Il difensore si rivolge a Juan Jesus: “Nulla contro di lui”
Ora che è arrivata la sentenza, Acerbi si è tolto un grande peso dalle spalle. In una lunga intervista al Corriere della Sera, il difensore nerazzurro ha voluto raccontare come ha vissuto questi giorni decisamente complicati: “Abbiamo perso tutti, sono triste e dispiaciuto. Dopo la mia assoluzione di martedì scorso, le persone attorno a me hanno reagito come se fossi uscito dopo dieci anni di galera”, le sue chiare parole.
Dopo aver ribadito il suo punto di vista, Acerbi ha evidenziato un particolare: “Non sono mai stato razzista. Il mio idolo era George Weah, fu uno dei primi a chiamarmi quando mi fu trovato un tumore”. Una frase che la dice lunga su come Acerbi voglia assolutamente slegare il suo nome dal razzismo. C’è anche una dichiarazione molto forte: “La malattia che ho affrontato è stata una passeggiata in confronto a questa vicenda, non ho avuto paura a quei tempi”.
Ora c’è il desiderio di mettersi alle spalle l’intera vicenda, magari provando anche a riallacciare i rapporti con Juan Jesus: “Non ho nulla contro Juan Jesus e sono dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione di gioco”. Acerbi è felice solo per poter essere in campo, con i suoi compagni, per la volata finale in campionato: “Se e quando arriverà la seconda stella potrò esserci. E a testa alta”.