Saracinesca abbassata sui sogni estivi di Denver che vengono ripiegati con la sconfitta casalinga coi Kings, la quarta nelle ultime cinque gare pur con 8 giocatori in doppia cifra e 52 punti della panchina. Recuperati 17 punti, accarezzato il sogno della vittoria con la tripla nel finale di Jokic (111-110) ecco l’ennesima delusione che taglia fuori dai playoff la giovane squadra di coach Malone nella palla persa di DJ Augustin, il nuovo arrivato, nell’azione d’attacco sul 112-114 nel quale ci ha messo la manina in difesa DeMarcus Cousins. Se non altro per non vanificare la sua prestazione.
L’ombroso e talentuoso centro croce e delizia dei Kings è stato l’eroe della serata, davvero inarrestabile: 39 punti, 18 rimbalzi. Il sodalizio con coach Karl va dunque avanti a strappi e riconciliazioni, forse per rispetto dell’età del veterano della panchina.
I guai hanno frenato la crescita della squadra che pure c’è stata, vedi Jokic, Will Barton il jolly del 4° tempo, Gary Harris, Nurkic, magari anche Emanel Mudiay, il play congolese, ma anche coi Kings la sfortuna ospite indesiderata ha preteso il suo posto al Pepsi Center. Nel secondo quarto il Gallo – che ha cambiato nuovamente pettinatura, via la cresta per una striscia dalla fronte alla nuca, da ultimo dei Mohicani – si è ferito la sua provvidenziale mano mancina e ha proseguito incerottato la gara segnando – menomato – ben 17 punti.
Quando gli hanno chiesto se è stato un problema grosso ha risposto con l’abituale positività giocando con le parole: “Dico di no, ma vorrei dirvi di sì…”.
Derby azzurro marginale, Belinelli che per un’operazione ai denti ha perso il posto in quintetto ha dato il suo contributo al rientro con 9 punti e un brutto 4/12 al tiro.
Uno sguardo alle classifiche ormai prossimi alla boa delle ultime 24 partite (ultimo terzo della regular season) con due primati dei Warriors già consegnati alla storia: la striscia iniziale di 25 vittorie, il 50/5 migliore del 50/6 dei Bulls di Jordan ’95-96 che fu la molla per il record di 72 vittorie e 10 sconfitte che ad oggi è il principale traguardo, dando per scontato ormai il primo posto. Dunque all’Ovest volano Golden State 50/5 90,9%, e San Antonio 47/9 83,9, poi c’è Oklahoma (71,4), i Clippers (37/19, 66,1), Memphis (32/23 58,2) che dovrà fare a meno per l’ultima parte della stagione di Marc Gasol che va sotto i ferri per la frattura del piede, quindi Portland e Utah hanno allargato il cerchio dal 6° posto in giù con le loro imprese-pirata, complice anche le continue delusioni dei Rockets che hanno perso ieri notte all’overtime lo scontro diretto con gli Jazz i quali sono tornati all’8° posto (28/28, 50) .
I Blazers con le sue micidiali guardie palla-da-cannone (112-104 ieri notte con i Nets, 34 punti Lillard e 34 McCollum, 40 tiri in due, esattamente la metà degli 80 di squadra col 50% hanno raggiunto Dallas al 6° posto (30/27) che per non perdere il treno dei playoff si è rafforzata con David Lee con un contratto da 2 milioni di dollari.
Houston (28/29, 9° posto) non è riuscita a sfruttare i 42 punti di Harden che per l’ottava volta ha superato i 40 come è riuscito solo a Curry. A Salt Lake City la panchina è stata passiva: 19 punti soli, 2 di Corey Brewer un signor sesto uomo, 2 di Clint Capela il gigante svizzero starter all’inizio di stagione e anche seconda torre a fianco di Dwight Howard, 4 Ty Lawson irriconoscibile col passaggio da Denver a al Texas per il vizietto della bottiglia e 8 di Jason Terry, troppo sacrificato.
Al 10° posto i Kings (24/31 43,6) che pur vincendo a Denver la terza gara consecutiva con 39 punti e 18 rimbalzi di Cusins, la sua pietra angolare, sono ancora staccati mentre sono a fine corsa i Pelicans (22/34, 39,3 11° posto) con la sconfitta di 20 a Washington (tripla doppia per John Wall e doppia pesante del polacco Gortat) perchè dopo i 52 punti di Detroit è sceso a 9, minimo stagionale, catturando però nuovamente 20 rimbalzi). Attaccati ai Pelicans, i Nuggets (22/35, 38,6) che s’immaginavano ben altra stagione, anche se martedì notte, con 8 giocatori in doppia cifra e la conferma dei giovani. Jokic (13 rimbalzi e 13 punti) ha dovuto comunque pagare dazio alla potenza di Cousins.
A Est nonostante la sconfitta casalinga con Detroit di lunedì per colpa delle cimici infilatesi nel suo letto a Oklahoma in quell’hotel famoso anche per la storia di un fantasma he s’aggira nelle camere (i dirigenti dell’Hilton si sono scusati precisando che tuttavia le cimici possono entrare nel bagaglio e negli indumenti degli ospiti…tiè…!), Cleveland (40/15, 72,7) mantiene una distanza di sicurezza dai Raptors (37/18 67,3, al 5° posto assoluto davanti ai Clippers 37/19 66,1), poi al 3° posto Miami (32/24 57,1) senza Bosh (un mistero il suo problema venuto a galla alla vigilia del’All Stare Game) con Wade acciaccato e la frattura al piede di Beno Udrih, il regista sloveno cambio di Dragic, che deve farsi operare e ha finito la stagione cominciata con Memphis.
Al 4° Boston (33/25 56,9), al 5° Indiana (30/26 53,61), al 6° Atlanta (31/27 53,4) in ribasso rispetto all’anno scorso con la cessione d Luog Deng e Pachulia), al 7° con un ritorno di fiamma a miglior squadra del momento (5 vittorie consecutive col rientro di Al Jefferson e l’acquisto del francese Batum) è Charlotte (29/26 52,7) e potrebbe essere la volta buona dopo anni disgraziati per vedere i playoff) in compagnia dei Bulls (29/26, 52,7) in difficoltà con l’operazione di Mirotic (appendicite) e il risentimento al ginocchio d Jimmy Butler, la sua prima star) e tenuti sù dall’incredibile Pau Gasol dopo le fatiche estive degli europei nei quali è stato MVP e miglior marcatore assicurando l’oro alla Spagna e al quale il club offrirà un rinnovo di contratto da 20 milioni di euro, una cosa mai vista per un giocatore della sua età. E soprattutto europeo. Dietro Chicago non demorde Detroit (28/28 49,1) anche se ha perso Ilysova e Jannings e rimandato al mittente Donatas Motiejunas dopo le visite mediche.
SKY TV – Giovedì 26 ore 2 Chicago-Washington (differita ore 14, ore 23 SS 3HD); 28 febbraio ore 2 Oklahoma-Golden State (differita 10.30 e 17).
RISULTATI martedì 23 febbraio – Denver-SACRAMENTO 110-114 (17 D.Gallinari 5/14 1/4 da3 tl 6/7 1r 1a 37′, 18 W.Barton 6r 4a, 13 N.Jokic +13 r 4/8 1/2 da3 tl4/4 6a; 39 D.Counsins +18r 14/24 tl9/1 4a, 16 R.Gay +10r, 4 R.Rondo +12 a, 9 M.Belinelli 4/12 1/3 da3 20′); Filadelfia-ORLANDO 115-122 (35 N.Vuevic 9r, 11 A.Gordon +11r, 22 V.Oladipo, 21 E.Fournier 3/5 da3; 22 I.Smith 2/3 da 3 tl6/8, 16 N.Noeal +11r); WASHINGTON-New Orleans 109-89 (21 M.Gortat +11r 10/16, 16 J.Wall +12r 11a; 9 A.Davis +20r 3/9 tl3/3, 20 J.Holiday 0/5 da3); UTAH-Houston 117-114 dts (28 G.Hayward tl13/15, 19 D.Favors+12r; 42 J.Harden 16/30 2/2 da3 tl8/10 5r 4a, 13 D.Howard +16r tl4/7); PORTLAND-Brooklyn 112-104 (34 D.Lillard 9/18 2/7 da3 tl14/14, 34 CJ McCollum 13/20, 4 M.Plumlee +13r; 36 B.Lopez +10r 18 J.Johnson 8r, 8 T.Young +11r).
A cura di Enrico Campana