Il Palermo ha stoppato l’emorragia di sconfitte con il pareggio casalingo contro il Foggia, costato però il sorpasso del Brescia al comando della classifica.
Non è tuttavia questo il male peggiore per i giocatori rosanero, alle prese con una situazione societaria quasi drammatica, tra dimissioni in massa e un cambio di proprietà ancora avvolto nel mistero.
Al termine della gara del “Barbera” i tifosi hanno fischiato e il difensore Giuseppe Bellusci non l’ha presa bene, reagendo con stizza.
In sala stampa, però, l’ex Empoli è tornato sull’accaduto attraverso uno sfogo molto toccante: “Chiedo scusa per i modi che ho avuto a fine partita, ma non per quello che significa il mio gesto. Non meritavamo i fischi. Non sappiamo in mano di chi siamo, siamo una squadra mentalmente fragile per tutte le circostanze societarie che ci sono. Non abbiamo garanzie di nessun tipo. Con noi ci sono solo il direttore Foschi e l’allenatore Stellone che ci stanno proteggendo da tutti e da tutto. Siamo da soli e abbiamo bisogno di aiuto. Questa è una squadra che ha dato tutto: io voglio andare in A, ma abbiamo bisogno di tutti”.
Poi, sulla crisi societaria: “Bisogna aspettare il 15 per gli stipendi, ma non basta pagare gli stipendi. La prospettiva qual è? Il futuro? Non mi interessa prendere lo stipendio il 15. Mi chiedo che futuro c’è? Di chi siamo? Mi assumo le responsabilità di tutto quello che dico, se per qualcuno quello che ho detto è un problema, vado a casa, ma lo faccio a testa alta. Con dignità, come sempre. Ho sempre messo la faccia e il cuore sin dal primo giorno in cui sono arrivato a Palermo”.