Per il Dream Team due vittorie su due, ma non mancano le polemiche
Se nelle ultime amichevoli di preparazione qualcuno aveva avanzato dei dubbi sulla tenuta dellla nazionale americana di pallacanestro composta dalle stelle della NBA, le prime due partite giocate dal Dream team a Parigi 2024 hanno invece raccontato la realtà di una squadra dominante, cui non manca, però, qualche motivo di imbarazzo.
Dopo la prima partita, vinta domenica scorsa per 110-84 contro la Serbia, le telecamere hanno spesso indugiato sul volto di Jayson Tatum, fresco di titolo NBA con i Boston Celtics ma rimasto in panchina per tutti i 40 minuti effettivi giocati dagli Usa contro Nikola Jokic e compagni. Steve Kerr, nel post partita, aveva dichiarato di essersi sentito “un idiota” per aver dovuto escludere dalle rotazioni il talento classe 1998.
La scena si è ripetuta anche nella seconda partita, vinta mercoledì sera contro il Sud Sudan per 103-86. Stavolta Tatum era in campo, ma c’è stato un altro escluso eccellente: Joel Embiid. Il lungo dei Philadelphia 76ers, che ha scelto gli Usa rinunciando a una più che probabile convocazione da parte della Francia, è stato più volte ripreso dalle telecamere e non è parso certo felice della scelta del suo allenatore.
Kerr, dunque, ha dovuto spiegare ai giornalisti per quale motivo abbia deciso di rinunciare all’MVP della stagione NBA 2022/23: “Giocavamo contro la squadra più veloce dell’intero torneo – ha detto il capo allenatore degli Stati Uniti – dovevamo essere rapidi nei cambi di marcatura, per anticipare le intenzioni degli avversari”.
Davanti ai cronisti americani, Kerr ha poi provatoa spegnere in maniera definitiva le polemiche: “I social rendono tutto più melodrammatico – ha detto – ma questi ragazzi sono professionisti e accettano ogni scelta, consapevoli che ogni partita è diversa e richiede risposte diverse da parte mia e loro. Spero che i giocatori non stiano troppo ad ascoltare questo tipo di polemiche”.