L’ex centrocampista e attuale dirigente del Cagliari ha ripercorso i momenti successivi al terribile incidente stradale.
Andrea Cossu in una intervista a L’Unione Sarda ha ripercorso i momenti successivi al terribile incidente d’auto che l’ha visto suo malgrado protagonista: “Qualcosa delle fasi iniziali dell’incidente, un ricordo sfocato. Mi ritrovo a terra: un passante, non so chi fosse, resta sempre con me, mi fa parlare, mi tiene sveglio sino all’arrivo dei primi soccorritori. Ricordo la voce di un amico nel momento in cui i paramedici mi caricano sull’ambulanza per trasportarmi al pronto soccorso”.
“Avevo male dappertutto, facevo una gran fatica a respirare. Poi gli esami, tante visite, la terapia intensiva. Ho ricordi sfocati. Tra me e me pensavo: Andrea, ora non devi mollare. La mattina dopo, al risveglio, mi dicono che sta andando bene, che non c’erano state complicazioni. Lì ho iniziato a pensare che ce l’avrei fatta, forse”.
Cossu si sente un miracolato: “Credo che qualcuno lassù abbia voluto proteggermi, regalandomi una seconda vita. Ci tengo particolarmente a ringraziare chi si è preso cura di me all’ospedale Brotzu; il personale del reparto di Chirurgia toracica del Businco, dal primario, il dottor Roberto Cherchi, ai medici, agli infermieri, davvero tutti. Non mi hanno fatto mancare nulla: li ringrazio per la professionalità e la loro umanità. Fanno una gran lavoro, l’ho potuto vedere con i miei occhi; lo fanno con tutti pazienti, indistintamente”.
Il ringraziamento a tutti i tifosi: “Ho ricevuto un’infinità di messaggi. I ragazzi della prima squadra e della Primavera, con i dirigenti e i tecnici, hanno fatto delle foto mostrando la numero 7 per dedicarmi le loro vittorie. Gesti che mi hanno fatto profondamente commuovere. Siamo appesi ad un filo. Quanto accaduto mi ha fatto capire che ci concentriamo a volte su cose futili, non diamo il giusto peso a tante altre. La vita è preziosa, dobbiamo valorizzarla in tutto ciò che facciamo”.