Chi l’ha detto che la realtà di una Nazionale è diversa da quella dei club? Almeno quando le cose non vanno, secondo Gigi Buffon, la musica è la stessa.
Questo quanto sostenuto dal capitano dell’Italia alla vigilia della gara contro l’Albania, ultima partita del girone di qualificazione al Mondiale e antipasto del playoff di novembre dal quale dipenderà la presenza dell’Italia in Russia:
“Non c’è nessuna fronda contro Ventura, è bello chiarire certi messaggi privi di fondamento. È successo quello che succede nei club quando le cose non vanno, in certi momenti si cerca di affrontare le difficoltà con tutto il gruppo per far venire fuori qualcosa che ci riconduca sulla via maestra. La riunione è stata fatta con il consenso del c.t., non c’è nulla da nascondere. Volevamo darci un messaggio: scuoterci. E sostenere l’allenatore. Altrimenti si danno alibi a giocatori e questa è l’ultima cosa che vogliamo. Speriamo di vedere da subito delle risposte, per ritrovare una squadra con un’identità spiccata, la compattezza e l’ animo che richiede l’appuntamento. Dovremo essere squadra con la s maiuscola”.
Buffon diffida della squadra di Panucci, pur fuori dai giochi, e si lascia andare a un amarcord della propria carriera: “Partite così vanno affrontate come si deve, gare facili non ce ne sono più, molti albanesi giocano in campionati importanti. Qui ero venuto solo una volta, nel ’95, per Teuta Durazzo-Parma. Mi fa piacere essere tornato e trovare un paese in ottimo stato, che ha addosso la positività di chi sta evolvendo. Non solo nel calcio”.