in lunetta Curry o il 60% nei liberi (per l’1/5 di Festus Ezeli, il centro nigeriano che tuttavia sta migliorando), 16 soli assist (giusto la età dei Warriors) con Kobe incappato nella più orrenda gara da quando è entrato nel pantheon dei n.1. E la cui caduta per uno scivolone proprio ai piedi della seggiola di Jacob, il fortunato proprietario che ha portato i Warriors a vette impensate, è sembrata una trovata filmica del passaggio di consegne fra il club dello show time e il “golden crew” di Stephen Curry il quale continua a ripetere che si può fare di meglio, non pago dei suoi progressi. Rispetto al primo anello, a soli 5 mesi l’angelo del basket con la barbetta ha migliorato le sue cifre: da 24,3 a 32,7 punti, dal 49% al 51% nel tiro, e da 42 a 44% nel tiro da 3.
I 18 rimbalzi difensivi di Gallinari, pietra miliare dell’impegno dell’azzurro, della sua versatilità e top della giornata, purtroppo valgono solo per la statistica perché orfana dei sui centri (Faried assente da due gare per un problema alla caviglia e Lauvergne sempre fuori) rimasta con soli 11 giocatori Denver nel giro di 10 giorni superata fugacemente la soglia del 50% di vittoria ha perso 5 volte su 6. Gli statistici hanno attributo questa scivolata un un passivo di ben 113,7 punti coincidente col 50% nel tiro da 3 degli avversari, che aveva fatto infuriare coach Malone (“In questo momento siamo la peggiore difesa della NBA”). E anche con le percentuali di tiro di Gallinari, che nella serata del record di rimbalzi è stato sopra a sua media di 18,1 punti segnandone 20 punti grazie a 16/17 tiri liberi ma con 2/10 e 0/5 da 3, percentuali ancora peggiori delle ultime 4 gare con 10/39 per il 25,6%.
Malone ha chiesto scusa alla sua squadra per il fatto tecnico preso per aver ripreso Griffin che stava suggerendo a DeAndre Jordan come evitare il fallo sistematico per mandarlo in lunetta dove ha segnato 12 tiri su 25. “Il gioco lo consente, anche se non sono certo un fautore”, questa la giustificazione di Malone, un coach che forse guarda troppo ai particolare e manca di una visione più ampia e tollerante e del positivismo di Gregg Popovich ritrovandosi con un 6/9 inferiore all’attesa e molti problemi, anche se la soluzione in fondo potrebbe essere il riaccendersi di colpo del tiro del Gallo.
Oltre ai Cippers (7/7) che venivano da 3 sconfitte e hanno trovato la chiave del gioco con l’ex guardia dei Nets Wesley Johnson in quintetto, col rientro di Derrick Rose e la doppia-doppia di Pau Gasol (12 punti e 14 rimbakzi) i Bulls hanno vinto a Portland nonostante Dillard si sia fatto perdonare con 10 rimbalzi i disastri nel tiro (4/22 e 0/6 da 3) e la continua crescita del centro bianco Mason Plumlee, altro vecchio errore di mercato dei Nets, alla sua consecutiva tripla doppia-doppia. Indiana si è sbarazzata di Hibbert che ai Lakers è scomparso (2 punti a Oakland) e trascinata dalla sua star Paul George (40 punti, top scorer del turno) ha vinto di 17 a Washington e guida la sua divisione (9/5).
RISULTATI martedì notte – Washington-INDIANA 106-123 (23 G.Neal, 20 B.Beal; 40 P.George 14/19 7/8 da3 8r, 32 CJ Miles 10/16 8/9 da 3); ATLANTA-Boston 121-97 (25 P.Millsap +9r, 16 J.Teague; 25 A.Bradley, 14 I.Thomas); MEMPHIS-Dallas 110-96 (21 M.Conley, 19 Je.Green, 15 M.Gasol; 16 R.Felton, 14 D.Nowitzki + 10r, 13 Z.Pachulia +10r; Denver-LA CLIPPERS 94-111 (20 D.Gallinari +18 r 2/10, 0/5, 16 N.Jokic; 18 D.Jordan + 11r, 12/25 tl, 18 B.Griffin +10r, 15 C.Paul 10a); Portland-CHICAGO 88-93 (19 D.Lillard +10r 4/22 0/6, 18 CJ McCollum, 11 M.Plumlee +17r; 22 J.Butler, 17 D.Rose, 12 P.Gasol +14); GOLDEN STATE-LA Lakers 111-77 (24 S.Curry + 9a 4/12 4r 0pe ’30, 18 Dr.Green, 13 L.Barbosa; 10 J.Randle, 10 L.Nane jr, 10 L.Williams, 4 K.Bryant 1/14 1/7 6r 2a).
A cura di Enrico Campana