Le parole di Nicolò Melli
Nicolò Melli ha concesso una lunga intervista al sito dell’Olimpia Milano, partendo dal suo ritorno in città: “Ho ritrovato soprattutto in città punti di riferimento che avevo avuto nei miei primi cinque anni. È una sensazione diversa. Sono contento di essere tornato, non me lo sarei aspettato, non si possono prevedere certe cose, il futuro, ma non l’avevo messo in conto e sono contento che sia successo”.
Sul ruolo di capitano: “Non so se sia più importante a Milano, non voglio sminuire nessuno. Per quanto mi riguarda mi dà un senso di responsabilità sia nei confronti di me stesso, per come mi devo comportare io sia nei confronti dei miei compagni, della società, dei tifosi. Cerco di metterci la faccia, per quanto posso, di esprimermi, di fare da collante sia all’interno dello spogliatoio che verso l’allenatore, la società. Se c’è qualcosa che ritengo sensato me ne faccio ambasciatore, cerco di fare da filtro. Per me è un grandissimo onore. Significa anche che sto invecchiando. Però penso sia una cosa bella di cui spero di essere degno”.
Capitolo record di presenze. “Sì, è bello, ma non me ne capacito fino in fondo e non voglio pensarci più di tanto. Quello che ho intenzione di fare è riflettere su quello che ho fatto, e spero di fare ancora tante cose, quando mi sarò ritirato, spero il più tardi possibile. Sono contento che succedano queste cose, penso sia giusto ricordarsi quello che è stato e si è fatto, però ho ancora tantissima strada da fare”.
“Da ragazzino seguivo molto il calcio e ho sempre apprezzato i giocatori come Javier Zanetti, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, o nel basket Dirk Nowitzki a Dallas, le bandiere. Io non credo di essere una bandiera, ma essere un pezzo importante nella storia di un club, anche solo per le presenze, è bello. Non è quello che sogni da bambino, non sono questi i sogni che fai, ma diventando grande ti rendi conto di essere stato una presenza importante, di un club importante. Non tutti riescono farlo, io ci sono riuscito”.