Con la Gazzetta dello Sport il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Gianni Petrucci, ha espresso tutto il suo disappunto per il no di Belinelli e Datome al torneo Preolimpico.
“E’ un uno-due che fa male – ha detto -. Ne soffro perché è lo specchio di un sistema sbagliato. Il basket italiano si riempie la bocca di Nba, di Eurolega e del campionato ma non capisce che l’Olimpiade vale molto di più come immagine. I Giochi sono la laurea dello sport. E aggiungo che si diventa campioni solo inseguendo il sogno olimpico”.
“Non entro nel merito delle motivazioni e non voglio accusare i due giocatori – ha aggiunto il numero 1 del basket italiano -. Ho provato a convincerli ma sono rimasti sulle loro posizioni. Però, mi chiedo come mai il riposo e gli interventi chirurgici vengono sempre programmati in coincidenza dell’attività della Nazionale. E se Beli e Gigi avessero dovuto giocare la finale scudetto fino a gara-7 si sarebbero risparmiati? Non li discuto sotto il profilo tecnico ma credo che un campione, davanti alla prospettiva di giocare l’Olimpiade, farebbe qualunque sacrificio per esserci. Ho ancora in mente le lacrime di Messi e Federer ai Giochi. E chiedete a Carlton Myers, nostro portabandiera a Sydney 2000, quali emozioni ha vissuto: ancora gli brillano gli occhi quando ne parla. Io da dirigente ne ho fatte 12 e se il Dio di concederà la salute a Tokyo andrò per la tredicesima. Ogni volta è stata un’emozione diversa, tutte impagabili”.