Dopo sei partite senza mezze misure (tre vittorie e tre sconfitte) il Parma ha inanellato a Palermo il secondo pareggio consecutivo. Un risultato molto diverso rispetto al 2-2 interno contro la Salernitana, vista la portata dell’avversario, ma di questo avviso non è Enrico Boni, che è molto duro verso i crociati nella propria rubrica settimanale per Sportal.it e che comincia utilizzando una metafora:
“Se io ho una stampella e corro contro chi può contare su due gambe è chiaro che la competizione è senza storia. Questo è quanto successo a Palermo: i siciliani avevano otto, e dicasi otto, assenti, tutti chiamati dalle rispettive Nazionali e il Parma si è accontentato di giocare un tempo, il secondo, dopo aver disputato il primo in modo indecente. In condizioni normali questo sarebbe stato un buon punto, così no. Quella del Parma è stata una figuraccia”.
Per Boni non è quindi logico neppure recriminare sulle decisioni arbitrali, leggi il fischio dell’arbitro prima del secondo gol di Gagliolo: “Siamo d’accordo che è stato sbagliato fischiare prima, ma al di là del fatto che non si può parlare di rete annullata, non esiste recriminare dopo una partita simile. Questa è una squadra che segna solo con i difensori e mai su azione. Così non si può continuare anche perché è vero che il campionato è strano e che si è a tre punti dal primo posto, ma pure quelle dietro sono vicine e davanti ci sono comunque nove squadre”.
Nel mirino insomma c’è sempre Roberto D’Aversa: “Questa squadra non riesce a fare gioco per 90’. Contro la Salernitana è stato fatto bene il primo tempo, a Palermo il secondo. Sembra un braccio di ferro tra me e la società, ma non è così, o tra me e D’Aversa, che io continuo a reputare non adatto a guidare questa squadra. Andiamo avanti e vediamo, sabato si giocherà in casa contro il Pescara di Zeman: il calcio contro l’anticalcio. Non aggiungo altro”.