Dalla GIBA, l’Associazione Giocatori Italiani di basket, arriva un monito.
“In questi giorni, i mass media sportivi stanno seguendo con attenzione le situazioni di tre importanti squadre: Cantù e Avellino in Serie A e Siena in Serie A2 – si legge nella nota diramata giovedì -. Le condizioni dei sodalizi cestistici appaiono, purtroppo, preoccupanti. Si parla di mancati versamenti, lodi esecutivi, utenze staccate e, anche se le tre situazioni sono diverse, l’immagine che ne deriva della pallacanestro italiana non è certo buona né incoraggiante, verso auspicabili nuovi sponsor o imprenditori decisi magari a investire nel settore. Purtroppo, come sempre, oltre al danno d’immagine per il movimento in generale c’è un primo, concreto e pesante danno che va a colpire i lavoratori del basket e cioè i giocatori e gli staff tecnici che compongono le squadre e senza i quali il gioco non esisterebbe. Essi, infatti, vedono venir meno i basilari diritti che formano un rapporto di lavoro, come quelli a essere retribuiti e a svolgere il proprio lavoro in una situazione e in un ambiente sereni”.
“Di fronte a questi fortissimi campanelli d’allarme, l’Associazione Giocatori ritiene di dover continuare a richiamare tutti gli attori al rispetto delle regole, per il bene della pallacanestro italiana e il suo futuro – si legge ancora -. I presidenti delle leghe di A e A2, Bianchi e Basciano, hanno intrapreso un percorso virtuoso, ma evidentemente esso non basta. La Federazione Italiana Pallacanestro e la Comtec, che stanno lavorando per controlli sempre più stringenti, devono ulteriormente vigilare affinché nessuno possa più aggirare le regole. Occorrono più severità, fidejussioni più alte e controlli più serrati, fin dall’inizio della stagione sportiva. E se le regole attuali non funzionano, si cambino le regole per il bene della pallacanestro. La GIBA chiede serietà a tutti coloro i quali possiedono e gestiscono squadre di basket e alle istituzioni sportive che le controllano, potendo garantire da parte dei propri associati sempre la massima professionalità. Serietà, perché non è possibile arrivare a Natale avendo pendenze riferite alla stagione precedente. I giocatori associati dichiarano la propria vicinanza di colleghi ai giocatori tesserati nelle società che oggi vengono descritte come a rischio, pronti – se necessario – a scendere al loro fianco per tutelare il bene comune del lavoro”.