Il Parma versione imprese storiche dopo il campo dell’Inter espugna pure quello del Genoa, dove in campionato aveva vinto solo nel 1999. Erano i tempi di Asprilla e Zola, ora a firmare un successo inaspettato sono le più umili firme di Luca Siligardi e Fabio Ceravolo, due che insieme non arrivano a dieci gol in Serie A.
Alla seconda sosta i crociati arrivano con una classifica da sogno: 13 punti e settimo posto. Enrico Boni non può che prenderne atto, riconoscendo i meriti di mister D’Aversa. Uno in particolare.
“Ci sarebbe un termine ideale per fotografare la situazione, ma non usiamolo e diciamo che l’allenatore del Parma ha tanta, tanta fortuna. Contro il Genoa abbiamo avuto un’altra riprova: senza goal line technology e Var sarebbe finita 3-3, visto che il secondo gol di Piatek non è entrato per 1,7 cm e che quello di Criscito è stato annullato per un fuorigioco impercettibile. Lungi da me sminuire i meriti del tecnico e della squadra, ma mi sembra indubbio che tra pali ed episodi in tutte le partite vinte la sorte ha detto molto bene al Parma”.
La riflessione si allarga scorrendo la formazione di Marassi, con in campo sei reduci della scorsa stagione, peraltro non tutti protagonisti in B: “A parte Gagliolo e Iacoponi, gli altri giocatori già in rosa visti a Genova non hanno dato un contributo enorme alla promozione e mi riferisco a Barillà e a tutto l’attacco eppure anche in una partita in cui sulla carta si sarebbe potuto perdere si fanno tre gol in quindici minuti. Il caso di Silgardi è emblematico: l’hanno scorso l’avevano ceduto in Giappone per poi ripescarlo, quest’anno l’avevano messo fuori lista dopo la prima partita, torna per l’infortunio di Dezi, è titolare al posto di Gervinho e segna un gol così”.
Inevitabile ripensare all’intero percorso del tecnico abruzzese a Parma: “D’Aversa sta facendo molto bene considerando la rosa a disposizione, tra elmenti poco considerati in B, i tanti infortunati ed acquisti non esaltanti, ma voltandosi indietro è evidente che la fortuna sta avendo un ruolo importante nella sua carriera. Penso a quando il Parma l’ha scelto al posto di Apolloni, nonostante un curriculum minimo, penso alla semifinale playoff contro il Pordenone e alle tante volte in cui ha rischiato l’esonero lo scorso anno. O è il nuovo Mourinho o ha una fortuna sfacciata. Però sta lassù e ha ragione. Per completare l’opera gli manca di recuperare Biabiany e Ciciretti, se fa segnare anche loro mi arrendo…”.