Verona-Roma 3-2
Se la mentalità della Roma formato Mourinho è quella di incassare il possibile al triplice fischio, addirittura arrivava a Verona con un filotto di sole vittorie in gare ufficiali, al Bentegodi questa filosofia l’ha concretizzata il Verona di Tudor che ha battuto i giallorossi 3 a 2. Al termine di una gara sul cui schermo è scorsa una ripresa al fulmicotone. Tutto è successo nell’intervallo: non si sa se il tecnico croato, che ha sostituito Di Francesco dopo tre gare e 0 punti, abbia spiegato educatamente od urlato ai suoi calciatori che creare tre nitide occasioni da rete ed uscire dal campo in svantaggio (magia di tacco firmata Pellegrini) sarebbe una contraddizione se non fosse calcio. Ma se a Roma hanno il mago di Setubal, a Verona nelle ultime due stagioni il mago era quello di Spalato: Ivan Juric. Con cui contraddizioni del genere se ne sono viste gran poche grazie a quelli stessi calciatori che lo hanno seguito nei suoi insegnamenti. Cosa che è successa fin da inizio della ripresa contro una squadra giallorossa, cinica e fortunata nell’agguantare il 2 a 2 ma mai padrona del campo. Giusto così alla fine. Classifica: Roma 9, Verona 3.
Primo tempo. Nemmeno tre minuti ed il Verona si presenta. Lazovic, sottomisura, dalla linea di fondo, Patricio Rui neutralizza sul primo palo. L’estremo romanista, (6’) nemmeno vede il diagonale di Simeone: tiro secco dal limite fuori di un niente alla destra del portiere di Mourinho. I ragazzi del mago di Setabul sembrano inizialmente spiazzati dalla vivacità veronese ma al quarto d’ora mettono in chiaro che la capolista che Natale è (ancora) lontano: quindi niente regali alllavversario di turno affamato come non mai di punti nèè tantomeno alle altre pretendenti. Forte dellincitameento dei suoi 1500 tifosi Cristante tira fuori dal cilindro uno splendido stacco aereo, in rotazione: la palla sbatte sulla parte alta della traversa, finendo sul foondo. In gare come questa basta uno svarione. Eloquente al 19’: lo scaligero Ceccherini perde inopinatamente la sfera sulla propria trequarti: la Roma conquista un angolo, buon per gli scaligeri che il tiro sorvola la testa di tutti e l’azione sfuma. 28’: stavolta è la Roma a sbagliare a centrocampo, Lazovic si incunea nel corridoio centrale, a sinistra ha Caprari, a destra Simeone: decide per la battuta, palla a lato per la disperazione del Bentegodi. Nel frattempo inizia a piovere insistentemente. Il Verona ci mette l’anima, la Roma si ricorda di possedere una cassaforte colma di gioielli. 36’: Karsdorp centra basso dalla destra, Pellegrini, tacco in corsa, infila la rete a fil di palo: Verona-Roma 0-1. Hellas abbozza una reazione che sbatte contro la muraglia giallorossa. Un minuto di recupero e tutti negli spogliatoi.
Secondo tempo. Non si sa se Tudor abbia parlato od urlato nell’intervallo ma una cosa è certa. Rabbia Hellas subito rovesciata in campo tanto da produrre il pareggio, sottomisura di Barak (3’). I giallorossi non ci stanno, conquistano due angoli, la retroguardia veronese regge. Il Verona Atto II, trascinato dalla bolgia del Bentegodi, capisce che ha sulla coscienza gli errori del primo tempo. Detto e fatto. 8’: tocca a Caprari inventare un diagonale che si infila sul palo lontano: 2-1. La gioia scaligera dura poco più di un lampo. Roma avanti col solito Pellegrini, centro basso, sfortunato Ilic ad infilare la propria porta: 2-2. Ma ai calciatori del Verona, ormai, è ritornata la memoria del “Juric che fu” nei suoi interpreti. Tra questi mancava Faraoni che si è ripresentato come sa fare lui: battuta, al volo dal limite, palla sotto l’incrocio per il 3 a 2 che manda in visibilio la tifoseria gialloblù. 27’: Caprari ha il poker sullo scarpino, un rigore in movimento che uno stratosferico estremo giallorosso, devia in angolo. Mourinho le prova tutte mentre il Verona arretra pronto a sfruttare ogni pertugio eed alzando una diga. Cinque di recupero e triplice fischio: Hellas-Roma 3-2.