“Non c’è una tutela che sia garantista di un gioco corretto e rispettabile”, ha tuonato il presidente del Napoli.
Un fiume in piena. Intervenuto in occasione della presentazione del libro di Valter De Maggio “I grandi calciatori”, il vulcanico presidente azzurro Aurelio De Laurentiis ne ha approfittato per parlare del vittorioso match di ieri contro il Leicester e della abili capacità tecnico-tattiche del suo allenatore, Luciano Spalletti, definito senza mezzi termini “il miglior allenatore che ho avuto nella mia carriera da presidente”. Il patron però non si è fermato qui, e sempre a proposito del tecnico di Certaldo – per il quale la Corte sportiva d’Appello ha respinto il ricorso avverso la squalifica di due turni in seguito ai fatti di Reggio Emilia – si è lasciato andare ad esternazioni su questioni legate alla politica del pallone. E all’organizzazione dell’intero sistema-calcio. Ecco le sue parole.
“Non c’è da commentare perché sennò il commento dovrebbe partire dalla notte dei tempi. È inutile che commentiamo ciò che è sotto gli occhi di tutti. Non solo per il Napoli, ma per tutto il calcio italiano. Questo è un problema che supereremo solo quando la Lega sarà indipendente e potrà gestire lei gli arbitri, come avviene in Inghilterra. Lo diciamo da anni, ma in certe compagini associative c’è la volontà di fare politica. E il voler fare politica distoglie l’attenzione dall’aspetto commerciale, industriale, di protezione democratica. Tutti hanno diritto ad avere un arbitraggio corretto e tutti hanno diritto al ricorso della moviola in campo. Oggi invece una volta la vedono, una volta no, una volta a spizzichi e bocconi. Non c’è una tutela che sia garantista di un gioco corretto e rispettabile, ognuno fa come gli pare e questo non va bene”, ha dichiarato De Laurentiis.