La svolta nella carriera di Bennacer nasce da un episodio che fece infuriare Andreazzoli.
Quasi ogni allenatore può fregiarsi di aver lanciato qualche giocatore nell’Olimpo del grande calcio. E quasi tutti i tecnici hanno i loro pupilli: giocatori su cui hanno puntato tutto, magari alle volte rimanendone delusi, ma sui quali hanno investito tempo ed energie. Non sfugge a questa logica Aurelio Andreazzoli, l’allenatore della promozione in A dell’Empoli nella stagione 2017-18. Chi fu uno dei giocatori maggiormente cresciuti sotto la sua guida? Ismael Bennacer, ovviamente.
Pur nel grande rapporto umano e professionale instauratosi tra i due però, ci fu un episodio – che ha comunque il suo lieto fine – che a raccontarlo oggi quasi si stenta a crederci, considerando la grande professionalità riconosciuta da tutti al franco-algerino del Milan. È stato lo stesso Andreazzoli a raccontare l’aneddoto in un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport.
“Anni fa mi arrabbiai, oggi lo racconto col sorriso. Eravamo a Sassuolo, settembre 2018, Caputo segna dopo un minuto. Bennacer è in panchina, ma dopo il vantaggio si fa male Acquah. Dico al ragazzo di fare in fretta perché siamo in inferiorità numerica e quindi deve entrare subito, ma al momento dell’ingresso in campo mi guarda e fa, “mister, mi sono dimenticato la maglia negli spogliatoi”. Mentre si fionda a prenderla, pareggia Boateng”.
Dagli errori, però, si impara. E Bennacer trasformò il tutto nella svolta della sua carriera: “Coi ragazzi ci vuole pazienza. Amo allenare i giovani, l’ho sempre fatto. Ismael è sempre stato un gran lavoratore e quell’episodio l’ha fatto crescere molto. Non si è mai arreso, si allenava il doppio. Sette mesi dopo ha vinto la Coppa d’Africa da miglior giocatore”, ha chiosato Andreazzoli.