Boni: “Il Parma è in prognosi riservata: chissà per quanto…”

La vittoria di misura sul Sudtirol nell’infrasettimanale e il malinconico pareggio interno contro il Teramo hanno confermato i mali del Parma, che non possono essere spazzati via in un attimo dalla rivoluzione tecnica e societaria.

La pensa così Enrico Boni nel suo consueto punto sulle sorti crociate in esclusiva per Sportal.it: “Il paziente Parma ha denotato timidi segnali di miglioramento dopo una fase molto critica, ma resta in prognosi riservata. Né sinceramente so se e quando sarà possibile scioglierla, almeno se fuor di metafora si intenda per questo la lotta per il primo posto”.

Il giudizio sui primi passi dell’era D’Aversa però è positivo: “Non può fare miracoli e sinceramente qualcosa si è visto, come la titolarità di Baraye, già con Morrone e il migliore nelle ultime partite. Ma il problema è che questa squadra è stata costruita male, prende gol e fatica a farne, si è pensato a prendere tanti nomi, ma dimenticandosi di fare un mix tra giocatori esperti e giovani. La verità è che il cambio di allenatore è venuto troppo tardi”.

A questo punto non resta che affidarsi al mercato. Ma pure qui, non sarà facile: “Il Parma è nelle mani di Daniele Faggiano. A Trapani era l’uomo dei miracoli, adesso tocca a lui, ma il suo compito sarà improbo perché bisognerà prima vendere e poi comprare. E chi si vende? Evacuo ha perso il posto e quando gioca lo fa malissimo, siamo sicuri che ci sia una squadra disposta a sobbarcarsi il suo ingaggio?”.

Impossibile non fare una battuta sull’imminente derby. La Reggiana è reduce dal clamoroso ko di Forlì, ma Boni è scoraggiato: “Voglio svelenire il clima, so che è una partita importante, ma non esageriamo, il prosieguo del campionato lo è di più. Loro sono favoriti, inutile negarlo, ma perdere sarebbe un bruttissimo colpo. Comunque – conclude Boni – Mettiamoci l’anima in pace: non siamo da primo, da secondo e forse neppure da terzo posto, andremo ai playoff, ma sarà durissima. Non è il nostro anno”.

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