Approfittando dei quattro giorni di pausa del calendario degli Spurs fra il derby vinto del 17 gennaio a Dallas e la trasferta a Phoenix del 21, Ettore Messina ha concordato con la Fip e i suoi datori di lavoro texani (il suo boss è Gregg Popovich, il primo a essere lieto per questa chiamata che onora certamente anche il plurititolato club) con i quali ha un contratto biennale, un viaggio-lampo di Roma dove mercoledì 20, giorno di San Sebastiano, verrà presentato nel salone d’onore del CONI.
La sua agenda romana prevede l’arrivo alle 7.50 a Fiumicino e nella stessa lunga giornata la firma con la Fip (Messina ha parlato di ” accordo ponte” sulla parola con Petrucci, per il futuro si vedrà dopo il risultato del preolimpico, ma le norme CONI pretendono un contratto). E quindi l’incontro con i suoi collaboratori per definire l’organigramma, la lista dei P.O. e il programma di preparazione . Con un Piano A e Piano B legato al risultato della sua stagione NBA. Dipende se i suoi Spurs, squadra del momento (36 vittorie, 6 sconfitte, giocheranno o meno la finale di Conference e la finalissima con la vincitrice dell’Est. Ad oggi Warriors e Spurs sono largamente le due migliori squadre della NBA, per cui è probabile lo scontro diretto all’Ovest col vantaggio del campo per i rivali anche se mancano ancora 40 gare.
Il primo assistente sarà Luca Dalmonte, lo stesso di Pianigiani, sotto contratto fino al 30 settembre. La novità potrebbe essere Giordano Consolini per lo stretto rapporto fin dai tempi di Bologna. Il trainer Cuzzolin, con esperienze NBA dopo lo scudetto trevigiano cin Mike D’Antoni, non è minimamente in discussione, anche per lui il contratto con la Fip è quadriennale con distacco nella Provincia di Treviso come insegnante. Anche lo staff medico dovrebbe essere confermato.
Forse Messina troverà anche il tempo di incontrare già mercoledì il presidente Malagò, ma non è escluso che si trovino l’indomani al termine di una conferenza attesissima, da visita di capo di stato, tanto che sembra necessaria la selezione dei media tanti sono le richieste di accrediti. Sono previsti anche ospiti illustri, fra i quali non è escluso l’arrivo di Matteo Renzi che tifa Italia dai tempi in cui come sindaco di Firenze ospitò la nazionale in un raduno pre-europeo distribuendo con Nardella riconoscimenti ufficiali ai giocatori NBA. E in veste di presidente del Consiglio, raccontano, nei giorni di Berlino è lui ad aver appoggiato immediatamente con i buoni uffici di Malagò la candidatura italiana (la sede è il Palazzo Olimpico di Torino). Stanziato il contributo di 2,2 milioni nelle pieghe della Finaziaria assieme ad altri interventi per manifestazioni di sport di grande livello, come la Ryders Cup di golf.
Per il preolimpico, la Fip è partita prima delle concorrenti, l’appoggio ufficiale del Governo è stato fondamentale e poi Petrucci ha fatto un lavoro eccellente di lobbying giocando in stile machiavellico. E su due tavoli, quello della FIBA che aveva bisogno di un intervento di rottura di una Federazione per fare muro contro l’Euroleague e convincere i club italiani a passare sul fronte FIBA (esentata Armani per un contratto in essere, poi si vedrà). Sulle sue posizioni si è appiattita la Lega ed è riuscita a trascinare anche la Francia che si è alleata nel recente meeting della FIBA a Londra. Petrucci ha poi lavorato pro-Malagò invitando a Roma il gran capo della FIBA Baumann, grande elettore nel CIO, allo scopo di promuovere la candidatura olimpica di Roma 2024, il presidente della Federbasket mondiale e i presidenti delle maggiori federazioni europe. Che a loro volta hanno voce in capitolo o relazioni con Comitati Olimpici europei di punta che voteranno fra Roma, Parigi e Los Angeles.
In questo scenario è maturata da tre settimane la scelta dell’Italia che pur al 35° posto del ranking FIBA si può sempre permettere certi lussi in nome dello sport. La notizia è già sicura, si capisce dai preparativi (Petrucci ha mandato a Torino l’ex vicesegretario Silvestri per un sopralluogo dell’impianto assieme alla Rcs che organizzerà l’evento come partner ufficiale garantendo l’intera copertra delle spese).
La FIBA deciderà domani, 19 gennaio, a Mies (Svizzera) le tre sedi, ascoltate le relazioni della Commissione al termine dei sopralluoghi. In realtà nessuno eccepirà alla proposta del segretario generale della FIBA Patrick Baumann il quale ha messo sulla bilancia meriti sportivi, interesse e ragioni politiche. E quindi, da fonti bene informate, saranno scelte due capitali, Manila, Belgrado e la prima capitale d’Italia, Torino.
Sono dieci le nazioni che hanno chiesto ospitare i tre tornei preolimpici di basket dal 4 al 10 luglio: Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Iran, Israele, Italia, Messico, Filippine, Serbia e Turchia. Le vincitrici saranno promosse ai Giochi di Rio. Tra le candidate, Germania, Turchia e Israele non hanno ottenuto sul campo agli europei il diritto; per loro, dunque, l’unica chance olimpica è l’organizzazione.
Questi i parametri richiesti dalla FIBA:
1) Le migliori condizioni logistiche per i giocatori;
2) Un evento “first class” per spettatori, squadre, media, emittenti televisivi e partner commerciali;
3) Palazzo e strutture di prima qualità;
4) La qualità dell’organizzazione e i benefici che il paese designato potrà portare all’evento per il mondo del basket;
5) Concrete iniziative commerciali per promuoverlo.
Queste le 18 squadre qualificate ad oggi per il preolimpico:
AFRICA: Angola (finalista), Tunisia (semifinalista), Senegal (semifinalista),
AMERICA Canada (finalista), Messico (semifinalista), Porto Rico (5° posto)
ASIA: Filippine (finalista), Iran (semifinalista), Giappone (semifinalista)
EUROPA: Francia (medaglia di bronzo), Serbia (4° posto), Grecia (5° posto), Italia (6° posto), Repubblica Ceca (7° posto)
OCEANIA: Nuova Zelanda (finalista)
Dalla FIBA non trapelano indiscrezioni sulla scelta delle 3 squadre che completeranno i gironi. La Germania sarebbe fuori essendo stata eliminata nel girone di qualificazione, la scelta di Serbia e Italia aprirebbe invece la possibilità ad altre due squadre europee fra quelle arrivate agli ottavi, e quindi la Lettonia (8° posto) che ha passato il 1° turno (battendo la Slovenia) ed è fra quelle che non hanno avuto l’organizzazione (e può mettere in campo Kristaps Porzingis che ha avuto grande ipatto nella NBA) e si sono fermate al 1° turno a Lille. Hanno richiesto l’organizzazione ma non si sono qualificate Turchia (battuta dalla Francia) che può mettere in campo un’ottima squadra con Enes Kanter, o magari Israele battute da Israele. Non ci sono squadre significative nelle altre tre zone, americana, asiatica e africana. Nella scela hanno certamente pesato anche i venti di guerra. Misterioso anche il criterio del sorteggio del 26 gennaio a Mies che sarà (probabilmente) annunciato contestualmente all’ufficializzazione delle tre città ospitanti. Petrucci si è prenotata la prima parata e quindi la data del 20 ha un significato doppio: la presentazione di Messina e la scelta di Torino.
A cura di Enrico Campana