Vezzosi: “Bargnani lo odi o lo ami”

Abbiamo chiesto a Umberto Vezzosi, il coach-professore  che ha portato Pianigani nel basket, lavorato in passato con la Mens Sana e soprattutto l’artefice dei titoli giovanili della Virtus Siena e portato alle squadre nazionali giovanili – dove è stato anche assistant-coach – una ventina di giovani, fra gli ultimi Tessitori, Imbrò, Oliva, passato  ora a costruire un nuovo polo leader per i giovani ad Arezzo con finalità sociali, di rispondere   a domande sulla bocca di tutti dopo il risultato del’Italia.   
 
Il 5° posto riflette il valore dell’Italia?
 
“Esatto,  perché era una squadra incompleta, con guardie ed ali molto forti ma senza play e pivot di primo livello. Ed il play e il pivot sono ruoli fondamentali per arrivare a vincere un europeo”
 
Quale è stato il problema della squadra più evidente e quello rimasto sotto traccia che non può sfuggire invece all’occhio di un esperto?
 
“Il problema più evidente è stato il diverso modo di giocare tra i giocatori Nba e gli altri. In Nba giochi per dare la palla alla stella nella sua posizione preferita e può anche forzare. In Europa giochi per muovere la palla ed avere un vantaggio. Poi ha influito molto anche l’infortunio di Datome vero leader insieme a Gallinari”.
 
Dare enfasi al “trio NBA” può aver spersonalizzato gli italiani del campionato, a parte Gentile?
 
“Penso fosse imprescindibile dare enfasi alle nostre stelle. O fai una scelta drastica e non le chiami, o le fai giocare a prescindere. Forse potevano avere un po’ più di riposo contro la Lituania,  visto che la panchina stava rispondendo bene”.
 
Questa squadra ha margini di miglioramento, e quali decisioni o accorgimenti tecnici dovrebbe prendere per raggiungerli?
 
“Tutte le squadre hanno margini di miglioramento, per far questo ci vuole continuità e magari qualche innesto di qualità che  tra i giovani non manca in questa squadra. Probabilmente per migliorare ulteriormente ci vogliono anche gerarchie più precise. Poi forse un po’ più di tattica in difesa per uscire da situazioni difficili”.
 
Il problema Bargnani dipende solo dalla sua gestione tecnica, dato che è stato confermato incontrovertibilmente che il Mago non può difendere giocatori come Gasol, Valanciunas, Veselj che hanno segnato valanghe di punti?
 
“Bargnani è il classico giocatore che o lo odi o lo ami. Sta pagando il fatto di essere stato prima scelta assoluta. Fosse stato scelto alla numero 8 nessuno lo metterebbe in discussione. Credo che abbia anche provato a difendere, ma la sua natura è un’altra. Semmai dovremmo trovare il modo di dargli la palla più vicino a canestro, ma non statica alla Pau Gasol, ma dinamica con tagli in movimento”.
 
Cosa avrà voluto dire Gallinari con quella frase “Mi sono rotto le scatole di perdere”?
 
“Esattamente che voleva vincere e credo che sia stato dispiaciuto di non essere stato cercato dai compagni nell’ultima azione contro la Lituania. Poi credo che abbia voluto dire che il tempo passa, che non sono più ragazzini, e che con la Nba non avranno mai certezze di essere sempre tutti presenti”.
 
Lei che conosce la realtà del basket giovanile, come siamo messi come ricambio? Può indicarci almeno 5 nomi da aggregare subito alla squadra?
 
“Premesso che ci sono allenatori stipendiati proprio per queste cose  e quindi  sta a loro la scelta, non voglio fare nomi, ma dico che, tranne poche realtà,  il lavoro fatto nei club, soprattutto nelle prime squadre, non è quello propedeutico per creare i giocatori che vuole il settore squadre nazionali. Io ho avuto giocatori considerati i migliori o tra i migliori nelle loro annate che come sono arrivati in serie A hanno interrotto il loro processo di crescita. Duro veramente fatica a riconoscerli ed è un peccato, perché dietro c’era tanto lavoro e sacrificio”.
 
Cosa dice delle voci di Messina e Tanjevic a capo del Dettore Squade Nazionali, Pianigiani accetterebbe di rimanere con loro come coach?
 
“Messina e Tanjevic sono tra i migliori allenatori Europei, quindi male non farebbero, però, siccome conta molto anche il rapporto di fiducia e stima, dipende da quello che crede Pianigiani visto che è lui il responsabile sotto contratto fin alle Olimpiadi. Se pensa che possano servire allora bene altrimenti meglio niente”.
 
A proposito, con le giovanili azzurre l’estate è stata ancor peggio, massimo un 9° posto casalingo
 
“Chiaramente non positiva per i risultati, ma conta anche fare esperienza e quindi sicuramente ci farà bene per il futuro, se impariamo dagli errori commessi senza cercare alibi”
 
A cura di ENRICO CAMPANA 

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