Galliani si prende dei meriti
L’amministratore delegato del Monza Adriano Galliani, nel corso di un’intervista concessa a ‘Il Foglio’, ha parlato del suo forte legame con il basket e con la presidenza dell’Olimpia Milano: “Tutto parte da Monza nel 1955/56 quando la Simmenthal, azienda di Monza sponsorizza il calcio e il basket. A vedere il calcio mi portava mia mamma da bambino. Per andare a vedere il basket ho dovuto attendere di avere la patente e la mia prima auto. A 19 anni nel 1963 presi una Cinquecento e cominciai a seguire con una passione infinita la Simmenthal nel 1963/1964. Ricordo perfettamente la semifinale con il Real Madrid vinta in casa, persa in trasferta quell’anno e poi ricordo di essere stato a Bologna, sempre in Cinquecento, nel 1966 per quelle che possiamo chiamare Final Four dove battemmo l’Armata Rossa in semifinale e poi lo Slavia Praga in finale con Bill Bradley che giocava da noi. Da quegli anni ho sempre seguito il basket con grande passione”.
“Nel 2004 la Gazzetta lanciò l’allarme: il basket a Milano sta morendo. Io chiamai Re Giorgio Armani che entrò prima come sponsor e poi come proprietario. Se non avessi fatto quella telefonata, senza darmi meriti eccessivi, e se non fosse intervenuto Giorgio Armani, il titolo sportivo quell’anno sarebbe finito alla Virtus Bologna che non era in A1. Dovremo essere eternamente grati a Giorgio Armani” ha proseguito l’ex ad del Milan.
Infine un commento sulle finali playoff, vinte dalla compagine meneghina contro la Virtus Bologna, e sui giocatori decisivi secondo Galliani: “Shields, che ha giocato meglio, è stato anche Mvp delle finali, ma io continuo a pensare che il simbolo sia il Chacho che mi dà delle emozioni pazzesche”.