Gli Spurs ogni anno si presentano ai blocchi di partenza con velleità di titolo e anche se non sono quasi mai nelle primissime file, poi si candidano sempre per un posto al sole con la forza, l’organizzazione e l’esperienza.
Ora però l’esperienza dei veterani si è trasformata in vecchiaia e in una lega fisica e atletica come questa, non avere più venti (spesso neanche trenta) anni, si fa sentire.
Manu Ginobili giocherà un’altra stagione selezionando ancor di più i momenti in cui essere decisivo, perché si sa che sebbene le quantità di momenti clutch diminuirà, ci saranno e basta solo saperli aspettare.
Chi invece sembra avere più problemi del previsto è Tony Parker che ha problemi fisici di difficile soluzione.
Il chilometraggio NBA del franco belga comincia ad arrivare a numeri importanti e notoriamente non è mai stato un giocatore che si sia risparmiato o abbia rinunciato a una penetrazione nei pressi del ferro. Sebbene le sue scorribande siano diminuite per quantità, nella storia recente è sempre stato uno dei migliori finisher della lega e su un fisico come il suo, alla lunga, la natura chiede il conto.
Negli scorsi playoffs ha rimediato un infortunio al quadricipite ed è stato operato poco dopo nel corso della serie contro i Rockets stimando poi i tempi di recuperi intorno a gennaio.
A quanto pare il tabellino di recupero dovrebbe essere rispettato e non dovrebbero esserci particolari stravolgimenti al ribasso sui tempi di recupero: “Cammino bene e ho cominciato a correre –dice TP- il processo è ancora lungo e ci vorrà ancora del tempo, probabilmente quattro o cinque mesi da ora ma sono felice di come il decorso stia procedendo”.
Gli Spurs inizieranno la stagione senza il proprio condottiero e dovranno fare a meno di lui per un lungo periodo iniziale. L’unico aspetto positivo potrebbe essere averlo più fresco nel momento che conta, anche se in una Western Conference da vera tonnara, non avere un leader come lui potrebbe costare posizioni in griglia.
In collaborazione con basketissimo.com