I bilanci, in casa Aquila Basket così come in ogni altra azienda che si rispetti, si fanno a fine stagione. Per questo, conclusa anche la corsa nei play-off di serie A Beko con la sconfitta in volata subita dall’EA7 Milano, il general manager della Dolomiti Energia Trentino Salvatore Trainotti ha fatto il punto della situazione, andando oltre la semplice, doverosa soddisfazione di rito per una annata da ricordare. Ma anche evidenziando quali potranno essere le linee guida lungo cui il club aquilotto potrà sviluppare la sua crescita nella prossima e, perché no, pure nelle successive stagioni.
LA STAGIONE “Si è appena conclusa una stagione positiva. Al secondo anno di Serie A siamo riusciti a qualificarci alle Final Eight di Coppa Italia raggiungendo le semifinali, abbiamo fatto i play-off uscendo contro Milano, e siamo riusciti ad arrivare ad un passo dalla finale di Eurocup facendo una esperienza incredibile sotto tutti i punti di vista. Essere soddisfatti del percorso fatto non significa che tutto sia andato bene: abbiamo avuto diversi problemi, che provvederemo ad analizzare in modo adeguato, per arrivare a delle conclusioni che ci aiutino a fare meglio nel futuro”.
LA CRESCITA “Parlando di migliorare non mi riferisco ai risultati. Mi riferisco ai processi, al modo di lavorare. Complice lo stallo creato dall’incertezza sul futuro delle competizioni europee, avremo l’occasione e il tempo analizzare alcuni aspetti. Ad esempio strutturandoci meglio dal punto di vista tecnico, in termini di staff e di lavoro col settore giovanile. Lo staff tecnico, sia chiaro, sarà assolutamente confermato. E lo stesso dicasi per il preparatore fisico. Il ragionamento che faccio è di più ampio respiro e va oltre questi aspetti: Trento non può essere ogni anno il club che fa delle scommesse per poi sperare di fare bene. Dobbiamo essere una società solida, che lavora per trovare giocatori giovani, e poi sappia valorizzarli, sia sul campo che sul mercato. Per questo la mia idea è quella di migliorare la qualità del lavoro. Non so ancora come lo faremo, potrebbe essere con un terzo assistente, o magari con un secondo preparatore o con un video coordinator, o anche con qualche iniziativa completamente diversa dalle precedenti. Quello che so è che dovremo essere bravi a far sì che operazioni come quelle fatte con Flaccadori o Lofberg, e che spero riusciremo a fare con altri giovani di talento in futuro, siano valorizzate al massimo. Non discuto le scelte fatte quest’anno, che hanno portato risultati assolutamente soddisfacenti, ma in prospettiva un giocatore come Lofberg, ad esempio, avrebbe potuto essere coinvolto di più. E vogliamo provare a metterci nelle condizioni di farlo in futuro”.
IL NUOVO ROSTER “La squadra di quest’anno ha dimostrato un elemento di grande continuità rispetto alle passate stagioni: la grande emozionalità del nostro zoccolo duro di giocatori italiani, su cui abbiamo innestato giocatori americani che hanno aggiunto tanto atletismo. Le nostre difficoltà nel girone di ritorno ci hanno dimostrato che quando questa grande emozionalità è venuta un pochino meno, abbiamo sofferto. Quest’estate quindi dovremo, tanto per cominciare, provare a conservare quelle caratteristiche che ci hanno permesso di battere anche squadre molto più forti di noi, ritardando se possibile la partenza di atleti come Pascolo. E poi cercare di darci quella solidità tecnica che un po’ ci è mancata: migliorando come detto la qualità del lavoro, ma anche valutando qualche giocatore con caratteristiche diverse, a costo di perdere un pizzico di atletismo”.
PASCOLO “Tra i giocatori da provare a tenere c’è ovviamente Pascolo. Dada nel corso degli anni ha dato tanto, tantissimo a Trento. Probabilmente più di quanto non abbia ricevuto. Per questo motivo penso che debba decidere del suo futuro in assoluta serenità: e credo anche si sia guadagnato il diritto di farlo senza che nessuno debba sindacare sulle decisioni che vorrà prendere. Quello che succederà nelle prossime settimane dipenderà da tante cose: essenzialmente da Davide e dalle offerte che arriveranno. Ma anche da cosa vorrà fare Trento. Siamo una sorta di public company, non una società in cui andare a chiedere al presidente di mettere i soldi per tenere un giocatore, quindi questa è una occasione di fare un passo in più per tutto il club e le sue varie componenti. Non tanto in termini economici, ma in termini di progetto. In conclusione dico: non sacrificherò un progetto per provare a far restare Davide, ma sono la persona più motivata di tutti a tenerlo, e farò di tutto per provarci”.
L’EUROPA “Se giocheremo in Europa il prossimo anno e quale competizione faremo è qualcosa che non dipende da noi, dovremo aspettare qualche settimana per avere le idee più chiare. Già sappiamo che questo rallenterà anche le decisioni di tanti dei giocatori, come gli americani ma anche lo stesso Poeta. Peppe, una volta superati i problemi che ha avuto, ha mostrato quanto possa darci una mano, e ci piacerebbe tanto poterlo tenere con noi, ma molto dipenderà da come si evolveranno le cose. Baldi Rossi? Parleremo con calma assieme a Filippo nei prossimi giorni, la sua permanenza a Trento non è collegata alle decisioni di Pascolo. Forray? Beh, Forray è Trento. Al di là del fatto che abbia già il contratto, credo che se un giorno mai lascerà Trento, lo farà solo per sua scelta”.
IL PUBBLICO “La nostra tifoseria è calda, appassionata, partecipe. Quest’anno il pubblico ha fatto la differenza in diverse occasioni, pensate alle partite contro Zaragoza o Milano. I 3.090 spettatori di media che abbiamo avuto nelle gare di serie A poi sono un dato soddisfacente. E’ inferiore a quello di molte delle squadre di serie A, è vero, ma siamo solo al secondo anno nella massima serie, quattro anni fa eravamo in B1, e questa è fino a poco tempo fa stata come conosciuta come terra di pallavolo. Aggiungo poi che il nostro impianto, ad oggi, permette solo a 3.000 persone circa di vedere molto bene la partita. Siamo in mezzo a un percorso di crescita che, magari, ci porterà tra qualche anno ad avere bisogno di un nuovo impianto”.