L’ex coach dell’Olimpia Milano è scettico anche sul suo approdo in Nazionale.
16 anni dopo Andrea Bargnani – che fu scelto alla numero uno dai Toronto Raptors – l’Italia del basket registra l’exploit di Paolo Banchero, che dopo un solo anno di college si è tolto la soddisfazione di essere stato chiamato con la prima scelta assoluta al Draft dagli Orlando Magic. Proprio il fatto di aver accumulato poca esperienza però, potrebbe essere uno dei talloni d’Achille del nativo di Seattle, che ora avrà addosso gli occhi di tutti. Le aspettative sono altissime, come ricorda Dan Peterson nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport: non sarà affatto facile imporsi.
“Devo essere realista: non so quanto sia pronto per giocare in NBA. Al suo anno da matricola dovrà soffrire gli avversari più maturi che metteranno a dura prova la sua difesa. A 19 anni è normale. Perché lui entra nella grande Lega come “one and done”, cioè con un solo anno di college alle spalle. Lui ha tutto per diventare un giocatore completo però bisogna dire che lo “one and done” ha distrutto la NBA e i giocatori che anticipano l’esordio nella Lega dovranno dimostrare tutto il loro valore per accreditarsi”, ha esordito l’ex coach.
Lo scetticismo non manca nemmeno a proposito del discorso sulla Nazionale italiana: “Banchero più di una volta ha dichiarato che non vede l’ora di giocare per l’Italia. Io dico: è una decisione importante! Ne sei proprio sicuro? Io sono come San Tommaso: crederò in Banchero con la maglia azzurra solo quando lo vedrò coi miei occhi. Ovviamente sarò felice se smentirà i miei dubbi e il mio scetticismo”, ha concluso.