Da anni ormai si parla di una riforma del calcio italiano, di nuove regole e cambiamenti che possano restituire appeal a tutto il nostro movimento.
Di proposte, più o meno dettagliate, ce ne sono state tante ma Lorenzo Rapino ha le idee chiare: “Da grandissimo appassionato di pallone quale sono mi sono messo a tavolino e ho provato a fare un disegno della situazione”.
“Innanzitutto bisogna capire perché le varie parti in causa non si mettono d’accordo: è un gioco di denaro, serve trovare un punto d’incontro con le televisioni che devono guadagnare e tengono tutto in piedi, purtroppo o per fortuna. Le curve e molti tifosi sono nostalgici ma è utopistico pensare di poter tornare al calcio degli anni ’80 e ’90. Le società non si sono sapute adeguare ai tempi, non investendo sui vivai”.
Rapino entra poi nel concreto: “Io credo che si possano rimodulare i campionati per rendere le partite più interessanti, senza abbassarne il numero, perché il problema di base resta la godibilità dei match per le tv. Oggi una squadra di serie A che arriva in finale di Coppa Italia gioca tra le 43 e le 45 partite stagionali (coppe europee escluse) mentre una di serie B aggiungendo i playoff tocca le 55″.
“La mia proposta è quella di tornare a una serie A a 18 squadre, con il ripristino delle quattro retrocessioni. Stesso numero di formazioni in serie B. Per quanto riguarda la Coppa Italia, l’attuale formula è assurda. Io qualificherei le prime 64 squadre del ranking italiano, partendo così dai trentaduesimi di finale, con sorteggio integrale e una lista di giocatori, un po’ come succede in Champions, in cui però il 40% dovrebbe provenire dal settore giovanili e cinque di essi dovrebbero essere titolari in ogni incontro. In questo modo i ragazzi della Primavera avrebbero subito l’opportunità di giocare ad alto livello e anche partite come Lecce–Milan avrebbero un esito tutt’altro che scontato”.
Non solo: “Come succede in altri Paesi, introdurrei la coppa di lega, con le prime dodici squadre di serie A a giocarsi un posto in Europa League. Le migliori quattro del precedente campionato salterebbero il primo turno e le altre si affronterebbero per decretare una Final Eight, da disputare a fine stagione in un’unica sede”.
Coppa di lega anche per la serie B: “In palio ci sarebbe una promozione. Salirebbero di categoria le prime del campionato più la vincente di questa competizione che prenderebbe il posto dei playoff. Anche in questo caso un turno preliminare prima della Final Eight. Ci sarebbe così una seconda chance, che non andrebbe a discapito di chi ha dimostrato continuità durante l’anno ma eviterebbe l’attuale situazione in cui a febbraio la maggior parte delle squadre ha già esaurito le motivazioni”.
“Così facendo una formazione di serie A disputerebbe comunque un massimo di 44 partite stagionali, mentre una di B solo 45, andando incontro alla richiesta dei club di abbassare i costi”.