L’Atalanta compie 117 anni: Luca Percassi fra passato e futuro
Il 17 ottobre è una data speciale per l’Atalanta, quella della propria fondazione, risalente al 1907. In 117 anni di storia i momenti da ricordare sono stati tanti ma è soprattutto negli ultimi anni che la società orobica ha fatto passi importanti che hanno consentito di affermarsi non solo a livello di calcio italiano, ma anche nel resto d’Europa, come dimostrano i quarti di Champions League raggiunti nel 2020 e, soprattutto, il successo nell’edizione 2023/24 dell’Europa League.
Luca Percassi, amministratore delegato nerazzurro, spera comunque che il meglio debba ancora venire, e lo dice rivolgendosi direttamente ai sostenitori: “Le aspettative dei tifosi sono da gestire – ha dichiarato nel corso di un’intervista a Radio TV Serie A con RDS -, noi cerchiamo di ricordare sempre chi siamo. E’ legittimo che quando si raggiungono dei risultati, le aspettative si alzino”.
“Per noi – ha aggiunto Percassi junior – l’obiettivo è cercare, con tante difficoltà, di mantenere degli equilibri che garantiscono il futuro della società. L’obiettivo di mio papà (Antonio, attuale presidente dell’Atalanta, ndr) e dei Pagliuca è quello di avere una società sana. Cerchiamo di investire e di non tirarci mai indietro, sul mercato anche quest’anno abbiamo speso più di 130 milioni e con lo stadio è stata la stessa cosa”.
“Toni D’Amico, dopo l’infortunio di Scamacca, è stato eccezionale – ha spiegato ancora – e si è dimostrato in grado di saper trovare un sostituto in tempi record, abbiamo perso il centravanti della Nazionale, ma siamo riusciti subito a sostituirlo con un attaccante che ci sta dando grandissime soddisfazioni”.
“Fa piacere sapere che società della nostra dimensione possano vedere nell’Atalanta una società di riferimento a cui potersi ispirare – ha continuato Percassi -. Sappiamo che la gestione di una società è un qualcosa di molto complesso, ogni mese e ogni anno ci sono delle nuove sfide e delle nuove avventure e quindi c’è grande senso di responsabilità per quello che facciamo. Sappiamo molto bene chi siamo, cosa abbiamo costruito, qual è la nostra dimensione come club e come società”.
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