Si svolgerà martedì alle 18.30 presso la “casa del basketball”, la sede della FIBA a Mies, presso Ginevra, il sorteggio per la composizione dei tre tornei preolimpici in programma tra il 4 e il 10 luglio prossimo a Torino, Belgrado e Manila.
L’ultima sorpresa è stata il criterio della composizione dei gironi. Le 18 squadre ammesse saranno suddivise in tre gironi a partire da 6 fasce così suddivise: 1: Francia, Serbia, Grecia 2: ITALIA, Rep. Ceca, Canada 3: Filippine, Iran, Giappone 4: Angola, Tunisia, Senegal 5: Lettonia, Croazia, Turchia 6: Messico, Porto Rico, Nuova Zelanda .
Ogni torneo sarà suddiviso in due mini gironi da tre squadre ciascuno. Le prime classificate dei due mini gironi si affronteranno in finale. La vincente si qualificherà per i Giochi di Rio 2016.
L’Italia ospiterà un torneo a Torino e non potrà incrociare Serbia, Filippine (sedi degli altri due tornei), Repubblica Ceca e Canada, perché inserite nella stessa fascia degli azzurri.
Ma questa è solo l’ultima puntata di una storia senza precedenti dove la politica sportiva s’aggroviglia con quella internazionale.
Entrano in scena Renzi in prima persona, idem Erdogan per la Turchia e il vicepremier della Serbia che è anche il presidente della sua federazione. Dunque, non più un torneo unico a 12 squadre (5-10 luglio) annunciato un anno e mezzo fa. Durante gli europei, e prima che terminassero ai primi di ottobre col Campionato Asiatico le fasi di qualificazione nei 5 continenti, il field passa da 12 a 18 squadre.
La FIBA lancia la lotteria delle candidature, è un’asta milionaria, si presentano sette paesi: Serbia, Italia, Germania, Israele, Turchia, Iran, Filippine. Si procede quindi alle ispezioni per verificare gli standard richiesti, così l’annuncio slitta da 26 novembre al 19 gennaio quando c’è l’ufficializzazione delle 3 sedi. E si conoscono le ultime 3 ammesse, non qualificate (per una contraddizione del principio sportivo che cade con le wild cards): e dunque Lettonia per l’8° posto all’Europeo, dentro altre due europee, Turchia e Croazia, e fuori il Libano che sembrava dover avere la precedenza rispetto a una europea.
L’Europa fa la parte del leone perché la FIBA vuole inglobare l’Euroleague, non ci riesce attraverso la strada diplomatica e per lanciare l’Europe Champions stile calcio ha bisogno di avere alleate le federazioni europee, e alla fine tutte hanno ottenuto qualcosa.
Ma che sorteggio sarà? La Francia non può essere gettata nel frullatore, e si troverà quindi il modo di farne la prima testa di serie e mandarla a Manila grazie al World Ranking. Questo anche per fare un favore alla Serbia che può mettere in campo i migliori talenti europei, e all’Italia partita per prima con Petrucci a testa bassa contro l’Euroleague ragionando anche come dirigente-CONI, anzi da ex presidente di lungo corso, per promuovere la candidatura olimpica di Roma 2024 cara a Renzi, Malagò e Montezemolo.
Come ranking l’Italia ha davanti ben 14 paesi e dietro solamente Lettonia, Rep.Ceca e Giappone, ha combinato poco negli ultimi 5 anni fallendo l’Olimpiade e il Mondiale, ma la squadra è la più forte del dopo-Meneghin e Petrucci deve mantenere la promessa fatta tornando al basket: un paese si riconosce dai successi della sua nazionale, metà squadra gioca nella NBA o nelle migliori squadre europee, da qui l’operazione Messina e la disponibilità a entrare in campo come l’ariete della FIBA per scardinare l’Euroleague. In ogni caso, è sempre il campo a decidere, fortuna e sfortuna.
Nei sorteggi non abbiamo avuto buona sorte negli ultimi anni, per questo ad ora non c’è un comunicato della FIP per annunciare la delegazione che andrà a Ginevra. C’è da dire che con 8 europee, in due gironi su 3 si ritroveranno di fronte tre europee, sul campo amico bisogna essere prudenti: nei tre europei, uno dei quali a Torino con la Fiat organizzatrice, l’Italia non ha mai vinto.
Da fonti attendibili intanto si sa che la Rai non vuole perdere la corsa ai diritti Tv ed è pronta a un investimento senza precedenti per battere Sky e trasmettere alcune gare su canali generalisti in prime time.
A cura di Enrico Campana