Romulo a tutto campo con ‘La Gazzetta dello Sport’.
“Alla Juventus tornavo a casa e piangevo ogni giorno. Massimiliano Allegri aveva fiducia in me, diceva che non mi mancava nulla per essere un titolare. Ma al primo scatto mi bloccavo. Non ho rimpianti per quel che è avvenuto alla Juventus. Purtroppo, però, all’Hellas le mie condizioni non sono migliorate. Un altro anno difficile. Se ne sentivano tante su di me: che non volevo più giocare, che ero un mercenario. Poi un consulto medico mi ha restituito il sorriso. Un disturbo alla testa del femore, mai rilevato in precedenza: era questo che non mi consentiva di recuperare”.
“Ora sogno la promozione con il Verona. Veniamo da 4 vittorie consecutive, ma è lunga, lunghissima. Fabio Pecchia è un allenatore moderno, aggiornato. Con il suo staff lavora come Montella, come Mihajlovic, come Allegri. E il nostro spogliatoio è sano e unito. Siamo insieme da pochi mesi, diventerà granitico. Il segreto? Si vince con il gruppo. Obiettivo personale? Ritrovare la maglia dell’Italia”.