Dopo aver deciso di dare ancora fiducia a Mihajlovic, Berlusconi torna a far parlare di sè. A giorni uscirà la sua biografia, griffata Friedman. La Gazzetta dello Sport si è soffermata su alcuni passaggi, legati al mondo Milan. Si parla, ad esempio, della questione formazioni. Il patron esclude di aver mai deciso personalmente chi mandare in campo: “Imposto no, suggerito sì. Molto spesso ho discusso sia del modulo che dei giocatori; a volte sono stato in disaccordo con l’allenatore, ma ha sempre vinto l’allenatore. Con Sacchi inventammo la formula di un Milan che fosse padrone del gioco, per divertire e farsi applaudire anche dai tifosi avversari”.
Parola al miele per Ancelotti, sogno dell’ultima estate rossonera: “Grande lavoratore, aperto ad ogni nuova idea, in sintonia totale con me per il modo di schierare una squadra in campo e una grande capacità di rapportarsi con i giocatori. L’allenatore non deve essere soltanto bravo tecnicamente, deve essere un padre e io chiamavo Ancelotti il grande padre di famiglia dei nostri ragazzi”.
Ancelotti, Sacchi o Capello, con chi il miglior rapporto? “Con tutti e tre, molto spesso si lavorava restando a cena dopo la gara. Ho mantenuto con tutti una forte amicizia, ci sentiamo spesso, mi sono vicini”. Infine una promessa: “Lascerò il Milan solo quando avrò vinto ancora”.